VIOLENZA SUGLI ANIMALI

Come
dovrebbe essere noto, la legislazione UE sul benessere degli animali è di assai
vasta portata.  Va dagli allevamenti agli
zoo, dalla sperimentazione nei laboratori alla circolazione e al trasporto di
animali da compagnia. C’è tuttavia un settore in cui la violenza sugli animali
è palese e talvolta legittimata dalle normative amministrative nazionali, come
quelle relative all’autorizzazione dell’apertura di” bordelli” appositi in cui
gli animali vengono sottoposti alla depravazione umana.

 

La
Commissione

 

1.    Non
ritiene che in questi luoghi venga esercitata violenza nei confronti degli
animali utilizzati per la bisogna?

2.    E
laddove c’è violenza, non crede che si attenti consapevolmente al benessere
degli animali, che dovrebbe essere tutelato dalla normativa UE?

3.    Perché,
appunto, tale normativa non contempla la tutela del benessere contro questo
tipo di violenza sugli animali?

4.    Perché
non dichiara che questa violenza è un reato?

5.    Qualora
non conoscesse il problema, perché non fa riferimento alle petizioni presentate
e ai siti web che diffondono immagini di zooerastia (zoo sex), facilmente accessibili
anche ai bambini?


IT

E-002512/2014

Risposta di Tonio Borg

a nome della Commissione

(16.4.2014) 

 

 

I trattati UE limitano
esplicitamente la considerazione del benessere degli animali da parte delle
istituzioni UE a specifiche politiche UE come l’agricoltura  o il mercato interno[1]. In
tutti gli altri casi la competenza esclusiva è riservata agli Stati membri.

 

Le pratiche sessuali con animali
non sembrano rientrare in nessuno dei particolari obiettivi o politiche UE
elencati nei trattati UE.

 

Di conseguenza, la Commissione non
dispone della competenza giuridica per disciplinare questa materia e la
questione rimane nell’ambito di responsabilità unicamente degli Stati membri.

 

Dal momento che la Commissione non ha la
competenza giuridica in materia, non è in grado di fornire risposte specifiche
alle altre interrogazioni.

 



[1]
    Articolo 13 del trattato sul
funzionamento dell’Unione europea (GU C 326 del 26.10.2012, pag. 54):
“Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei
settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno,
della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati
membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli
animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni
legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto
riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il
patrimonio regionale.”