GENE RESISTENTE AI FARMACI

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002710/2011


alla Commissione


Articolo 117 del regolamento


Cristiana Muscardini (PPE)


Oggetto:      Gene resistente ai farmaci


Il gene in questione si chiama “New Delhi Metallo I” (NDM-I) perché è stato scoperto in India, e consente ad alcuni ceppi di enterobatteri – microbi che si trovano in abbondanza nell’apparato digerente – di esprimere una proteina che respinge l’attacco degli antibiotici. La sostanza è una metallo-beta-lattamasi. Dall’India – l’allarme è stato diffuso la scorsa estate da “Emerging Infections Disease” – il gene è passato in Pakistan e Gran Bretagna e poi negli Stati Uniti, in Australia, Canada, Olanda e ora in Austria. I focolai dunque sono diversi e gli specialisti temono l’insorgere di un problema di salute pubblica di portata mondiale se non si agisce immediatamente per contenerne la diffusione. Gli investimenti per la ricerca sono stati indirizzati verso gli antivirali, ritenendo che la lotta contro i batteri fosse stata vinta. Ora invece la vera emergenza scientifica è quella batterica. Un articolo apparso lo scorso maggio sul “British Medical Journal” denuncia che al momento sono solo due le nuove molecole allo studio in questo campo, entrambe ai primi stadi di sperimentazione.


Di fronte a questa situazione,


può la Commissione dire:


1.    se è in grado di comunicare se e quali iniziative sono state prese dall’Unione per affrontare questo rischio;


2.    se conosce la campagna “Ten new antibiotics by 2020” (dieci nuovi antibiotici entro il 2020) lanciata negli USA dall’ “Infectious Disease Society”;


3.    se esistono iniziative analoghe negli Stati membri dell’UE;


4.    in caso negativo, come intende collaborare con la campagna americana?


 


Risposta di John Dalli


a nome della Commissione


(5.5.2011)


 


 


1. Per quanto concerne la questione del recente allarme per la salute pubblica connesso ai batteri che producono il gene NDM-1 e le misure dell’UE per far fronte a questa minaccia, la Commissione consiglia all’onorevole parlamentare di consultare la risposta fornita all’interrogazione scritta E-7715/10[1].


 


2. La Commissione è a conoscenza dell’iniziativa dell'”Infectious Diseases Society of America” “Ten New Antibiotics by 2020” (dieci nuovi antibiotici entro il 2020) e del particolare aspetto dello sviluppo di nuovi antibiotici efficaci per trattare infezioni batteriche.


 


3. Nel dicembre 2009, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato le conclusioni su incentivi innovativi per farmaci antibiotici efficaci[2] che riguardano questo particolare problema e ha invitato gli Stati membri e la Commissione a riesaminare e considerare le opzioni atte a rafforzare gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici efficaci.


 


4. Oltre all’azione suddetta intrapresa nell’ambito dell’UE, la Commissione europea sta cooperando con gli Stati Uniti di America sul tema della resistenza antimicrobica. A seguito della dichiarazione adottata al vertice UE/USA del 3 novembre 2009, è stata istituita una task force transatlantica sulla resistenza antimicrobica[3]. Essa ha il mandato di rafforzare ulteriormente la cooperazione transatlantica sulla resistenza antimicrobica e, soprattutto, di esaminare la mancanza di nuovi farmaci antibatterici da utilizzare nella medicina umana.


 








[1]     http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/application/home.do?language=EN



[2]     http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/lsa/111608.pdf



[3]     http://ec.europa.eu/health/antimicrobial_resistance/policy/tatfar/index_en.htm