Il
Commissario Michel Barnier, nel n° 103 della rivista « Confrontation
Europe » dichiara che « globalmente,
il settore bancario europeo è più robusto di quanto non lo fosse tre o quattro
anni fa ». E a proposito di Unione bancaria e di stabilità del settore
annuncia una nuova riforma che sarà operativa dopo le elezioni europee. “Se i governi – aggiunge – hanno motivi di trattare prima la separazione dei rischi, io rispetto le
loro ragioni…La legge di riforma strutturale delle banche deve preservare la
diversità del settore bancario, limitare i rischi e e tener conto delle leggi
nazionali. In certi casi noi potremo andare più lontano negli obblighi assunti.”
A chiusura dell’intervista il Commissario afferma che “in relazione allo choc inaudito della crisi che ha gettato milioni di
persone nella disoccupazione e ha corso il rischio di far esplodere la zona
euro, il bilancio più attivo di questa Commissione è stata la regolazione”
e conclude: “Ormai bisogna creare
l’ecosistema più ,favorevole per coloro che creano dei posti di lavoro. La vera
risposta al populismo, all’angoscia, agli estremismi è l’occupazione, la
crescita.” Nulla da eccepire. Ma per
assicurare la coerenza dell’insieme e garantire ora il collegamento del
circuito finanziario con l’economia reale
la Commissione
1. Non
ritiene che le PMI dovranno cercare altre fonti di finanziamento oltre alle
banche?
2. Non
considera che le forti differenze di trattamento riservate dalle banche ai
propri clienti rappresenti un ostacolo per il funzionamento dell’Unione
bancaria? ( una delle maggiori banche italiane, ad esempio, elenca in 13 pagine
fitte le principale condizioni economiche praticate ai clienti; la condizioni
secondarie non elencate, quante saranno?)
3. Perché
non ha previsto un’armonizzazione delle regole burocratiche per accedere ai
servizi bancari da parte dei clienti? (la stessa banca italiana per l’apertura
di un conto corrente per un non residente con la disponibilità di una carta
bancomat, rilascia un dossier di 49 pagine e pretende 13 firme)
4. Con
regole così disparate, sia per la diversità delle tariffe relative alle
condizioni economiche praticate ai clienti, sia per le differenti procedure
burocratiche in vigore, come è possibile
credere di partecipare alla stessa unione bancaria?
Non ritiene che “unione” sia una nozione che
comporta unicità di trattamento non solo per le dirigenze bancarie ma anche per
le condizioni da queste praticate nei confronti dei clienti?
IT
E-000887/2014
Risposta di Michel Barnier
a nome della Commissione
(27.3.2014)
La Commissione riconosce che “a causa della
frammentazione dei mercati finanziari, i tassi d’interesse per il credito alle
imprese e alle famiglie presentano variazioni significative da uno Stato membro
all’altro […] e il volume dei prestiti e le possibilità di finanziamento
differiscono notevolmente in funzione di dove si trova il potenziale
prenditore.”[1]
Il completamento dell’Unione bancaria costituisce l’elemento
centrale della risposta dell’UE a questa situazione. Tenendo debitamente conto
della relazione votata dal Parlamento europeo in materia, nelle prossime
settimane la Commissione
pubblicherà anche una comunicazione sul seguito da dare al Libro verde sul
finanziamento a lungo termine dell’economia[2], di
cui uno degli aspetti fondamentali sarà la facilità di accesso delle PMI ai
finanziamenti non bancari.
Inoltre, la
Commissione ha recentemente proposto numerose iniziative
legislative che consentiranno di armonizzare le pratiche seguite dalle banche
dell’Unione, di rafforzare la tutela dei consumatori e di accrescere la
concorrenza nel settore bancario a beneficio in particolare dei consumatori.
Nel maggio 2013 la Commissione ha adottato una proposta in materia
di conti di pagamento volta a fornire informazioni comprensibili e comparabili
sulle tariffe bancarie, in modo da agevolare il cambio di banca e assicurare l’accesso
ad un conto bancario di base per tutti i consumatori che non ne possiedano già
uno nello stesso Stato membro. La proposta, attualmente all’esame del
Parlamento europeo e del Consiglio, costituisce un passo significativo verso un
mercato dei servizi bancari al dettaglio più integrato e potenzialmente più
competitivo a beneficio dei consumatori europei.
Analogamente, è stato recentemente raggiunto l’accordo
politico sulla direttiva sul credito ipotecario, che favorirà la concessione
responsabile di mutui.
Infine, la revisione della direttiva sui servizi di pagamento
e il regolamento relativo alle commissioni interbancarie per i pagamenti
mediante carta dovrebbero assicurare un’informazione adeguata dei consumatori e
condizioni di parità.