IL REFERENDUM: PARTECIPARE AL VOTO UN DIRITTO E UN DOVERE

Vivere in democrazia comporta dei doveri: ogni giorno dobbiamo rispettare regole comuni per difendere contestualmente la libertà di ciascuno e della società complessivamente.


Governare in democrazia comporta l’onere di sapere promulgare e difendere leggi che garantiscano l’alternanza e il diritto dei singoli di potersi esprimere su temi fondamentali.


I referendum sono l’occasione che tutti abbiamo di potere scegliere quanto riteniamo più giusto non solo per noi: in democrazia, infatti, ciascuno deve saper considerare anche le ragioni degli altri e le conseguenze di ogni scelta.


Per questo alle nostre orecchie, alle orecchie di molti, suonano “strani” gli appelli di chi invita a non partecipare all’appuntamento referendario, infatti, a prescindere da chi ha raccolto le firme, i quesiti riguardano tutti noi e tutti noi dovremmo sentire il dovere di partecipare con il nostro voto, positivo, contrario o di astensione. Non partecipare al voto, non recarsi alle urne per far fallire il referendum è rinunciare ad esercitare un proprio diritto ma anche sottrarsi ad un proprio dovere infatti la non partecipazione è la negazione stessa della democrazia. Non vi è democrazia compiuta quando rappresentanti politici, o per meglio dire partitici, suggeriscono ai cittadini di abdicare al loro diritto-dovere di partecipare e di scegliere.


 


Vi è, in Italia, il continuo tentativo di tramutare tutto in una lotta tra tifoserie avverse dimenticando che il voto sul nucleare, sull’acqua e su qualunque altro tema è soprattutto una scelta su come vogliamo la nostra società nell’immediato e nel futuro.


Solo alcuni leader di partito, rimasti ancorati al secolo scorso e a contrapposizioni ideologiche preconcette, possono continuare a pensare che essere animalisti e ambientalisti voglia dire essere di sinistra e che sponsorizzare le privatizzazioni tout cour sia dare finalmente spazio alla cultura liberale.


 


Siamo in un mondo globalizzato ancora senza regole certe e comuni, coinvolti in guerre che toccano paesi diversi e lontani mentre devastanti calamità naturali mettono in discussione i nostri sistemi di costruzione e di prevenzione ma sembra vi sia un rifiuto alla riflessione.


Come sempre all’inizio di un nuovo millennio esplodono le contraddizione e le paure e la società ha necessita di riposizionare, di ridiscutere i criteri di scelta e gli obiettivi da raggiungere.


C’é un clima di confusione generalizzata sia in campo economico che morale e politico, specialmente in Italia dove gran parte della nostra classe politica, con le sue dichiarazioni di parte e la miopia tipica di chi non sa confrontarsi, acuisce il disagio e le preoccupazioni dei cittadini.


I referendum non sono un voto a favore o contro uno specifico partito, ma uno strumento per indicare le scelte che i cittadini chiedono alla politica nel suo complesso.


Per questo invitare ad andare a votare e a votare liberamente è un invito per la democrazia e per consolidare la partecipazione e questa è sicuramente una priorità.