Importazione acciaio inossidabile radioattivo

Con una nota del 10 febbraio scorso il governo tedesco comunicava la presenza sul mercato europeo di acciaio inossidabile radioattivo proveniente dall’India. Il 13 febbraio il Centro Inox italiano confermava d’aver avuto la stessa segnalazione da due aziende del settore viteria inox e altre segnalazioni si sono susseguite sempre relative a prodotti lunghi di acciaio inossidabile di provenienza indiana.

Il 19 febbraio l’Associazione europea della Siderurgia, domandava alla Commissione d’intervenire a tutela del mercato e dei produttori europei. Mi permetto di ricordare, inoltre, che il 2 giugno 2008, con l’interrogazione E3044/08, attiravo l’attenzione della Commissione sull’importazione in Europa di acciai inox  “non conformi”, facendo riferimento alla composizione chimica dichiarata rispetto a quella effettiva.

Nella risposta si dichiarava che “se le merci in questione sono dichiarate come acciaio inossidabile pur non rispettando tali norme, la Commissione dovrebbe sicuramente occuparsi del caso, insieme alle amministrazioni doganali degli Stati membri.”       Di fronte a queste nuove segnalazioni relative a materiale radioattivo, la cui distribuzione capillare (si pensi ad esempio alla viteria e bulloneria inox) risulta  molto difficilmente controllabile  

la Commissione 

1.     si occuperà del caso denunciato ora?

2.     si è occupata del caso segnalato nel giugno dello scorso anno? 

3.     quali provvedimenti intende prendere per evitare il ripetersi di queste importazioni illegali, che danneggiano i produttori europei ed i consumatori finali, anche in termini di eventuali danni alla salute?

 

Risposta data da Andris Piebalgs a nome della Commissione

La Commissione è al corrente delle importazioni di acciaio inossidabile contaminato da cobalto-60. Va osservato che si tratta di un problema che interessa anche il commercio globale e che richiede l’applicazione di soluzioni di più ampio respiro a livello internazionale. In questo contesto, una conferenza internazionale sul tema «Control and Management of Inadvertent Radioactive Material in Scrap Metal» si è tenuta a Tarragona dal 23 al 27 febbraio c.a.(1) Questa conferenza dovrebbe dare il via all’adozione di ulteriori iniziative segnatamente da parte dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA).

Quanto alla possibilità che la Commissione adotti azioni a livello comunitario, occorre rilevare innanzitutto che, ai sensi della direttiva 96/29/EURATOM del Consiglio(2) (Direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza), le pratiche che ricorrono deliberatamente a materiali contenenti sostanze radioattive ed implicanti un’esposizione a radiazioni ionizzanti devono essere notificate alle autorità nazionali se le concentrazioni di attività nei materiali sono superiori ai valori esenti. Per quanto riguarda il radionuclide di cui trattasi nella recente serie di eventi, ossia il cobalto-60, il livello di esenzione è di 10 Bq/g. Sta poi alle autorità nazionali decidere in merito alla possibilità di autorizzare o meno qualsiasi utilizzo di tali materiali. Qualora l’autorizzazione non venga concessa, il materiale in questione diventa rifiuto radioattivo e va quindi smaltito ovvero rispedito al paese di origine, ai sensi della direttiva 2006/117/EURATOM(3). Durante la revisione della direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza e la rifusione delle altre direttive Euratom in una sola, la Commissione valuterà l’eventualità di rendere più rigorose talune prescrizioni onde impedire più efficacemente l’importazione di carichi di rottami di metalli che contengono una sorgente radioattiva nonché l’importazione di metalli contaminati contenuti in prodotti finiti.

Infine, la Commissione vaglierà la possibilità di ricorrere a rapidi ed idonei strumenti di scambio di informazioni che possano in futuro agevolare i controlli alle frontiere onde impedire l’importazione di simili merci sul territorio dell’UE. Al tempo stesso, la Commissione non mancherà di cogliere l’opportunità per attirare l’attenzione delle autorità dei paesi terzi esportatori su questa importante problematica.

Spetta tuttavia ai singoli Stati membri gestire eventi specifici quali quelli citati dall’onorevole parlamentare.

 

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(1) http://www-ns.iaea.org/meetings/rw-summaries/tarragona-2009.htm
(2) Direttiva 96/29/Euratom del Consiglio del 13 maggio 1996 che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti, GU L 159 del 29.6.1996.
(3) Direttiva 2006/117/Euratom del Consiglio, del 20 novembre 2006, relativa alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito, GU L 337 del 5.12.2006.