IL G20 DI SIDNEY

Il
tema principale del summit di Sidney non avrebbe dovuto essere la politica di
investimenti di lungo termine per riavviare la ripresa e il rilancio dei
settori delle nuove tecnologie, delle PMI e delle infrastrutture? Perché allora
la dichiarazione finale del  G20 vede
come evento principale i recenti segnali di un presunto miglioramento dell’economia
globale ed in particolare il rafforzamento della crescita negli Usa, in Gran
Bretagna e nel Giappone? Non si poteva certo riportare in dettaglio lo scontro
in realtà avvenuto tra poteri e interessi differenti, tra la politica monetaria
Usa, che prima inonda di liquidità il sistema e poi  cominciato a prosciugarlo creando fughe di
capitali dai Paesi emergenti, e le possibili ricadure negative sul resto del
mondo. Negli ultimi 12 mesi infatti il real basiliano ha perso il 24% nei
confronti del dollaro, la rupia indiana si è svalutata del 28%, il rublo russo
del 17% ed il rand sudafricano del 31%.. I Brics avevano espresso lamentele e
ci si aspettava un coordinamento delle politiche economiche e monetarie.

 

1.     Queste manovre monetarie statunitensi vanno
nel senso della riforma del sistema globale, oppure mirano esclusivamente alla
tutela dei propri ed esclusivi interessi?

2.    Perché
ancora una volta l’UE non si è distinta dalla Fed e non ha cercato di
comprendere le ragioni dei Paesi emergenti?

3.    Quale
è la ratio e la strategia di una
scelta così radicale?

Quali sono le ragioni vere che hanno spinto l’UE a
non sostenere la politica di investimenti di lungo termine per riavviare la
ripresa e il rilancio dei settori industriali e manifatturieri, comprese le PMI
e le infrastrutture?

IT

E-002513/2014

Risposta
di Olli Rehn

a nome
della Commissione

(28.5.2014)

La Commissione rispetta
l’indipendenza della Federal Reserve statunitense, come delle altre banche
centrali, e quindi non ne commenta la politica monetaria.

 

Rinvia
peraltro l’onorevole parlamentare alla dichiarazione che i leader del G 20
hanno rilasciato in occasione del vertice svoltosi a San Pietroburgo il
5-6 settembre 2013: “La politica monetaria continuerà ad essere
orientata verso la stabilità dei prezzi interni e il sostegno alla ripresa
economica secondo il mandato delle rispettive banche centrali. Riconosciamo il
sostegno fornito all’economia mondiale negli ultimi anni da politiche monetarie
accomodanti, comprese quelle non convenzionali. Siamo ben coscienti dei rischi e
degli effetti collaterali negativi indesiderati dei periodi prolungati di
allentamento monetario. Riconosciamo che una crescita più solida e duratura si
tradurrà infine nella transizione verso la normalizzazione delle politiche
monetarie. Le banche centrali si sono impegnate affinché in futuro le modifiche
all’assetto della politica monetaria siano attentamente valutate e comunicate
in modo chiaro.”

 

Alla
riunione del G 20 tenutasi a Sydney dal 22 al 23 febbraio i ministri delle
finanze e i governatori delle banche centrali hanno concordato di sviluppare
politiche ambiziose al fine di aumentare il PIL di un ulteriore 2 per cento nei
prossimi 5 anni e di precisare interventi concreti, in particolare aumentare
gli investimenti, sostenere l’occupazione e la partecipazione, rafforzare gli
scambi commerciali e promuovere la concorrenza; tali azioni costituiranno la
base delle strategie di crescita globali che saranno adottate in occasione del
vertice di Brisbane. È stato creato uno speciale gruppo di lavoro del G 20 per
guidare gli sforzi internazionali volti a stimolare gli investimenti,
segnatamente nelle infrastrutture e nelle PMI.

 

Promuovere
gli investimenti resta una priorità fondamentale per l’UE. In questo senso, il
27 marzo la
Commissione ha pubblicato una comunicazione sul finanziamento
a lungo termine[1].

 



[1]
    La comunicazione propone un pacchetto
di misure volte a stimolare nuove e diverse modalità per mettere a disposizione
finanziamenti a lungo termine e sostenere una crescita economica sostenibile in
Europa. (http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-238_en.htm)