Danni dalla musica ad alto volume?

Alcuni specialisti guidati da Jordi Coromina del Centro medico Teknon di Barcellona hanno di recente condotto uno studio su un gruppo di giovani che abitualmente ascoltano musica ad alto volume utilizzando i lettori tascabili mp3. I dati di questa ricerca sono davvero preoccupanti, addirittura allarmanti. Infatti ascoltare musica ad alto volume non solo aumenta il rischio della perdita irreversibile del 30 per cento dell’udito col conseguente ricorso all’uso di apparecchi auditivi, ma può anche essere la causa di molti altri problemi legati all’udito. Gli apparecchi mp3, essendo in grado di raggiungere valori di potenza del suono pari a 120-130 decibel, cioè un valore di gran lunga superiore alla soglia dell’inquinamento acustico delle città fissata per legge a 65 decibel, sono particolarmente pericolosi. Il problema non riguarda soltanto i giovani, come si potrebbe pensare. La prevenzione dovrebbe iniziare fin dai primi mesi di vita. Addirittura alcuni studi scientifici italiani rilevano che le onde sonore possono rappresentare un grave fattore di rischio per il feto causando parti prematuri, malformazioni e ritardi nella crescita.
Per quanto riguarda l’Italia, nonostante la legislazione sia chiara in materia di decibel consentiti sul posto di lavoro e in città, mancano tuttavia studi scientifici specifici sui rischi dell’utilizzo dei lettori mp3. Un piccolo passo avanti è stato fatto da alcune aziende che commercializzano l’iPod, tra cui Apple, le quali hanno ideato dei software per regolare il limite massimo di volume attraverso codici di accesso. Secondo alcuni ricercatori italiani i dati forniti dagli studiosi spagnoli sono eccessivi. Resta il fatto che non essendoci altri dati epidemiologici il problema non è adeguatamente trattato.
 
Sulla base di queste considerazioni,
  
la Commissione
  
1.   conosce altri studi o è in possesso di ulteriori dati al riguardo?

 
2.   Non ritiene che il rischio oggettivo causato dai lettori mp3 possa essere un vero e proprio pericolo se sottovalutato e non sufficientemente studiato?

 
3.   Non ritiene opportuno istituire commissioni scientifiche specifiche in più paesi europei al fine di inquadrare il fenomeno e di far conoscere soprattutto ai giovani i rischi che corrono?

 4.   Ha altre iniziative da proporre?

Risposta data da Meglena Kuneva a nome della Commissione

La Commissione desidera informare l’Onorevole parlamentare riguardo al parere del comitato scientifico dei rischi sanitari emergenti recentemente identificati (CSRSER), del 23 settembre 2008, sul rischio potenziale per la salute collegato all’esposizione a rumori derivati da apparecchi musicali personali e da telefoni cellulari che comprendono una funzione musicale. Il parere è pubblicato al seguente indirizzo:

http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/scenihr_o_018.pdf.

La Commissione ha richiesto il parere scientifico indipendente nel giugno 2007 a causa delle crescenti preoccupazioni relative ai rischi per l’udito, in particolare per gli adolescenti e i bambini, che derivano da attività del tempo libero come, ad esempio, l’utilizzo di apparecchi musicali personali. Recentemente le vendite degli apparecchi musicali personali (AMP) sono aumentate in modo significativo, in particolare quelle degli apparecchi MP3. Nell’Unione europea vari milioni di persone utilizzano tali apparecchi giornalmente. Questi, se usati in modo inadatto, mettono a rischio le capacità uditive.

In base al parere scientifico l’ascolto di apparecchi musicali personali ad alto volume per un lungo periodo può portare ad un danno permanente all’udito. Il parere dimostra che il 5-10 % degli utilizzatori di tali apparecchi rischia una perdita di udito permanente se l’apparecchio è utilizzato per più di cinque ore la settimana ad alto volume (oltre 89 decibel), per almeno cinque anni. Oltre agli effetti sull’udito, come la perdita temporanea o permanente dell’udito, e il fischio nell’orecchio (tinnitus), altri effetti negativi durevoli e irreversibili non collegati all’udito possono essere derivati da un ascolto eccessivo degli apparecchi musicali personali. Tra questi gli effetti sul sistema cardiovascolare, sul processo cognitivo, sul livello di concentrazione e gli effetti schermo.

La Commissione tiene a rassicurare l’Onorevole parlamentare sul fatto che la questione è stata sottoposta ad attento esame. Sulla base delle prove scientifiche la Commissione sta organizzando una conferenza che avrà luogo a Bruxelles all’inizio del 2009 per valutare i dati forniti dal comitato scientifico e che prevede la partecipazione degli Stati membri, dell’industria, dei consumatori e delle altre parti in causa per determinare gli orientamenti per il futuro. Il seminario esaminerà le precauzioni da prendere, oltre che le soluzioni tecniche per diminuire i danni all’udito e la necessità di ulteriori regolamenti o di modifiche alle attuali norme relative alla sicurezza per proteggere i consumatori.

Per quanto riguarda gli studi disponibili, il comitato scientifico ha esaminato documenti provenienti da un’ampia gamma di fonti, comprese le riviste scientifiche specializzate e le relazioni pubblicate da organizzazioni professionali, governative e non governative e istituzionali. Il parere fornisce un elenco esaustivo delle fonti.

 

Il comitato scientifico ha altresì raccomandato che vengano continuate le ricerche sulle seguenti priorità:

attuale modalità d’uso degli AMP: durata, livello delle emissioni, scelta di un elevato livello di intensità sonora e esposizione degli utenti ad altre fonti sonore di elevato livello;
relazione tra i suoni di livello elevato, la perdita dell’udito e il tinnitus, e i problemi relativi al deficit dell’attenzione e quelli collegati al processo cognitivo nei bambini e nei giovani;
studi a lungo termine che utilizzano misurazioni più sensibili relative alla perdita di udito per valutare l’impatto degli AMP sull’udito e per identificare potenziali sottogruppi maggiormente a rischio;
base biologica della suscettibilità individuale al rumore e benefici derivati da trattamenti farmacologici; 
verifica del fatto che l’ascolto volontario eccessivo degli AMP possa portare a problemi duraturi e irreversibili per quanto riguarda il processo cognitivo e i deficit dell’attenzione dopo la cessazione del rumore.