CINA E IRAN: VIOLENZA E CONDANNE CONTRO LE OPPOSIZIONI

4/3/2011


Un vento di rivolta soffia anche a Pechino e a Teheran con manifestazioni popolari che condannano la violenza del regime e chiedono maggiore libertà. In Cina vengono arrestati i dissidenti e viene censurato il web; in Iran si spara contro i cortei, si arrestano i capi dell’opposizione Karrubi e Moussavi e si commina la pena di morte a Utan Kian, l’avvocato di Sakinen, la donna la cui condanna a morte per lapidazione ha provocato una imponente mobilitazione internazionale. I dissidenti, in entrambi i paesi, non rinunciano alle loro pacifiche manifestazioni, con il rischio che la violenza dei due regimi antidemocratici provochi ulteriori vittime. Come sta accadendo nei paesi del Nord Africa, le popolazioni e soprattutto i giovani cominciano a reagire alle dittature ed usano il web per la mobilitazione e l’organizzazione dei raduni di piazza. Da ciò il pugno di ferro usato contro i manifestanti in Cina ed in Iran e la censura informatica che impedisce di trasmettere e ricevere messaggi.


Può la Commissione riferire:


1.    come pensa di poter agire per contribuire a evitare il peggio e salvaguardare vite umane;


2.    in che misura le relazioni con questi due paesi permettono all’UE di difendere i diritti umani e di impedire condanne ingiuste e disumane come quelle che riguardano Sakinen e il suo avvocato e i due oppositori Karrubi e Moussavi;


3.    se ritiene che, con quel che sta accadendo in queste settimane, non sia giunto il momento di rivedere il contenuto degli accordi anche commerciali ed i programmi di aiuto con i paesi che non sono retti da regimi democratici, onde poter finalmente esercitare valide pressioni per la tutela dei diritti umani nell’interesse delle popolazioni coinvolte?


 



IT


E-002436/2011
Risposta dell’Alto rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton


a nome della Commissione


(22.6.2011)


 


 


L’UE è seriamente preoccupata per il continuo aggravarsi della condizione dei diritti umani rispettivamente in Iran e Cina.


 


Ha infatti rilasciato numerose dichiarazioni circa i diritti umani in Iran, in particolare in merito al netto aumento delle esecuzioni nel 2011. Dall’inizio del 2011, l’Alto rappresentante, la Commissione e gli Stati membri dell’UE sono impegnati in intensi dibattiti su come rendere più efficace l’azione dell’UE per i diritti umani in Iran. In occasione del loro incontro del 21 marzo 2011, i ministri dell’UE hanno adottato delle conclusioni delineando una duplice modalità di intervento basata tanto su misure positive, in particolare il sostegno alla società civile iraniana, quanto su misure negative. Il 12 aprile 2011 sono state adottate misure restrittive mirate contro 32 iraniani responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Allo stesso tempo, l’UE ha dato la propria disponibilità a discutere di questioni relative ai diritti umani con le autorità iraniane e a mantenere aperti i canali di comunicazione, e ha inoltre contribuito attivamente a far sì che si riuscisse ad adottare una risoluzione sull’Iran alla 16ª sessione del Consiglio delle Nazioni Unite (ONU) per i diritti umani tenutasi nel marzo 2011.


 


L’UE ha reiteratamente espresso alle autorità cinesi la propria profonda preoccupazione circa le sempre più gravi e diffuse violazioni dei diritti umani in Cina. Più recentemente, in una dichiarazione del 12 aprile 2011, l’Alto rappresentante/Vicepresidente (AR/VP) ha deplorato il fatto che un gran numero di avvocati, scrittori, giornalisti, firmatari di petizioni, artisti e blogger, nelle ultime settimane, siano stati oggetto di arresti arbitrari e altre forme di vessazione, oppure siano semplicemente scomparsi, e ha condannato la comminazione di lunghe pene detentive ai dissidenti, nonché le restrizioni imposte al lavoro di giornalisti stranieri. L’AR/VP ha reagito con grande preoccupazione all’arresto di Ai Wei Wei e ha chiesto la fine degli arresti arbitrari e delle sparizioni. Ha esortato le autorità cinesi a chiarire le sorti di tutti quanti siano scomparsi di recente, ha fatto appello alla Cina affinché il trattamento degli individui in questione sia pienamente conforme alle norme internazionali in materia di diritti umani e allo Stato di diritto e ha esortato la Cina a rilasciare tutti quanti siano oggi detenuti per aver esercitato il loro diritto, universalmente riconosciuto, alla libertà di espressione. L’UE continuerà a sollevare tali questioni nei prossimi incontri con autorità cinesi, in particolare in occasione del dialogo UE-Cina sui diritti umani previsto per il 16 giugno 2011.


 


L’UE non ha al momento accordi o programmi di cooperazione con la Repubblica islamica dell’Iran, ma auspica di poter dare un sostegno diretto agli attori della società civile. Ha tuttavia una serie di programmi di cooperazione con la Cina, diretti a migliorare il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. L’UE sovvenziona la Scuola sino-europea di studi giuridici, oggi al suo terzo anno di attività. Sono in corso inoltre consultazioni con il ministro della Pubblica Sicurezza circa l’eventualità di aggiornare la formazione delle forze di polizia cinesi a partire dal 2011. Tale progetto formerà il corpo di polizia su questioni quali le indagini giudiziarie, il mantenimento dell’ordine pubblico con particolare attenzione al controllo della folla e la lotta alla criminalità organizzata internazionale, forte anche di una cooperazione con Europol. Sono in corso colloqui con il ministro della Giustizia in merito al sostegno dell’UE all’assistenza giudiziaria in Cina.


 


L’UE ha seguito da vicino il caso del Sig. Houtan Kian, ma non può confermare le notizie relative alla presunta condanna a morte a suo carico. L’Unione ha recentemente sollevato tale questione dinanzi alle autorità iraniane a Teheran.