E’ IL MOMENTO DI AGIRE REALIZZANDO POLITICHE NUOVE E GIUSTE

Piangiamo, parliamo, da anni, ma poi non si agisce concretamente, né In Italia né In Europa.

Per impedire i troppi morti che ormai quasi quotidianamente rendono il Mediterraneo un cimitero a cielo aperto non basta trovare nuove regole per le Ong, cercare e colpire gli scafisti ed i trafficanti di uomini che li comandano, affermare che per evitare i morti la soluzione è non far partire i migranti.

I migranti partono anche se sanno che molti di loro perderanno la vita perché, nella maggior parte, perderebbero la vita anche se restassero dove sono.

Delle inumane situazioni dei campi lager della Libia ormai sappiamo molto, sono note, a chi segue la politica del terrore, le tragedie somale dove gli al-Shabaab imperversano con violenze e stragi di ogni genere e su quanto avviene in Afghanistan non c’è bisogno di aggiungere molte parole.

Le persone cercano di sfuggire alle persecuzioni, cercano di rimanere in vita, di salvare i propri figli, cercano cibo dopo che in paesi come Eritrea ed Etiopia non piove da anni e siccità e carestia sono consolidate.

Certo sicuramente tra i tanti disperati ci sono infiltrazioni di personaggi pericolosi o che non sono da annoverare tra le categorie sopra indicate: tra i migranti per fame, per guerra, per la ricerca della libertà, ma sta a noi individuare chi deve essere respinto e va fatta monte.

Nessuna politica per l’immigrazione avrà mai successo senza regole chiare e condivise ed in assenza di un piano per i rifugiati, senza che si affrontino i drammatici e annosi problemi dei tanti campi profughi, non solo in Africa o in Turchia, senza che si risolva il problema delle quote, delle quali ogni paese europeo dovrebbe da tempo farsi carico.

E nessuna politica avrà successo se mancherà una concreta politica di aiuti per quei paesi con i governi dei quali è possibile instaurare rapporti per evitare che gli aiuti si trasformino in elargizioni economiche per gli stessi governanti.

Aiuti: significa costruire i pozzi per i villaggi africani, desalinizzare l’acqua del mare dove acqua dolce non c’è, significa dare vita a progetti agricoli, di sostegno alle donne, di lotta all’infibulazione, significa offrire ai più giovani qualche reale proposta e speranza di studio e di lavoro.

Una delle prime iniziative dovrebbe essere, da parte europea, la presa in carico dei campi profughi in Libia e negli stati vicini, con personale europeo per il controllo della gestione, non si può chiedere a nessuno di morire di fame o di sopportare torture e privazioni ingiustificabili!

Se vogliamo cominciare ad evitare le stragi, che periodicamente ci vedono spendere lacrime e parole sui morti del Mediterraneo, è arrivato il momento di agire non creando nuove sofferenze ma immaginando, realizzando politiche nuove e giuste.