Tra
gli effetti catastrofici della crisi finanziaria, cui ha fatto seguito una
crisi economica, c’è da considerare anche la situazione delle aziende
serricultrici, che in Italia avevano approfittato della riduzione delle accise
sul gasolio, concessa dal governo. Con l’imposizione dell’Unione di
interrompere tale riduzione, il comparto serricolo, nella miacircoscrizione elettorale e nel resto
d’Italia, si trova in una situazione insostenibile, perché si chiede agli
imprenditori del settore di pagare la differenza sul contributo accise, con
retroattività fino al 2002. Vi sono aziende che dovrebbero pagare una media tra
50mila e 100mila euro di pregresso. Cosa impensabile, considerando l’attuale
situazione di crisi che il mercato sta attualmente attraversando. Queste
aziende, tra l’altro, vorrebbero utilizzare il metano anziché il gasolio, ma la
maggior parte dei Comuni prima ha pensato alle abitazioni e poi alle serre, che
normalmente si trovano distanti dai comuni d’appartenenza.
La
Commissione, data la
precaria situazione economica di queste aziende,
- non ha
mai considerato l’opportunità di una deroga al divieto dell’applicazione
della riduzione delle accise per il gasolio? - A
proposito della distorsione eventuale della concorrenza, come valuta a
questo proposito il
finanziamento enorme fatto ad alcune banche dell’Unione con il denaro dei
contribuenti, rispetto ai danni concorrenziali provocati dalla riduzione
delle accise in un settore produttivo abbastanza ridotto? - Ritiene
che le aziende serricultrici possono permettersi il lusso di fallire,
contrariamente a quanto non dovrebbe accadere per le banche? - Cosa
intende decidere per combattere la crisi del settore serricolo?