THE LITTLE PEOPLE

Sono i mille pigmei aborigeni Batek Negritos rifugiatisi nelle poche dense giungle rimaste attorno al parco naturale Taman Negara, il più grande della Malesia e i Penan (12 mila uomini, donne e bambini) costretti a vivere, anch’essi sulla soglia dell’estinzione, in un vasto territorio nord orientale dell’isola del Borneo. Sono popoli che stanno scomparendo, cacciati dalla distruzione delle torbiere tropicali con il taglio degli alberi millenari ed il fuoco che ripulisce il bosco per far posto alla coltivazione di una sola pianta, la palma da olio, principale componente per prodotti alimentari e carburanti cosiddetti “ecologici”, il bio-fuel o benzina verde. Tra il parco naturale Taman Negara e le foreste della costa nordorientale del Borneo erano presenti fino a pochi anni fa 14.500 diverse specie di flora, 200 razze animali, 300 tipi di uccelli e i popoli primitivi dei Penan e dei Negritos. L’illusione di molti governi consiste nel credere che l’eliminazione di anidride carbonica dal pianeta, causa dell’effetto serra, passi dall’impiego dell’oro verde, come alternativa pulita al petrolio inquinante. Ma mentre le foreste di una volta garantivano l’ambiente, la monocultura della palma emette molto meno ossigeno e trattiene molto meno carbonio di una foresta vergine. Ora i pesticidi e i fertilizzanti mettono a rischio anche le aree circostanti. Lo sfruttamento del nuovo business è gestito da compagnie cino-malesi a conduzione familiare e multinazionali come la Samling Global Ltd e il Shin Yang Group o la Rimbunan Hijau, per lo sfruttamento delle foreste e la Sinar Mas. Anche l’Unione europea, pare, non ha intenzione di rimanere indietro in questo giro di business miliardario e sta per finanziare nella zona – afferma un settimanale – progetti di deforestazione  a scopo agricolo su 69 mila chilometri quadrati, un territorio grande due volte il Belgio. Le prospettive dell’uso di bio-energia sono in continuo aumento e ciò si spiega anche col fatto che tra il 1990 e il 2005 la piantagioni di palme da olio sono raddoppiate e ora coprono 3,6 milioni di ettari, di cui quasi la metà erano un tempo giungle pluviali. I Penan e i Negritos, sempre meno numerosi, si ritirano nelle giungle rimaste, col rischio di scomparire nel giro di un paio di generazioni.


 


La Commissione


 


1.      Può confermare questa degradante situazione ambientale?


2.      Può fornirci notizie sul finanziamento relativo al progetto di deforestazione a scopo agricolo?


3.      Può indicarci se in questo progetto sono coinvolti i Penan e i Negritos?


4.      Non ritiene che un malinteso progresso ecologico contribuisca in realtà ad anticipare effetti globali ben più disastrosi riducendo le foreste a un polmone sempre più asfittico?


 



E-004290/2011


Risposta di Janez Potočnik


a nome della Commissione


(14.7.2011)


 


 


La Commissione tiene a precisare che il popolo Batek occupa le aree all’interno e attorno al parco nazionale Taman Negara, nella Malesia peninsulare. I Penan vivono nel Borneo settentrionale, principalmente nello Stato malesiano di Sarawak, a 1 500 km di distanza.


 


Le condizioni ambientali di queste due zone della Malesia sono alquanto diverse. Mentre nella Malesia peninsulare il manto boschivo non ha subito grosse alterazioni, c’è motivo di credere che nel Sarawak la deforestazione sia ancora in atto, sia per far largo a piantagioni di palma da olio e di legname che per consentire lo sviluppo delle infrastrutture.


 


La Commissione europea non finanzia progetti di deforestazione a scopo agricolo in Malesia e non è in grado di dire se i Penan o i Batek vi siano stati coinvolti.


 


La Commissione europea condivide le preoccupazioni dell’onorevole parlamentare per le conseguenze della deforestazione sulla perdita della biodiversità, sul clima e la sopravvivenza delle comunità aborigene. Sulla scena internazionale, l’UE è impegnata a fondo nelle trattative in corso in seno al REDD+ sui meccanismi di riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado.


 


Al momento l’UE sta negoziando con la Malesia un accordo volontario di partenariato sull’applicazione delle normative nel settore forestale, sulla governance e il commercio per impedire che il legname ivi raccolto illegalmente sia venduto nell’Unione europea. L’UE prevede inoltre di promuovere l’attuazione dell’accordo attraverso un apposito programma di cooperazione. La Commissione intende contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici promuovendo la gestione sostenibile delle foreste e lo sviluppo delle comunità nello Stato malesiano di Sabah. Infine, essa incoraggia iniziative quali la tavola rotonda sulla palma da olio sostenibile volte a garantire la sostenibilità della produzione della palma da olio.