IL NUCLEARE DOPO FUKUSHIMA

Gli incidenti occorsi alla centrale nucleare di Fukushima, a seguito del terremoto che ha sconvolto il Giappone, ha prodotto anche in Europa ripensamenti e pause di riflessione sull’uso del nucleare. La cancelliera Merkel ha affermato che “prima si uscirà dal nucleare meglio sarà”, bloccando per tre mesi il funzionamento delle sette centrali tedesche più vecchie. La stessa UE ha deciso gli stress test sugli attuali impianti europei. Il governo italiano ha fermato per un anno tutte le procedure per la realizzazione e la localizzazione di nuovi impiati. E’ indubbio che, nonostante i vantaggi procurati dal nucleare per la produzione di energia, il rischio d’incidenti suona come un allarme che deve far riflettere sulla definizione di nuovi e più condivisi criteri di sicurezza.


 


La Commissione


 


1.      Ritiene prioritaria la preoccupazione di ricercare nuovi criteri di sicurezza?


2.      La ricerca offre tecnologie nucleari più sicure rispetto alle attuali?


3.      In che misura la fonti alternative possono supplire al nucleare?


4.      Quali in particolare sarebbero le più idonee per ragioni economiche e per la tutela dell’ambiente?


Quali sono le scadenze previste per conoscere i risultati degli stress test sugli attuali impianti europei?



E-004288/2011


Risposta di Günther Oettinger


a nome della Commissione


(15.6.2011)


 


 


1. e 5. A seguito di quanto accaduto in Giappone ed alle conclusioni del Consiglio del 25 marzo 2011, la sicurezza di tutte le centrali nucleari dell’UE sarà riesaminata sulla scorta di una valutazione esauriente e trasparente dei rischi e della sicurezza. Il Consiglio valuterà l’esito di tale esame entro la fine del 2011 sulla base di una relazione della Commissione. Nel contempo, l’attuale quadro normativo e regolamentare dell’UE in materia di sicurezza degli impianti nucleari sarà riveduto e riesaminato entro la fine del 2011. La Commissione rimanda l’onorevole parlamentare alla risposta data all’interrogazione scritta prioritaria P-003007/11[1], che delinea le azioni da intraprendere.


 


2. La progettazione delle centrali nucleari è un processo che comporta un continuo sforzo di miglioramento, che si avvale di esperienze pluridecennali derivate dalla gestione di centrali nucleari e dagli incidenti verificatisi.


 


Nel caso delle centrali di vecchia generazione ancora in attività, le tecnologie sono state progressivamente adattate in modo da beneficiare dell’esperienza operativa e da conformarsi a criteri di sicurezza più rigorosi.


 


I reattori attualmente in costruzione sono stati progettati secondo nuovi principi, in linea con norme e criteri di sicurezza molto rigorosi. Prevedendo caratteristiche di sicurezza supplementari (quali ad esempio maggiore ridondanza, diversità, uso di sistemi passivi), tali impianti sono nettamente più sicuri rispetto a quelli di vecchia generazione.


 


Sono in corso ricerche su altri concetti innovativi intesi a garantire l’uso sostenibile del combustibile nucleare e ad assicurare i massimi standard di sicurezza.


 


3. e 4. L’energia nucleare potrebbe essere sostituita da diverse fonti energetiche alternative. Tra queste figurano l’energia eolica terrestre e off-shore, l’energia idroelettrica, solare e geotermica e la biomassa. Queste fonti energetiche rinnovabili potrebbero essere sviluppate nel corso dei prossimi decenni. Vari studi relativi agli scenari del settore energetico fino al 2050 stanno iniziando a dimostrare la possibilità tecnica e ambientale di coprire un’ampia quota del consumo energetico con le energie rinnovabili. A differenza dei combustibili fossili e dell’energia nucleare, per le tecnologie relative alle energie rinnovabili il rapporto costi-efficacia e i benefici ambientali differiscono in maniera sostanziale a seconda della dimensione e dell’ubicazione degli impianti. Gli impianti che producono energia da fonti rinnovabili su vasta scala e con forti risorse locali (sole, vento, acqua, biomassa ecc.) sono già competitivi rispetto al combustibile fossile o all’energia nucleare. Gli impianti di dimensione più ridotta ubicati in zone che dispongono di meno risorse, invece, ancora non sono competitivi. Nella maggior parte dei casi, le tecnologie relative alle fonti rinnovabili producono emissioni ambientali minime e sono ad emissione di carbonio nulla o bassa.








[1]     http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/home.jsp