CANCELLARE LA STORIA

Succede che il Ministero delle Finanze italiano non riconosce il vero luogo di nascita dei cittadini italiani  nati in Venezia Giulia e in Dalmazia prima della seconda guerra mondiale e poi divenuti esuli nel 1945 per sfuggire alla dittatura comunista del maresciallo Tito. Sui moduli burocratici non viene indicata, ad esempio, Fiume come città natale, ma semplicemente Jugoslavia, quando invece prima del 1945 Fiume apparteneva al Regno d’Italia. Se la giustificazione della non menzione fosse che Fiume non esiste più, sarebbe stato più utile indicare la città col nome croato. Anche la Jugoslavia, infatti, non esiste più. Perché menzionarla allora?

 M’accorgo di porre interrogativi ai quali la Commissione non può rispondere.

Alla Commissione chiedo invece. 

1.   Non considera irragionevole e incoerente cancellare da documenti ufficiali la denominazione della città d’origine che figurava sull’atto di nascita?

2.   Non ritiene che la scomparsa del nome della città natale può rappresentare un attentato alla propria identità?

3.   Non pensa che il riconoscimento vero del luogo d’origine, con gli aspetti identitari che ciò comporta, rientri nei diritti umani.Può affermare che la scelta politica e burocratica che denunciamo e che ha una forte valenza ideologica, si riduce nei fatti alla cancellazione della storia?