DEBITI STATALI E DERIVATI FINANZIARI

Il salvataggio annunciato della Dexia offre lo spunto per cercare di chiarire i punti nodali della crisi scoppiata nel 2008 e non ancora risolta. I governi e le autorità finanziarie da un anno a questa parte puntano il dito contro quegli Stati che hanno debiti insostenibili e che si trovano ai margini del default. E’ vero tuttavia che la crisi odierna fa parte della debolezza degli Stati e della insostenibilità dei loro debiti pubblici, ma è pur vero che la crisi è del sistema finanziario internazionale e non solo dei singoli Stati e del loro debito..  Alcune scuole di pensiero sostengono che sarebbe sano ed opportuno permettere la bancarotta di quei governi spendaccioni che da diversi anni non hanno saputo allineare la spesa alle entrate. Altre sostengono che se la bancarotta è dichiarata da uno Stato che fa parte della zona euro le conseguenze sarebbero disastrose e si ripercuoterebbero sulla moneta comune e quindi anche sugli altri Stati facenti parte della zona. Molti ritengono che un intervento risolutivo da parte delle banche centrali e della BCE risolverebbe il problema. Ma la banche centrali si identificano negli Stati e per quanto riguarda la BCE il Fondo di Stabilità previsto sarebbe insufficiente a garantire la sicurezza dell’Euro. L’acquisto di titoli degli Stati in difficoltà da parte della BCE ripropongono condizioni già viste e non risolutive, che tra l’altro non contengono il rilancio economico nei loro meccanismi. La calma apparente che potrebbe essere prodotta non modificherebbe la cause e la crisi continuerebbe a riprodursi.


 


La Commissione:


 


1.      Non ritiene che dovrebbe essere la politica a raddrizzare le cose, a indirizzare le decisioni e a dettare le condizioni e le regole, senza illudersi che i mercati possano fare i miracoli?


2.      Non crede, dopo averlo affermato in più occasioni, che se la crisi finanziaria è sistemica,  la soluzione vada trovata in una grande riforma del sistema, senza tener conto della pressione delle lobby bancarie?


3.      Non considera opportuno togliere ogni autorità alle agenzie di rating, non potendosi più tollerare che  le loro valutazioni dettino legge agli investimenti?


4.      Non reputa necessario prosciugare l’enorme quantità di derivati finanziari, a cominciare dagli Otc, introducendo da subito chiare misure per proibire azioni speculative allo scoperto e ristabilendo un moderno Glass-Steagall Act, separando l’attività delle banche commerciali da quella delle banche d’investimento, al fine di evitare l’uso dei risparmi per la speculazione?


5.      Può dirci se meritano maggiore protezione gli Stati, la vita e il lavoro dei cittadini, oppure i mercati e gli speculatori?


 



E-009448/2011


Risposta di Michel Barnier


a nome della Commissione


(9.12.2011)


 


 


1. L’onorevole parlamentare sa certamente che dalle riunioni del Consiglio europeo e dagli incontri dei leader dell’eurozona che hanno avuto luogo il 23 e il 26 ottobre scorso sono scaturite iniziative importanti e di vasta portata per stabilizzare la situazione del debito sovrano e rafforzare le banche nell’UE.


2. In merito al sistema finanziario, la Commissione condivide l’opinione dell’onorevole parlamentare sulla necessità di una riforma del sistema e, in particolare, ha adottato proposte legislative intese a rendere più resiliente il sistema bancario e a tutelare i risparmiatori e i contribuenti, recependo nell’ordinamento europeo l’accordo Basilea 3 che mira a introdurre condizioni più severe in materia di capitale, liquidità e rapporto di indebitamento.


 


3. In linea con gli impegni internazionali assunti nel quadro del G20, la Commissione si è impegnata a ridurre l’eccessiva dipendenza dai rating del credito. Una prima misura in tal senso è stata incorporata nella proposta di modifica della direttiva sui requisiti patrimoniali, adottata dalla Commissione il 20 luglio 2011, nella quale essa propone di instaurare l’obbligo per le banche di condurre una propria analisi dei rischi anziché basarsi in maniera automatica e meccanica sui rating esterni. Il 15 novembre 2011 la Commissione ha adottato una proposta legislativa intesa a rafforzare il quadro giuridico applicabile alle agenzie di rating.


4. I derivati finanziari possono essere utili alle imprese per premunirsi contro i rischi finanziari legittimi, dovuti ad esempio alle fluttuazioni monetarie. In una certa misura, tutte le attività di mercato possiedono un elemento speculativo, legato alla stima delle probabilità di aumento o di calo del prezzo di un’azione o di un prodotto finanziario. In certi casi, tuttavia, l’eccessiva speculazione può essere ovviamente deleteria e, in questo contesto, l’opacità è particolarmente dannosa.


 


5. Sulla base delle proposte della Commissione, l’Unione interviene con determinazione per risolvere la crisi del debito sovrano, consolidare e stabilizzare il sistema finanziario nell’UE, migliorare sicurezza e trasparenza sui mercati finanziari, compresi quelli dei derivati, tutelare gli investitori e limitare gli eccessi speculativi.