energia pulita che inquina

A seguito di un’inchiesta
del Sunday Times , allo stato attuale almeno la metà della produzione fotovoltaica
mondiale sarebbe un grave danno all’ambiente. Dietro la produzione dei
pannelli solari – afferma l’inchiesta – si nascondono processi d’inquinamento
ambientale. In Cina, dove è prodotta più della metà dei pannelli del mondo,
le aziende locali avrebbero disperso nell’ambiente circostante oltre 300mila
tonnellate di residui industriali in più, rispetto a quelli dichiarati dai
vertici delle società. Tra i contadini dell’area vicino a un’azienda a sud di
Shanghai – secondo il giornale inglese – sarebbero aumentati negli ultimi
anni i casi di morte per cancro. Premesso che non bisogna confondere lo
strumento con i produttori, in questa situazione non va stigmatizzato il
prodotto in sé, ma la politica industriale cinese che non ha alcun rispetto
per l’ambiente. I pannelli fotovoltaici, se si vuole, possono prodursi e
smaltirsi senza inquinare. Ma l’operazione di smaltimento – pare – sarà dieci
volte più complessa e onerosa dello smaltimento dei rifiuti radioattivi. E’
questa la ragione che induce la Cina ad inquinare, anziché smaltire le scorie
senza danni all’ambiente?

 

La Commissione, che è certamente a
conoscenza di questa situazione,

 

1. 
ha preso iniziative verso la Cina per evitare o quantomeno
ridurre l’inquinamento ambientale dovuto alla fabbricazione dei pannelli
fotovoltaici?

2. 
Ha espresso la sua preoccupazione per il problema dello
smaltimento dei moduli fotovoltaici, così come l’ha espressa per lo
smaltimento delle scorie nucleari?

3. 
E’ sempre convinta che l’uso del foto-voltaico per la produzione
di energia, sia affettivamente conveniente per la tutela dell’ambiente e per il
consumatore?