Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005406/2011
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Vito Bonsignore (PPE), Barbara Matera (PPE), Raffaele Baldassarre (PPE), Erminia Mazzoni (PPE), Gabriele Albertini (PPE), Giovanni La Via (PPE), Carlo Fidanza (PPE), Alfredo Antoniozzi (PPE), Licia Ronzulli (PPE), Alfredo Pallone (PPE), Aldo Patriciello (PPE), Potito Salatto (PPE), Roberta Angelilli (PPE), Antonio Cancian (PPE), Salvatore Iacolino (PPE), Marco Scurria (PPE), Paolo Bartolozzi (PPE), Clemente Mastella (PPE), Amalia Sartori (PPE), Cristiana Muscardini (PPE), Mario Mauro (PPE) e Lara Comi (PPE)
Oggetto: Caraffe filtranti
In Italia Mineracqua, Federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturali, delle acque di sorgente e delle bevande analcoliche, ha presentato, presso la procura di Torino, un esposto riguardo l’efficacia e la capacità delle caraffe filtranti di rendere “pura” l’acqua potabile dei rubinetti delle case.
Dalle dichiarazioni del Pubblico Ministero, che sta seguendo il caso, si evince che le caraffe non favorirebbero la purificazione dell’acqua ma anzi, i filtri di carbone attivo potrebbero rilasciare delle sostanze dannose per la salute dei consumatori.
Per quanto riguarda la durezza, poi, le analisi hanno dimostrato che i filtri di tali caraffe abbattono i livelli di calcio e magnesio, ma gli stessi filtri non vanno usati se la durezza dell’acqua è inferiore ai 19 gradi francesi, come, ad esempio, in provincia di Torino.
In alcune caraffe, inoltre, il PH dell’acqua sale fino a 9.5, contro un limite di legge di 6.5, e con un tale livello di acidità l’acqua risulterebbe non potabile. Nelle acque filtrate, infine, sono state riscontrate tracce di ammonio, sodio, potassio e argento in valori superiori a quelli contenuti nell’acqua del rubinetto.
Alla luce di tali osservazioni, si chiede alla Commissione:
1. se intenda avviare una più approfondita indagine conoscitiva, utile ad accertare la veridicità delle informazioni fornite dai produttori delle caraffe filtranti e a verificare che i liquidi filtrati non compromettano in qualche modo la salute dei consumatori;
2. qualora fossero accertate le analisi, quali misure la Commissione intende adottare per tutelare la salute dei consumatori;
3. quali misure la Commissione intende adottare, oltre a quelle già esistenti, per evitare che attraverso messaggi pubblicitari ingannevoli sia carpita la buona fede dei consumatori.
E-005272/2011
E-005406/2011
Risposta di John Dalli
a nome della Commissione
(11.7.2011)
La protezione della salute umana dalle sostanze nocive provenienti dai materiali a contatto con gli alimenti è un importante obiettivo politico della Commissione. Le caraffe menzionate in queste interrogazioni rientrano nel campo di applicazione del regolamento (CE) n. 1935/2004[1] riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Tale regolamento stabilisce le condizioni e le procedure per l’immissione sul mercato di tali materiali o articoli e prescrive che tali prodotti non debbano modificare in modo inaccettabile la composizione dell’alimento e che non devono fuorviare i consumatori. Esiste quindi già un’appropriata legislazione comunitaria che deve essere fatta rispettare dalle autorità nazionali. Allorché esse riscontrano che un articolo può presentare gravi rischi per la salute pubblica le autorità nazionali devono notificarlo alla Commissione e agli altri Stati membri per il tramite di un apposito meccanismo di notifica. Le caraffe menzionate nelle interrogazioni non sono state oggetto di nessuna notifica di tale tipo. La Commissione intende però seguire da vicino il caso.