FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-004240/2012


alla Commissione


Articolo 117 del regolamento


Erminia Mazzoni (PPE), Elisabetta Gardini (PPE), Andrea Zanoni (ALDE), Debora Serracchiani (S&D), Mara Bizzotto (EFD), Paolo Bartolozzi (PPE), Sergio Paolo Frances Silvestris (PPE), Sonia Alfano (ALDE), Gabriele Albertini (PPE), Giuseppe Gargani (PPE), Gianni Pittella (S&D), Gianni Vattimo (ALDE), Marco Scurria (PPE), Oreste Rossi (EFD), Carlo Fidanza (PPE), Lara Comi (PPE), Iva Zanicchi (PPE), Gianluca Susta (S&D), Clemente Mastella (PPE), Crescenzio Rivellini (PPE), Raffaele Baldassarre (PPE), Mario Mauro (PPE), Roberta Angelilli (PPE), Antonio Cancian (PPE), Salvatore Tatarella (PPE), Cristiana Muscardini (PPE), Vito Bonsignore (PPE), Luigi Ciriaco De Mita (PPE) e Vincenzo Iovine (ALDE)


 


Visto il regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione,


considerando che il citato regolamento già prevede, tra l’altro, che in circostanze eccezionali il FEG può intervenire anche se le condizioni di intervento non sono interamente soddisfatte, qualora i licenziamenti abbiano un’incidenza grave sull’occupazione e sull’economia locale, e che l’importo cumulato dei contributi a titolo di dette circostanze eccezionali non può eccedere il 15% delle spese massime del FEG in un anno;


prendendo atto:


     che quasi mai la Commissione ha dichiarato applicabile tale procedura eccezionale, mostrando un basso grado di flessibilità;


     che le condizioni previste dal regolamento, troppo complesse in relazione alle esigenze di urgenza prospettate dai casi cui dovrebbe applicarsi, hanno portato a un utilizzo parziale del Fondo nonostante il dilagare di crisi aziendali e l’aumento del numero di lavoratori che escono dal mercato del lavoro;


     che casi come quello degli 800 lavoratori della Servirail (ex Wagon Lits) operanti in tutta Italia, dei 700 lavoratori della Irisbus di Valle Ufita, dei 400 lavoratori della Benefil e della Tessival del polo tessile di Airola, dei 300 lavoratori della Itierre in Molise e dei 300 lavoratori del sito produttivo Fiat di Pomigliano D’Arco non hanno ricevuto il sostegno del FEG;


si chiede alla Commissione:


     se intenda anticipare i tempi di revisione del regolamento per migliorare l’efficienza del Fondo a breve termine, semplificandone le procedure, aumentandone la visibilità e favorendo gli scambi di esperienze;


     se preveda la possibilità di rafforzare l’impatto del FEG relativamente alla creazione di posti di lavoro e alla formazione di lavoratori europei;


     se ritenga che il FEG potrebbe essere utilizzato anche per incoraggiare la mobilità dei lavoratori e per analizzare e prevedere meglio l’evoluzione della congiuntura economica.



IT


E-004240/2012


Risposta di László Andor


a nome della Commissione


(13.6.2012)


 


 


Le disposizioni che autorizzano a far intervenire il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) in circostanze eccezionali sono sufficientemente flessibili. Delle 98 domande finora ricevute nove (compresa una proveniente all’Italia) sono state presentate nel quadro di tale disposizione, e sette di esse sono state già approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Nessuna è stata respinta.


 


Dato che le domande di finanziamento FEG sono presentate dagli Stati membri, la Commissione invita gli onorevoli parlamentari a chiedere alla persona di contatto del FEG per l’Italia il motivo per il quale non sono state presentate domande a sostegno dei lavoratori in esubero citati nella loro interrogazione.


 


Il FEG si è dimostrato una parte importante della risposta dell’UE alla crisi finanziaria ed economica globale degli ultimi tre anni, come illustrato dalla Commissione nella sua risposta all’interrogazione E-2092/2012. A tale riguardo la Commissione deplora che una minoranza di blocco in seno al Consiglio abbia impedito di prorogare la deroga legata alla crisi.


 


La proposta della Commissione[1] per quanto riguarda il futuro del FEG è già all’esame del Parlamento. Essa intende semplificare e migliorare il fondo, in particolare dando un marcato rilievo alle politiche più specificamente attive a favore del mercato del lavoro, inclusi incentivi alla mobilità, formazione e promozione dell’imprenditorialità. Il compito primario del FEG non è quello di aiutare ad anticipare le tendenze economiche. Questa funzione è svolta piuttosto dai fondi strutturali dell’UE, in particolare dall’FSE.


 


I servizi della Commissione svolgono già attività finalizzate ad aumentare la visibilità del fondo e gli scambi delle migliori pratiche. Per maggiori dettagli si rinviano gli onorevoli parlamentari al sito web del FEG (in particolare le sezioni “Eventi” e “Pubblicazioni”[2]).


 


 


 


 






[1]     COM (2011) 608 def., Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per il periodo 2014-2020.



[2]     Rispettivamente http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=326&furtherEvents=yes&limit=no and http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=326&langId=it&furtherPubs=yes.