Protezionismo cinese


Le associazione di categoria economiche e commerciali degli Stati Uniti hanno presentato un appello al presidente Obama e all’amministrazione statunitense affinché, nell’ampliamento dei rapporti commerciali con la Repubblica popolare cinese, si tenga conto delle pratiche protezioniste messe in atto dalla Cina quali: svalutazione della moneta del 40% per ridurre i costi dei propri manufatti sui mercati mondiali e aumentare quelli dei prodotti esteri sui mercati cinesi; l’utilizzo di numerose tariffe, esenzioni IVA e altre barriere commerciali; sussidi energetici elargiti alla Cina per lo sviluppo della loro impresa pesante, con conseguenze disastrose a livello di inquinamento ambientale a scapito di aziende che devono rispettare standard ambientali monitorati e imposti dalla comunità internazionale; il continuo rifiuto allo sviluppo di leggi sulla proprietà intellettuale e il mancato rispetto di quelle concordate a livello internazionale, obbligando le imprese operanti sul suo territorio di trasferire tecnologie alle industrie cinesi.


 


La Commissione:



 



  • e’ al corrente di tale situazione?


  • come pensa di comportarsi in vista di un accordo di libero scambio con la Repubblica popolare cinese?


  • Quali azioni concrete l’Unione sta intraprendendo per porre fine alle pratiche protezioniste cinesi?

 


E-564/11IT


Risposta data dal Sig. De Gucht


a nome della Commissione


(15.3.2011)


 


Sia la Commissione sia le imprese europee in Cina condividono molte delle preoccupazioni oggetto dell’interrogazione. La Commissione ha manifestato tali preoccupazioni alla Cina ad ogni livello e in ogni occasione opportuna, l’ultima delle quali è stata il dialogo economico e commerciale di alto livello tra UE e Cina il 20 e 21 dicembre 2010 a Pechino. In tale occasione l’UE ha affrontato in modo più specifico questioni quali la situazione macroeconomica delle due economie, concorrenza e sovvenzioni, tutela dei diritti di proprietà intelletuale in Cina, e diverse questioni analoghe relative all’accesso al mercato cinese per gli operatori europei e preoccupazioni per il clima commerciale. In merito alle discussioni relative alle cosiddette politiche di ‘innovazione nazionale’ della Cina, la Commissione ha compiuto notevoli progressi nell’evitare discriminazioni per quanto riguarda l’accesso dell’Unione Europea al mercato degli appalti in Cina.


 


La Commissione non sta attualmente negoziando un accordo di libero scambio con la Cina né sta preparando proposte a tale scopo. Ad ogni modo sono in corso negoziati con la Cina relativi a un ‘Accordo di Partenariato e Cooperazione’ che prevede una serie di capitoli economici come ad esempio tutela della proprietà intellettuale, concorrenza, appalti pubblici e agevolazione degli scambi. In linea di massima, i progressi in questi negoziati sono stati lenti a causa della riluttanza della Cina ad aprire i propri mercati al di fuori del quadro dell’OMC.


 


La Commissione continuerà a sollevare le suddette preoccupazioni nel dialogo con la Cina ad ogni livello e in ogni occasione opportuna, sia multilateralmente che bilateralmente. È particolarmente importante a questo proposito segnalare una serie di dialoghi UE-Cina: sono in corso scambi a livello operativo come il gruppo di lavoro UE-Cina sulla proprietà intellettuale, scambi ai più alti livelli come il Vertice UE-Cina, il Dialogo Economico e Commerciale di alto livello e il Comitato Congiunto UE-Cina. È previsto che tutti questi contatti di dibattito abbiano luogo nel 2011.