DRAGHI: IL MODELLO SOCIALE EUROPEO E’ MORTO, BILL GATES: RITORNO ALL’AGRICOLTURA

Draghi annuncia: il modello sociale europeo è morto!


Chi lo ha fatto morire?


Quando muore un modello sociale, quando togli alla gente quello che gli avevi dato, anche quello che non aveva chiesto ma a cui si era abituata, non si dovrà almeno fare il mea culpa per le previsioni sbagliate, per i passi azzardati, per gli errori macroscopici commessi?


Le banche , il sistema finanziario, i cosiddetti poteri forti, tra i quali si annovera tanta parte di quel mondo industriale teso solo al profitto momentaneo e incapace di valutare le conseguenze a lungo termine, non sono forse i primi responsabili? I soli responsabili insieme, ovviamente, a quei rappresentanti di partiti e istituzioni tenuti quasi a libro paga. Perché la paga non è solo il denaro ma anche l’illusione di onnipotenza, l’adulazione e la compiacenza.


Se il modello sociale europeo è morto quale modello ci prospettano ora coloro che si propongono di rimodellare la nostra vita dopo averla quasi distrutta  scientemente o per incapacità?


I latini dicevano “Tertium non datur” oggi perciò dovremmo dire che coloro che ci hanno portato a questa situazione erano o  stupidi o banditi ma è invece sempre più radicata la sensazione che siano stati entrambe le cose.


Non tolgo nulla alla preparazione e alle capacità di Draghi dicendo che anche lui, come tanti  altri grandi banchieri ed economisti, non può essere escluso dal gruppo che non ha individuato le avvisaglie della caduta del sistema, che non ha messo in essere gli accorgimenti per rallentarne la caduta e per utilizzare quel tempo per dare corpo ad un sistema nuovo, adatto alle esigenze del terzo millennio.


Morto il comunismo tutti coloro che reggevano la finanza mondiale non si sono posti il problema che anche il capitalismo, nella forma nella quale lo avevamo conosciuto, sarebbe andato ad esaurimento.


Finito il periodo del nemico storico, finita l’epoca delle diplomazie e di molte delle barriere commerciali e culturali, inaugurata precipitosamente l’epoca della mondializzazione e della comunicazione globale, immediata e senza regole, diventato il commercio internazionale l’effettivo strumento di politica estera, bisognava capire che tutto stava cambiando e che l’immobilismo da un lato o il frenetico movimentismo dall’altro non avrebbero offerto soluzioni.


Mentre l’espansione cinese riusciva ad essere insieme  aggressiva, minacciosa,  ma anche capace di blandire, di promettere e di aiutare i governi in crisi e le economia traballanti, era evidente che si sarebbe dovuto a dar vita ad un nuovo sistema. Non bastava qualche correttivo, per altro fatto malamente, non bastava  fare riferimento a  vecchie crisi del passato, che potevano offrire come spunto solo manovre di piccolo cabotaggio. Non bastava e non è bastato come non basta oggi  aumentare le tasse o la burocrazia per risanare i bilanci degli stati e dei singoli.




Siamo di nuovo di fronte ad una finanza virtuale che ignora l’economia reale: si insegue una società di servizi ignorando che a monte si deve tornare ad  essere in grado di poter consumare ma che non sarà più concesso poter sperperare. Servizi e commercio possono esistere e svilupparsi quando agricoltura e manifatturiero sono riconosciuti come parte essenziale del sistema economico.


Bill Gates parla di agricoltura, sottolinea la necessità di potenziare gli investimento in questo settore.


Siamo perfettamente d’accordo: per vivere bisogna mangiare e perciò poter avere, almeno in parte, una indipendenza alimentare. Bisogna saper assicurare la vita a milioni di persone che oggi vivono in carestia e disperazione ma dobbiamo saper garantire anche coloro  che, uscendo gioco forza dal mercato dell’abbondanza, si trovano a fare conti con un carrello della spesa più pesante della loro busta paga o della loro pensione.


L’agricoltura deve tornare ad essere una grande risorsa ma vogliamo anche chiarire che non vogliamo un’agricoltura che, senza le adeguate garanzie, faccia proliferare la coltivazione di prodotti che possono essere rischiosi per la salute.


L’Agricoltura è la grande risorsa della vita per la vita e la vita, per continuare, ha bisogno che l’ambiente sia rispettato e che gli umani ritrovino la capacità di comunicare direttamente, aldilà del necessario utilizzo dei mezzi informatici e delle più nuove tecnologie.


La macchina deve rimanere uno strumento utilizzato dalla volontà dell’uomo: se invece l’uomo diventa schiavo della macchina, di ciò che è esterno a lui, si condanna ad un nuovo colonialismo: quello dell’intelligenza virtuale sull’intelligenza reale.


Per questo vogliamo sapere qual è il nuovo modello sociale che ci propongono e vogliamo decidere noi se lo riteniamo corretto  ed adeguato perché una cosa è certa: il nuovo modello non potrà essere proposto  ed approvato solo dalle banche e  dalle multinazionali.