Un servizio giornalistico del settimanale “l’Espresso” del 31 marzo 2011 dà notizia di un imponente studio epidemiologico con biomarcatori, denominato Sebiorec. Il rapporto commissionato nel 2007 dalla autorità regionali si è concluso nel dicembre 2010, ma non è mai stato pubblicato; Il periodico indicato afferma che nel rapporto si parla di diossina cancerogena nel sangue dei napoletani e casertani, di arsenico nell’acqua e in alcuni comuni ddei velenosi Pcb. I ricercatori hanno analizzato 900 campioni di sangue e 60 di latte materno per capire la quantità di sostanze tossiche presente negli abitanti di 16 città a rischio ambientale nel napoletano e nel casertano. Il rapporto, pur affermando che “i livelli di esposizione non sono tali da giustificare uno stato d’allarme sanitario”, in un paragrafo intitolato “Possibili esposizioni anomale” indica sei comuni con fattori di criticità alti o medi, luoghi dove gli scienziati hanno trovato concentrazione di inquinanti maggiori che altrove. A Pianura, ad esempio, sono state trovate quantità di diossina tipo “Seveso” tre volte superiori a quelle di Villa Literno. A parte i criteri ed i giudizi espressi dai ricercatori, è evidente tuttavia che bisognerebbe studiare la sorgente dei veleni, capire quale parte della catena alimentare è stata contagiata, quanto pesano i fumi tossici sprigionati dall’immondizia bruciata. Dal questionario distribuito ai donatori di sangue risulta che l’87 per cento delle persone intervistate ha dichiarato di essere certa o quasi sicura che prima o poi si ammalerà di una forma, vivendo vicino ad un’area inquinata. Oltre all’avvelenamento, quindi, la popolazione è colpita dalla paura della malattia incombente.
La Commissione
- conosce l’esistenza del rapporto Sebiorec?
- Non sarebbe opportuno chiedere alla autorità locali tutti gli elementi indispensabili per capire l’origine dei veleni e quale parte della catena alimentare sia stata eventualmente contagiata?
- In che misura può collaborare con le autorità regionali per combattere i rischi contro la sicurezza sanitaria?
- Ha finanziato eventuali programmi di risanamento ambientale in Campania?
E-007425/2011
Risposta di John Dalli
a nome della Commissione
(26.9.2011)
1. L’autorità competente italiana non ha informato la Commissione circa il rapporto Sebiorec.
2. Qualora in una determinata regione si riscontrino livelli insolitamente elevati di sostanze tossiche, spetta all’autorità (locale) competente svolgere le indagini necessarie per individuare la fonte dell’aumento dei livelli di tali sostanze. Una volta individuata la fonte detta autorità dovrà anche provvedere a garantire che vengano presi i provvedimenti necessari per evitare un’ulteriore esposizione inammissibile dei cittadini alle sostanze tossiche attraverso l’ambiente e/o l’alimentazione.
3. Nel caso in cui le autorità italiane competenti dovessero richiedere assistenza alla Commissione per prevenire determinati rischi per la salute, la Commissione valuterà nel suddetto rapporto il modo in cui assisterle e cooperare con loro.
4. L’Unione europea ha finanziato in Campania numerosi progetti ambientali nell’ambito del programma “LIFE”. Tale programma intende contribuire all’attuazione, all’aggiornamento e allo sviluppo della strategia e della normativa ambientale dell’UE, cofinanziando progetti pilota ai quali la dimensione europea conferisce maggiore valore.