VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTU’…?

In molti sostengono che le persone vanno giudicate per quanto producono di utile di giorno e non per quanto fanno di notte.


E’ una considerazione sulla quale si può aprire un confronto se però sono rispettate alcune premesse:


1. quello che si fa di notte, cioè nel proprio privato, non deve né in tutto, né in parte, violare le leggi che regolano il paese nel quale si vive, non si deve cioè commette nessun reato né indurre altri a commetterne;


2. ciascuno ha diritto al rispetto della propria privacy purché non entri in contrasto con la funzione, il ruolo che si ricopre perché, specie per i più alti incarichi di responsabilità, non vi può essere un totale distinguo tra la sfera pubblica e la sfera privata. Questo non solo per una ragione di decoro delle istituzioni, ma perché non ci si può esporre a ricatti o a pressioni da parte di terzi venuti in contatto, in modo diretto o indiretto, con la cosiddetta sfera privata di un rappresentante di una funzione pubblica. Chi rappresenta le istituzioni non ha diritto a un ‘privato’ che, se reso ‘pubblico’, possa portare danno alla posizione ricoperta, ad altre istituzioni, al paese che rappresenta;


3. la bugia, la menzogna sulla propria vita privata di fronte alla comunità sancisce l’inaffidabilità di colui che mente e perciò sfugge alle proprie responsabilità. In molti paesi, non solo occidentali, l’avere mentito o l’essersi comportati, pur se solo nella sfera privata, in maniera anche minimamente contrastante con il ruolo che si ricopre, ha portato alle dimissioni di molti importanti rappresentanti sia politici che di persone che comunque avevano un ruolo nella società, pensiamo ad insegnanti, sacerdoti, alti funzionari. Non si può avere rappresentanza istituzionale e ruolo politico se non si è in grado di affrontare, in modo trasparente verso l’opinione pubblica e la magistratura, i propri eventuali errori. La magistratura ha diritto, a difesa della collettività, di chiarire se vi siano stati comportamenti illeciti o al limite del lecito ma con conseguenze negative per la collettività;


4. non si può ignorare che attività notturne, reiterate, che impediscono il sonno ed il riposo, hanno ricadute sulle attività diurne siano esse lavorative che di rappresentanza. Coloro che passano le notti intrattenendosi in ‘festini’, che frequentano assiduamente locali notturni, che bevono smodatamente, che utilizzano sostanze stupefacenti o psicofarmaci che modificano e alterano in modo significativo il comportamento ‘normale’, non possono essere in grado, di giorno, di rispondere alle esigenze molteplici di una società complessa che richiede risposte celeri ma ponderate, analisi globali delle situazioni, confronti consapevoli con i propri omologhi;


5. l’utilizzo, fuori dal contesto legittimo, del potere che deriva dalla funzione pubblica che si ricopre, sia pure in una società molto permissivista, è reato ed è comunque condannabile quando porta benefici illeciti a se stessi o a terzi, a prescindere da eventuali danni ad altri. Dovrebbe essere arrivato il momento di domandarci perché debbano pesare sul bilancio dello Stato scorte e apparati di sicurezza messi a tutela degli svaghi dei potenti che non temono di mettere a repentaglio la sicurezza dello Stato o la sua credibilità intrattenendo rapporti con persone, o frequentando luoghi, che sono sostanzialmente a rischio.


 


Poche considerazioni per porre anche a noi stessi delle domande che esigono risposte prima di poter cominciare il confronto tra ciò che è sfera pubblica e sfera privata per tutti coloro che, per libera scelta, hanno deciso di ricoprire un incarico pubblico a qualsiasi livello.