Verso una riforma dell’OMC

 

RELAZIONE

 Verso una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio

 

 Commissione per il commercio internazionale

Relatrice: Cristiana Muscardini

 

PR_INI

INDICE

Pagina

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO……………………………… 3MOTIVAZIONE……………………………………………………………………………………………………… 12PARERE della commissione per lo sviluppo………………………………………….. 17PARERE della commissione per i problemi economici e monetari… 21ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE…………………………………….. 24 

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Verso una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio

(2007/2184(INI))

Il Parlamento europeo,

–    viste le sue risoluzioni del 15 dicembre 1999 sulla terza Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a Seattle[1], del 25 ottobre 2001 sull’apertura e la democrazia nel commercio internazionale[2], del 13 dicembre 2001 sulla riunione dell’OMC in Qatar[3], del 25 settembre 2003 sulla quinta Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio a Cancún[4], del 12 maggio 2005 sulla valutazione del ciclo di Doha a seguito della decisione del Consiglio generale dell’OMC del 1° agosto 2004[5], del 1° dicembre 2005 sulla preparazione della sesta Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio a Hong Kong[6], e del 4 aprile 2006 sulla valutazione del ciclo di Doha a seguito della Conferenza ministeriale dell’OMC a Hong Kong[7],

–    viste le dichiarazioni finali delle sessioni della Conferenza parlamentare sull’OMC adottate a Ginevra il 18 febbraio 2003, a Cancún il 12 settembre 2003, a Bruxelles il 26 novembre 2004, a Hong Kong il 15 dicembre 2005 e a Ginevra il 2 dicembre 2006,

–    visto l’accordo di Marrakech che istituisce l’Organizzazione mondiale del commercio,

–    viste le dichiarazioni della Conferenza ministeriale dell’OMC adottate a Doha il 14 novembre 2001 e a Hong Kong il 18 dicembre 2005,

–    vista la relazione del gennaio 2005 del Consiglio consultivo presieduto da Peter Sutherland sul futuro dell’OMC[8],

–    vista la relazione dell’OMC sul commercio mondiale nel 2004 concernente il ruolo dei sindacati e la mancanza di possibilità di rappresentazione degli interessi dei lavoratori nell’OMC,

–    visto il paragrafo 56 della Dichiarazione di Hong Kong sui passi necessari per assicurare la completa partecipazione e assistenza delle principali agenzie dell’ONU, compreso l’OIL, nelle attività dell’OMC e negli attuali negoziati,

–    visto l’articolo 45 del suo regolamento,

–    visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per i problemi economici e monetari (A6‑0104/2008),

A.  considerando che l’OMC svolge un ruolo essenziale tra le organizzazioni multilaterali che contribuiscono al governo economico internazionale e che esse devono operare congiuntamente per realizzare gli obiettivi del Millennio per lo sviluppo sostenibile,

B.  considerando che quando è stato avviato nel 2001 l’attuale ciclo di negoziati OMC di Doha in Qatar è stato ufficialmente denominato “Agenda di sviluppo di Doha”, sottolineando la priorità data allo sviluppo e all’aiuto ai paesi poveri affinché possano trarre maggiori vantaggi dalla liberalizzazione commerciale,

C.  considerando che l’UE annette un’importanza fondamentale alla preservazione di quanto conseguito dal sistema commerciale multilaterale e resta fortemente impegnata al successo del ciclo di Doha,

D.  considerando che, nonostante le difficoltà incontrate, i ritardi registrati nei negoziati, gli sforzi volti a portare a termine tale ciclo proseguono e vanno incoraggiati;

E.   considerando che i vari negoziati commerciali bilaterali e regionali recentemente avviati dall’UE con diversi partner in tutto il mondo devono essere complementari non possono costituire un’alternativa alla conclusione del ciclo di Doha,

F.   considerando che, al di là delle preoccupazioni immediate riguardanti la conclusione del ciclo e delle critiche delle varie posizioni sui diversi argomenti in discussione, è necessario preparare sin d’ora il dopo Doha,

G.  considerando che un importante lavoro di riflessione sul futuro dell’OMC e sulle sfide istituzionali che tale organizzazione deve fronteggiare è già stato effettuato nel 2004 dal Consiglio consultivo presieduto da Peter Sutherland; che tuttavia nessun seguito concreto è stato dato alle raccomandazioni contenute nella relazione presentata da detto Consiglio consultivo al Direttore generale dell’OMC nel gennaio 2005,

H.  considerando che urge ormai rilanciare il dibattito alla luce degli ultimi sviluppi e rivedere a fondo svariati aspetti del funzionamento dell’OMC per accrescerne sia l’efficacia che la legittimità;

I.    considerando che il dibattito istituzionale in seno all’OMC auspicato dal Parlamento europeo non è affatto incompatibile con il proseguimento e l’eventuale conclusione del ciclo di Doha,

1.   ribadisce il suo appello a tutte le parti interessate, in particolare le economie emergenti, affinché dimostrino flessibilità per sbloccare il ciclo di Doha e trovare un accordo completo, equilibrato e al contempo favorevole al rilancio del commercio internazionale e della crescita mondiale, nonché allo sviluppo dei paesi meno sviluppati del pianeta;

2.   ritiene d’altro canto che è più che mai necessario riprendere la riflessione sul processo decisionale, sul mandato, sul funzionamento e sul futuro dell’OMC in vista di un’eventuale riforma di tale organizzazione;

3.   chiede alla Commissione di presentare non appena possibile a Ginevra un’iniziativa forte in vista del rilancio del dibattito; invita la Commissione a prendere contatti informali al riguardo con gli altri membri dell’OMC che potrebbero sostenere una siffatta iniziativa e con il Direttore generale di tale organizzazione, nonché di riferirgli, entro la fine del 2008, in merito al risultato di tali consultazioni;

4.   accoglie con favore una riforma sostanziale dell’OMC e ribadisce l’importanza del commercio come meccanismo efficace a favore dello sviluppo e della riduzione della povertà; sottolinea l’importanza del multilateralismo in qualità di strumento inteso a promuovere un commercio libero ed equo e a conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite;

5.   ritiene che una forte OMC dotata di sistema commerciale internazionale basato su norme offra ai paesi in via di sviluppo l’opportunità di eliminare la povertà; si rammarica che le limitate risorse pongano i paesi in via di sviluppo in posizione di svantaggio durante le trattative; evidenzia che l’UE dovrebbe appoggiare il rafforzamento del segretariato dell’OMC e il potenziamento delle risorse per il supporto tecnico, specialmente per i membri dell’OMC in via di sviluppo, affinché siano in grado di affrontare le loro problematiche specifiche;

6.   ricorda che l’OMC è l’unica organizzazione globale con funzioni regolamentari che non fa parte della famiglia delle organizzazioni delle Nazioni Unite e che, di conseguenza, la funzione regolamentare dell’OMC si limita al settore della semplice politica commerciale; invita la Commissione a porre questo dilemma strutturale ai primi posti dell’agenda delle riforme dell’OMC;

7.   ritiene che l’esercizio proposto dovrebbe vertere in primo luogo sulle finalità stesse del sistema commerciale multilaterale al fine di impostare una cooperazione reciproca e renderlo coerente con l’azione condotta dalle altre organizzazioni internazionali; ritiene in particolare necessario rafforzare il coordinamento delle attività dell’OMC con quelle dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), del Fondo delle Nazioni Unite per l’alimentazione (FAO), del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), del programma delle Nazioni Unite sullo sviluppo (PNUD), dell’Organizzazione mondiale per la Salute (OMS), della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e del Protocollo di Kyoto sulle energie rinnovabili, onde garantire una maggiore coerenza nel processo decisionale di tali organizzazioni; è favorevole in tale ambito ad accordare all’OIL lo status di osservatore e a istituire un Comitato”commercio e lavoro decoroso” sul modello del comitato “commercio e ambiente”;

8.   chiede che venga esaminato in modo approfondito il problema di affrontare meglio le preoccupazioni extracommerciali nell’ambito delle norme dell’OMC, allo scopo di permettere ai suoi membri di perseguire obiettivi politici legittimi, pur salvaguardando l’accesso al mercato; sottolinea a tale riguardo che gli sforzi per l’adozione di norme internazionali dovrebbero essere sostenuti con fermezza dall’UE e che ai paesi in via di sviluppo dovrebbero essere concessi  gli aiuti necessari affinché possano rispettare tali norme;

9.   chiede che in seno alle Nazioni Unite siano esaminate, in collegamento con l’OMC, le nuove relazioni da stabilire tra le organizzazioni multilaterali per assicurare la coerenza delle rispettive azioni e dei vari accordi e convenzioni internazionali nell’interesse dello sviluppo sostenibile e dell’eliminazione della povertà;

10. è del parere che il requisito più difficile per la coerenza tra il sistema ONU e l’OMC sia la necessità che quest’ultima adotti norme commerciali che rispettino pienamente i diritti dell’uomo e le norme sociali e ambientali;

11. sostiene un’impostazione basata sugli incentivi concernente l’osservanza delle norme ambientali e sociali da parte dei membri dell’OMC, ma chiede anche l’esame di misure compatibili dell’OMC per affrontare il dumping sociale e ambientale;

12. sostiene l’esigenza di un’analisi delle problematiche sociali, di genere e ambientali, come l’occupazione, i diritti dei lavoratori e le disposizioni correlate, nell’ambito del futuro esame del meccanismo di revisione della politica commerciale da parte dei membri dell’OMC;

13. invita i partecipanti al dibattito a interrogarsi sui limiti dell’approccio dei negoziati commerciali per “cicli” di lunga durata che coinvolgono tutti i membri dell’OMC nella discussione di un’ampia gamma di temi sulla base di un “impegno unico”; riconosce i meriti storici di tale impostazione nell’attuazione e nello sviluppo del sistema commerciale multilaterale e nella realizzazione della progressiva liberalizzazione e degli impegni reciproci e reciprocamente utili; ritiene tuttavia che nei settori in cui sono stati compiuti sufficienti progressi (come è attualmente il caso della facilitazione commerciale) si potrebbe far ricorso ad altre formule più flessibili ed efficaci in futuro;

14. reputa che la struttura istituzionale dell’OMC potrebbe essere migliorata distinguendo meglio le attività connesse alla negoziazione di nuove regole e di nuovi impegni da quelle legate all’attuazione degli accordi esistenti; sottolinea l’importanza di quest’ultimo tipo di attività, che non dovrebbe in nessun caso essere sacrificato in termini di risorse e di attenzione politica da parte dei membri dell’OMC;

15. suggerisce che la pertinenza e l’applicabilità delle regole commerciali multilaterali in vigore dovrebbe essere oggetto di una regolare revisione in vista di un loro eventuale adattamento;

16. invita a ridefinire il ruolo e il formato della Conferenza ministeriale; constata già la tendenza dei membri dell’OMC a privilegiare metodi più informali di coordinamento e decisione a tale livello e prende atto che nessuna riunione della Conferenza ministeriale è stata convocata per il 2007 nonostante quanto espressamente stipulato dall’accordo di Marrakech riguardo alla frequenza di tali riunioni; invita i membri dell’OMC a trarre insegnamenti da questo fatto;

17. ribadisce l’importanza della dimensione parlamentare dell’OMC ai fini di un rafforzamento della legittimità democratica e della trasparenza dei negoziati dell’OMC; sottolinea l’importanza del lavoro svolto dalla Conferenza parlamentare sull’OMC – organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall’Unione interparlamentare (UIP) – le cui attività potrebbero essere intensificate;

18. ricorda che i parlamentari, in quanto rappresentanti eletti dei cittadini, hanno un importante ruolo da svolgere nei negoziati commerciali e, in particolare, nei negoziati dell’OMC;

19. sottolinea la necessità di creare un’assemblea parlamentare dell’OMC dotata di poteri consultivi, dato che l’OMC non ha responsabilità e legittimità democratiche, ed esprime apprezzamento per ogni eventuale riforma che rafforzerà la partecipazione dei rappresentanti parlamentari all’OMC;

20. invita i membri dell’OMC a fornire un sostegno sufficiente ai loro parlamentari affinché possano partecipare allo sviluppo di una dimensione parlamentare all’OMC; esorta vivamente la Commissione ad adottare iniziative in tal senso presso l’OMC; sottolinea che, finché l’OMS non si assumerà tale responsabilità, la dimensione parlamentare dell’OMC verrà assicurata dalla Conferenza parlamentare sull’OMC organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall’UIP;

21. chiede l’introduzione in seno all’OMC di un sistema decisionale più democratico che prenda in considerazione le opinioni di tutti i membri, tra cui figurano paesi che hanno raggiunto livelli di sviluppo diversi;

22. non reputa realistico né tanto meno auspicabile rimettere in questione il principio del consenso nel processo decisionale dell’OMC, che garantisce, contrariamente alla votazione a maggioranza (o ponderata) la parità di tutti i membri; ritiene tuttavia che varie soluzioni potrebbero essere studiate per facilitare, caso per caso, l’emergere di tale consenso;

23. riconosce le proposte presentate nella relazione Sutherland[9] in merito a un approccio plurilaterale che, nei casi di mancato raggiungimento di un accordo, preveda disposizioni di adesione (opt-in) o dissociazione (opt-out), ma ribadisce il suo impegno verso il multilateralismo e ammonisce che il plurilateralismo non comporterà necessariamente benefici per i paesi in via di sviluppo e potrà aggravare il divario tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo;

24. osserva il moltiplicarsi, in seno all’OMC, di gruppi informali che riuniscono un numero più o meno grande di membri dell’OMC attorno a taluni interessi comuni, settoriali o regionali, e il ruolo spesso utile svolto da tali gruppi nella sintesi delle posizioni e nella formazione dei compromessi; invita i membri dell’OMC a riflettere sulla possibilità di inquadrare meglio la costituzione e il funzionamento di tali gruppi, in un’ottica di trasparenza e di efficacia, mettendo a loro disposizione i mezzi necessari per svolgere le loro attività;

25. ricorda che la partecipazione effettiva e su un piede di parità di tutti i membri, in particolare i paesi membri associati, deve essere prioritaria ai fini di qualsiasi riforma del sistema commerciale multilaterale;

26. ritiene fondamentale rafforzare la partecipazione attiva dei paesi in via di sviluppo facendo in modo che si sentano pienamente rappresentati nel processo negoziale e siano in grado di identificare, esprimere e difendere i propri interessi commerciali, ad esempio introducendo un sistema di rappresentanza per coalizione invece che da un gruppo prestabilito di paesi, e assegnando risorse sufficienti allo sviluppo delle conoscenze e delle capacità tecniche di tali paesi; sottolinea che sono anche necessarie risorse adeguate affinché i paesi in via di sviluppo possano attuare efficacemente le norme dell’OMC, adeguarsi alle riforme e, così facendo, integrarsi meglio nel sistema commerciale mondiale;

27. chiede che ci si adoperi per accrescere la partecipazione e la rappresentanza dei paesi in via di sviluppo nei Consigli direttivi e per potenziare i loro sistemi di controllo dei conti, trasparenza e buon governo interni;

28. giudica lodevole la proposta della suddetta relazione Sutherland di includere modalità di finanziamento a favore dell’assistenza tecnica come diritto contrattuale dei paesi meno sviluppati affinché essi possano partecipare in modo significativo al sistema multilaterale di scambi; sottolinea l’importanza critica che il potenziamento delle capacità ricopre per i paesi in via di sviluppo al fine di migliorare la loro abilità di negoziato e di individuazione delle necessità e delle strategie e rispettare gli impegni dell’OMC;

29. ritiene che la questione ricorrente della creazione di una sorta di “Consiglio ristretto” o di “Comitato direttivo” dell’OMC destinato a preparare e a facilitare decisioni per consenso a livello del Consiglio generale meriterebbe di essere maggiormente esplorata; si chiede come potrebbe essere raggiunta una rappresentanza caso per caso e insiste sulle forti esigenze di rappresentatività e di trasparenza interna che dovrebbero imporsi a tale organo;

30. sottolinea il ruolo cruciale del segretariato dell’OMC e ritiene fondamentale che al suo vis sia una rappresentanza proporzionale di funzionari dei paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo, affinché esso possa adempiere alle sue funzioni con maggiore efficacia;

31. auspica che venga attentamente esaminata la questione del ruolo del segretariato dell’OMC e del suo Direttore generale; s’interroga sui limiti di un’applicazione troppo rigorosa del principio della gestione del sistema da parte dei governi dei membri dell’OMC (nozione di member driven organisation); ritiene necessario rafforzare i mezzi e le risorse finanziarie e umane a disposizione del segretariato dell’OMC; osserva tuttavia che la concessione di poteri d’iniziativa agli organi dell’OMC affinché promuovano gli interessi “collettivi” solleva problemi di legittimità democratica, responsabilità e trasparenza;

32. propone di lasciare un certo margine di manovra al segretariato dell’OMC per adottare iniziative d’interesse istituzionale, proporre formule di compromesso in caso di blocco e presiedere financo i lavori di taluni organi in un intento di continuità e di imparzialità; sottolinea la necessità di accompagnare tali proposte con una seria riflessione sulle modalità di assunzione dei membri del segretariato e sull’adeguatezza delle sue risorse ai compiti affidatigli;

33. è convinto che l’assenza di una sufficiente differenziazione tra i paesi in via di sviluppo, nonostante la grande diversità dei loro livelli di sviluppo economico e delle loro particolari esigenze, possa costituire un  ostacolo all’adozione di misure efficaci a favore di tali paesi, conformemente all’obiettivo proclamato dal ciclo di Doha e possa andare a scapito dei paesi in via di sviluppo che ne hanno più bisogno; sollecita i paesi in via di sviluppo più avanzati ad assumersi la loro parte di responsabilità già durante l’attuale ciclo e ad assicurare che il loro contributo sia proporzionato al loro livello di sviluppo e alla loro competitività (settoriale);

34. ritiene che la rifusione del trattamento speciale e differenziato rivesta un’importanza cruciale per l’OMC sotto il profilo dello sviluppo; tale rifusione dovrebbe comprendere una nuova differenziazione in seno all’OMC tra i paesi in via di sviluppo e un approccio in merito al trattamento speciale e differenziato che si basi sulle necessità di sviluppo dei singoli paesi piuttosto che di gruppi di paesi; raccomanda il ricorso a criteri di differenziazione efficaci che tengano conto non solo della crescita del PIL, ma anche di indicatori quali l’indice di vulnerabilità economica e l’indice di commercio e sviluppo;

35. ritiene che occorre esaminare seriamente la questione della categorizzazione o sottocategorizzazione, non solo dei paesi in via di sviluppo ma anche di tutti gli altri membri dell’OMC, sulla base di criteri obiettivi non esclusivamente legati al prodotto nazionale lordo, in vista di una possibile applicazione differenziata degli accordi esistenti o in corso di negoziazione;

36. ritiene che la trasparenza nell’elaborazione e la condotta di politiche commerciali sia una richiesta legittima della società, dei cittadini e dei parlamentari; si compiace dei reali progressi compiuti dall’OMC in materia di trasparenza esterna dalla sua creazione nel 1995, nonché dell’efficacia della sua politica di comunicazione; sottolinea l’importanza per gli operatori economici e per tutti i soggetti interessati della società civile di avere accesso permanente a un’informazione di qualità sulle norme commerciali multilaterali e sulla loro effettiva applicazione o su qualsivoglia deroga da parte dei membri dell’OMC;

37. sostiene le idee proposte dal Direttore generale dell’OMC al fine di rafforzare i meccanismi riguardanti la “trasparenza attiva” nonché il monitoraggio e la sorveglianza efficaci dell’applicazione delle norme e degli impegni sottoscritti dai membri dell’OMC per assicurarne l’effettiva e integrale applicazione; invita l’OMC a proseguire i suoi sforzi in tale settore e chiede ai membri dell’OMC di assegnarle risorse sufficienti a tale scopo;

38. ricorda che il memorandum d’accordo sulla composizione delle controversie è oggetto dal 1997 di negoziati destinati a chiarirne talune regole e a migliorarne l’applicazione; deplora l’assenza prolungata di risultati in tali negoziati; sostiene la proposta UE per un aumento dell’autonomia degli organismi di composizione delle controversie;

39. è favorevole a che, nel processo di composizione delle controversie, d’ora in poi le “riunioni di fondo con le parti” (substantive meetings with the parties) dei gruppi speciali e dell’organo di appello, visto il carattere giurisdizionale della procedura, si svolgano pubblicamente così come avviene per le udienze di una corte, e che i documenti, in particolare le memorie delle parti o degli esperti, siano messi a disposizione del pubblico, salvo rare eccezioni giustificate;

40. ritiene che il meccanismo di composizione delle controversie dell’OMC abbia nel complesso finora adempiuto bene al suo compito, ma che sarebbero necessari taluni aggiustamenti, in particolare a livello di attuazione delle raccomandazioni o delle decisioni dell’organo per la composizione delle controversie; sostiene che la giudizializzazione del sistema di composizione delle controversie ha aumentato la credibilità degli impegni dell’OMC, ponendo i membri dell’OMC su un piede di maggiore parità;

41. sottolinea la necessità di garantire che l’organo per la composizione delle controversie interpreti le norme dell’OMC in modo da tenere in debito conto il diritto internazionale applicabile in materia ambientale e sociale e, qualora opportuno, esorta la Commissione e tutti i membri dell’OMC a modificare le norme dell’OMC a tale riguardo;

42. prevede la possibilità di introdurre sanzioni nei confronti dei paesi che si rifiutano di conformare le proprie legislazioni o misure ai rispettivi obblighi e a beneficio dei paesi che sono lesi da tali legislazioni e misure, soprattutto allorché si tratta di piccole economie che non dispongono di un ricorso credibile a misure di ritorsione;

43. invita i membri dell’OMC a cogliere quest’opportunità per impostare un più ampio dibattito su un’eventuale riforma di tale organizzazione per proseguire e concludere il processo di revisione del memorandum d’accordo;

44. ritiene che nel contesto dell’OMC dovrebbe anche essere promossa un’integrazione positiva, oltre alla riduzione o all’eliminazione delle barriere commerciali (integrazione negativa);

45. ritiene che la questione delle adesioni dovrebbe altresì figurare nel programma di tale dibattito; deplora che taluni negoziati di adesione all’OMC si prolunghino talvolta al di là di ogni termine ragionevole a causa del blocco di un solo paese o di soltanto alcuni membri dell’OMC;

46. invita i membri dell’OMC a riflettere sull’idea di uno status particolare di preadesione per i paesi candidati che, pur non avendo ancora concluso i negoziati bilaterali di accesso al mercato con i loro principali partner in seno all’organizzazione, si impegnino ad assumere senza indugio tutti gli obblighi risultanti dall’applicazione delle regole esistenti; insiste sul fatto che la decisione di ammettere o meno un nuovo paese membro all’OMC dovrebbe essere sempre adottata sulla base di considerazioni strettamente commerciali;

47. reputa che l’iniziativa dell’UE “Tutto fuorché le armi” rappresenti un esempio valido per quanto riguarda l’accesso al mercato da parte dei paesi meno sviluppati;

48. rammenta che non è stata ancora applicata la lettera a) dell’articolo XXXVIII, paragrafo 2, del GATT, in cui si afferma l’impegno di tutti i membri dell’OMC a favore della stabilizzazione e del miglioramento delle condizioni di mercato per i prodotti primari di particolare interesse per i paesi membri in via di sviluppo e reputa che un aspetto importante della riforma dell’OMC riguardi la messa in atto di azioni risolute in merito;

49. sottolinea che il dibattito sulla riforma dell’OMC dovrebbe essere un esercizio di natura eminentemente politica e, per giungere a buon fine, esigerà un elevato livello di impegno e di determinazione da parte dei membri dell’OMC; lascia a questi ultimi la facoltà di decidere in seno a quale organo dell’OMC tali lavori dovrebbero essere condotti nonché in merito al ruolo che potrebbe svolgervi il Direttore generale; chiede peraltro che i parlamenti dei membri dell’OMC siano associati all’esercizio attraverso un contributo della Conferenza parlamentare sull’OMC;

50. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, ai governi e ai parlamenti degli altri membri dell’OMC, nonché all’OMC.

MOTIVAZIONE

Scopo della presente relazione è delineare possibili orientamenti volti a migliorare il sistema del commercio multilaterale, con esplicito riferimento all’efficacia dell’azione e della struttura dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che incarna tale sistema e che, a volte, è oggetto di critiche riguardanti il suo modo di funzionamento.

 

La riflessione che la commissione per il commercio internazionale si appresta a fare non è delle più facili, dato che va inevitabilmente a toccare gli equilibri di funzionamento e di procedura dell’organizzazione che regola i principi degli scambi commerciali internazionali.

 

Il nostro lavoro intende partire dalle considerazioni finali della relazione Sutherland che, in occasione del decennale dell’OMC, si propose di verificare l’efficacia e il funzionamento dei meccanismi dell’organizzazione e di prendere in considerazione una loro eventuale riforma e che costituisce l’unico prezioso documento in materia elaborato a livello dell’OMC. Da allora, l’animato dibattito accademico cui ha dato origine non ha avuto un seguito all’interno dell’organizzazione e, anzi, tale riflessione sembra quasi caduta nel dimenticatoio.

 

Come premessa, alla vostra relatrice preme sottolineare che la relazione non vuole essere una critica al sistema del commercio multilaterale ed, in particolare, all’organizzazione che lo incarna, l’OMC. Al contrario, nella relazione sarà ribadita l’importanza che il Parlamento attribuisce a quest’organizzazione, perno di tutto il sistema del commercio mondiale. Ciò nondimeno, nel momento in cui ci si avvicina alla fine dei negoziati del Ciclo di Doha, di cui la vostra relatrice auspica un esito positivo, sembra comunque pertinente cominciare a riflettere, sulla base delle conclusioni della relazione Sutherland, sulle questioni istituzionali e procedurali affinché il loro miglioramento possa dare un contributo a un più efficace funzionamento dell’organizzazione.

 

Spetterà poi alla Commissione europea prendere a Ginevra le iniziative opportune per portarle avanti.

 

L’analisi che ci si appresta a condurre deve, pertanto, essere approfondita e seguire un filo logico che ci porti a conclusioni quanto mai realiste e sostenibili nelle varie sedi.

 

Il tema della riforma dell’OMC copre alcune questioni di fondo che la vostra relatrice desidera sollevare.

 Struttura istituzionale dell’OMC 

L’OMC si articola in una serie di organi aventi diverse competenze: il Consiglio generale, il Consiglio generale incaricato dell’esame delle politiche commerciali, il Consiglio generale incaricato della soluzione delle controversie e tutta una serie di comitati specifici, consigli, sottocomitati e gruppi di lavoro. Ci si può chiedere se questa struttura sia appropriata o risulti d’ostacolo al processo decisionale.

 

La struttura istituzionale dell’OMC potrebbe essere migliorata distinguendo più nettamente le attività legate alla negoziazione di nuove regole internazionali e nuovi impegni da quelle connesse all’applicazione di accordi esistenti, alle quali devono altresì essere riservate attenzioni politiche e risorse adeguate (vedasi Accordo e Protocollo all’Accordo TRIPs)

  Consenso 

All’Organizzazione mondiale del commercio la decisione finale viene sempre adottata per consenso, nel pieno rispetto dell’uguaglianza di tutti i membri dell’OMC. Ciò nondimeno, bisogna riconoscere che l’elevato numero di membri dell’OMC (attualmente 151) rende spesso problematico il raggiungimento del consenso, motivo per cui potrebbe essere utile trovare, in alcuni passaggi chiave, metodi e procedure che facilitino l’esito finale positivo. A volte il dissenso viene espresso per motivi e logiche che non hanno nulla a che vedere con l’argomento in discussione e tale dissenso non richiede alcuna prova o giustificazione.

 

Il processo decisionale potrebbe essere migliorato prevedendo, per il governo che rifiuta il consenso, l’obbligo di giustificare per iscritto tale sua posizione.

 

Pur restando la norma nelle conferenze ministeriali, si potrebbe forse pensare a una modalità diversa dall’unanimità nei gruppi di lavoro e nei comitati i cui lavori conducono alla decisione finale.

 

A tal fine, si potrebbe pensare a consigli e comitati in cui i rispettivi ministri siano più presenti, e che siano rappresentativi, anche da un punto di vista geografico o economico, di tutta l’organizzazione. Oggi i cosiddetti gruppi ristretti G-4 e G-6 vengono spesso percepiti come consessi limitati di grandi paesi che impongono o cercano di imporre la propria volontà agli altri membri. Sarebbe opportuno trovare una soluzione adeguata in materia.

 Differenziazione tra i diversi paesi in via di sviluppo  

Da qualche tempo l’attenzione per lo sviluppo riveste una grande importanza in tutti i dibattiti in seno all’OMC. Esso è stato ed è tutt’ora il principale obiettivo dei negoziati del Ciclo di Doha ed è giusto che continui ad esserlo anche in futuro.

 

Nel corso degli anni, il riferimento ai paesi in via di sviluppo per i quali esistono una serie di deroghe positive, volte a concedere trattamenti più vantaggiosi e a pretendere impegni differenziati, è divenuto sempre più marcato. Il gruppo dei PVS è diventato sempre più ampio ed eterogeneo. Comprende paesi emergenti – o addirittura ampiamente già emersi, come la Cina, l’India e il Brasile – che poco hanno da condividere con i paesi meno avanzati, piccoli e senza risorse.

 

Occorrerebbe pertanto operare dei raggruppamenti più chiari e omogenei che corrispondano all’evoluzione della situazione economica di tali paesi e chiedere a tutti i paesi impegni e responsabilità in termini di liberalizzazione commerciale che corrispondano alla loro forza economica. Naturalmente, la difficoltà sta nel determinare i criteri per una differenziazione tra diverse categorie di paesi. Un criterio potrebbe essere la crescita del Prodotto Nazionale Lordo, altri la crescita delle esportazioni o un determinato profilo economico o sociale, come quello previsto dal cosiddetto Indice dello Sviluppo Umano.

 

Ai veri PVS occorrerebbe continuare ad applicare i vantaggi e le deroghe esistenti – e magari rafforzarli – ma sarebbe necessario richiedere a questi paesi la massima coerenza fra i vantaggi concessi loro a livello commerciale in sede multilaterale e le politiche di accompagnamento adottate internamente, necessarie per dare sostanza ed effettività agli stessi vantaggi commerciali.

Cicli di negoziati e accordo globale 

Il criterio guida del Ciclo di Doha, nonché dei cicli precedenti, è stato quello di coinvolgere tutti i paesi membri in negoziati relativi a una pluralità di questioni, allo scopo di raggiungere un accordo unico che potesse poi riprendere tutti i problemi settoriali affrontati. Oggi tutti i paesi devono essere ascoltati su tutte le questioni per giungere ad un unico accordo.

 

Con un’organizzazione con 151 Stati membri, questa formula, che indubbiamente ha avuto un certo successo nel passato, meriterebbe forse di essere rivista e bisognerebbe cercare di privilegiare un approccio plurilaterale, una sorta di geometria variabile per certi gruppi di paesi o per certi settori del commercio internazionale, fatti salvi alcuni temi ben definiti per i quali è necessario l’accordo globale.

 Ruolo del segretariato dell’OMC 

L’OMC funziona come una classica organizzazione intergovernativa: tutte le iniziative sono prese dagli Stati membri, cui si applicano le decisioni adottate. Il segretariato dell’OMC, pur essendo prestigioso, professionale e competente, è abbastanza limitato nel suo organico. Il direttore generale, benché prestigioso per la funzione che occupa, non detiene poteri politici reali al di là dei compiti amministrativi di gestione del personale e di rappresentanza esterna dell’organizzazione.

 

Sarebbe opportuno rafforzare il ruolo del segretariato e consentirgli di prendere iniziative e suggerire compromessi. In tal senso, l’esempio offerto dal sistema delle istituzioni europee può costituire, con le dovute proporzioni, un modello di riferimento qualora il segretariato assuma, come in qualche maniera avviene con la Commissione nel quadro istituzionale europeo, una sorta di rappresentatività geografica di tutti gli Stati membri dell’OMC.

 Trasparenza e dimensione parlamentare dell’OMC 

Una critica frequentemente mossa all’OMC, come ad altre organizzazioni internazionali, è la mancanza di una vera trasparenza dei suoi lavori. Bisogna dire che l’OMC è un’organizzazione abbastanza aperta all’opinione pubblica, nei limiti in cui lo può essere un’organizzazione internazionale intergovernativa. Negli ultimi anni, il rapporto con i diversi grandi attori della società civile è molto migliorato. Si potrebbe pensare a un’apertura al pubblico dei lavori delle riunioni? Non sarebbe forse il caso di suggerire una migliore e appropriata informazione e un confronto con organizzazioni e rappresentanze della società civile?

 

Da anni, il Parlamento europeo sta promuovendo, organizzando e cofinanziando, congiuntamente con l’Unione interparlamentare – un’organizzazione internazionale con sede a Ginevra – la “Conferenza parlamentare sull’OMC”, che costituisce una sede in cui parlamentari di tutto il mondo si scambiano opinioni, informazioni ed esperienze sulle questioni del commercio internazionale e assicurano all’OMC una dimensione parlamentare: 1) vigilando sulle attività dell’OMC e promuovendone l’efficacia e l’equità, 2) promuovendo la trasparenza delle procedure dell’OMC e migliorando il dialogo fra governi, parlamenti e società civile, 3) sviluppando nei parlamenti le capacità in materia di commercio internazionale ed esercitando un’influenza sull’orientamento delle discussioni in seno all’OMC.

Quali formule si potrebbero suggerire per rafforzare lo status dell’attuale Conferenza parlamentare sull’OMC?

 Coerenza e coordinamento con le altre organizzazioni internazionali 

Esiste una certa convergenza di opinioni sulla necessità di affrontare con strumenti congiunti o coordinati il fenomeno della mondializzazione, che tocca contemporaneamente diversi aspetti della vita economica e sociale dei cittadini. Questo implica una certa coerenza fra le iniziative e le decisioni dell’OMC in materia di commercio e quelle di altre organizzazioni internazionali, come il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, l’Organizzazione internazionale del lavoro. Basta la cooperazione attuale o bisogna mettere in pratica meccanismi di consultazione e di mutuo riconoscimento più forti? Nel caso specifico dei rapporti tra l’OMC e l’OIL, è forse necessario prendere in considerazione gli aspetti sociali e, in tal caso, in quale modo? Quali miglioramenti bisogna apportare al sistema?

 Processo di adesione 

Il processo di adesione richiede, in alcuni casi, tempi lunghi, non solo perché il paese in questione deve mostrare di potersi adattare alle regole che sono alla base del funzionamento dell’OMC e, naturalmente, alla sua filosofia di progressiva liberalizzazione, ma anche perché lunghi negoziati bilaterali sono necessari per definire le concessioni commerciali e gli impegni richiesti al paese in via di adesione. La regola del consenso fa sì che un paese non soddisfatto dell’andamento dei negoziati possa bloccare il processo. È opportuno mantenere tale sistema in un’organizzazione con 151 membri? Non si potrebbe pensare ad un’adesione parziale di carattere temporaneo dei nuovi membri?

 Riforma del sistema di risoluzione delle controversie commerciali 

Contrariamente ad altre questioni, il sistema di risoluzione delle controversie commerciali è stato oggetto di un’approfondita riflessione in seno al GATT, riflessione che continua ancor oggi all’OMC. La vostra relatrice intende sottolineare l’importanza e la peculiarità del sistema di risoluzione delle controversie in quest’organizzazione intergovernativa, che fa dell’OMC un’organizzazione sui generis. L’evoluzione positiva registrata negli ultimi anni deve essere portata avanti per ottenere miglioramenti, anche in termini di durata delle procedure e di reale attuazione della decisione da parte dello Stato membro interessato. Un settore, questo, molto importante che forse dovrebbe prevedere anche un sistema di sanzioni finanziarie, sul modello di quanto previsto in sede comunitaria con la Corte di giustizia.

 Multilateralismo e bilateralismo 

Si tratta di un argomento affrontato già in altre sedi, in cui il Parlamento europeo ha espresso chiaramente la preferenza per un rapporto di complementarità fra il multilateralismo incarnato dall’OMC e gli accordi bilaterali e regionali, che recentemente sono notevolmente aumentati. Si tratta di una tendenza sempre più pronunciata, che potrebbe dare alla negoziazione commerciale bilaterale un ruolo che andrebbe al di là della complementarità e prevaricherebbe del tutto il sistema dei cicli negoziali all’OMC. Migliorando il sistema dell’OMC, forse si potrebbe contribuire a rafforzare l’organizzazione come cardine del sistema commerciale mondiale.

 Conclusioni 

La riflessione del Parlamento europeo deve prescindere da quello che può essere l’esito finale del Ciclo di Doha, che ci auguriamo sia positivo, e non vuole essere d’intralcio ai negoziati stessi. Scopo della relazione è offrire una base di lavoro seria per il prossimo futuro in vista di una possibile riforma dei lavori dell’OMC. Come affermato dall’ex direttore generale dell’OMC Supachai Panitchpakdi nello scambio di opinioni tenutosi nella riunione della commissione per il commercio internazionale di settembre, l’organizzazione presenta qualche disfunzione la cui correzione potrebbe consentire un miglioramento dei lavori e del sistema del commercio multilaterale che essa incarna e rappresenta.

 

La vostra relatrice desidera richiamare l’attenzione della Commissione sulla necessità di avviare un dialogo aperto e costruttivo in materia con la commissione per il commercio internazionale onde arrivare a conclusioni fondate e realiste allo scopo di rafforzare l’OMC e il sistema del commercio multilaterale. Toccherà principalmente ai membri dell’OMC stabilire i tempi e i modi per portare avanti il progetto di riforma, nel quale, secondo la vostra relatrice, dovranno essere coinvolti anche il segretariato dell’OMC e i parlamenti degli Stati membri rappresentati nella Conferenza parlamentare sull’OMC.

 

<Date>{10/03/2008}10.3.2008</Date>

PARERE <CommissionResp>della commissione per lo sviluppo</CommissionResp>

<CommissionInt>destinato alla commissione per il commercio internazionale</CommissionInt>

<Titre>su Verso una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio</Titre>

<DocRef>(2007/2184(INI))</DocRef>

Relatore per parere: <Depute>Johan Van Hecke</Depute>

 

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.   accoglie con favore una riforma sostanziale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e ribadisce l’essenzialità del commercio come meccanismo efficace a favore dello sviluppo e della riduzione della povertà; sottolinea l’importanza del multilateralismo in qualità di strumento inteso a promuovere un commercio libero ed equo per conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite;

2.   chiede l’introduzione in seno all’OMC di un sistema decisionale più democratico che prenda in considerazione le opinioni di tutti i membri, tra cui figurano paesi che hanno raggiunto livelli di sviluppo diversi;

3.   riconosce le proposte presentate nella relazione Sutherland[10] in merito a un approccio plurilaterale che, nei casi di mancato raggiungimento di un accordo, preveda disposizioni di adesione (opt-in) o dissociazione (opt-out), ma ribadisce il suo impegno verso il multilateralismo e ammonisce che il plurilateralismo non comporterà necessariamente benefici per i paesi in via di sviluppo e può, al contrario, aggravare il divario tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo;

4.   sottolinea la crucialità del ruolo del segretariato dell’OMC e ritiene fondamentale che al suo interno i paesi sviluppati e in via di sviluppo siano rappresentanti proporzionalmente, affinché esso possa adempiere alle sue funzioni con maggiore efficacia;

5.   sottolinea la necessità di creare un’assemblea parlamentare dell’OMC dotata di poteri consultivi, dato che l’OMC non ha responsabilità e legittimità democratiche, ed esprime apprezzamento per ogni eventuale riforma che rafforzerà la partecipazione dei rappresentanti parlamentari all’OMC;

6.   ritiene che la rifusione del trattamento speciale e differenziato rivesta un’importanza critica per l’OMC da un punto di vista incentrato sullo sviluppo; tale rifusione dovrebbe comprendere una nuova differenziazione in seno all’OMC tra i paesi in via di sviluppo e un approccio in merito al trattamento speciale e differenziato che si basi sulle necessità di sviluppo dei singoli paesi piuttosto che di gruppi di paesi; raccomanda il ricorso a criteri di differenziazione efficaci che tengano conto non solo della crescita del PIL, ma anche di indicatori quali l’indice di vulnerabilità economica e l’indice di commercio e sviluppo;

7.   rammenta che non è stata ancora applicata la lettera a) dell’articolo XXXVIII, paragrafo 2, del GATT, in cui si afferma l’impegno di tutti i membri dell’OMC a favore della stabilizzazione e del miglioramento delle condizioni di mercato per i prodotti primari di particolare interesse per i paesi membri in via di sviluppo e reputa che un aspetto importante della riforma dell’OMC riguardi la messa in atto di azioni risolute in merito;

8.   reputa che l’iniziativa dell’UE “Tutto fuorché le armi” rappresenti un esempio valido per quanto riguarda l’accesso al mercato da parte dei paesi meno sviluppati;

9.   giudica lodevole la proposta della relazione Sutherland di includere modalità di finanziamento a favore dell’assistenza tecnica come diritto contrattuale dei paesi meno sviluppati affinché essi possano partecipare in modo significativo al sistema multilaterale di scambi; sottolinea l’importanza critica che il potenziamento delle capacità ricopre per i paesi in via di sviluppo al fine di migliorare la loro abilità di negoziato e di individuazione delle necessità e delle strategie e rispettare gli impegni dell’OMC;

10. riconosce che occorre una revisione del meccanismo per la composizione delle controversie, poiché l’attuazione di decisioni quali l’applicazione di sanzioni pecuniarie potrebbe peggiorare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo al suddetto meccanismo; accoglie favorevolmente i progressi raggiunti in relazione alla durata delle procedure e sostiene la proposta della relazione Sutherland di consentire la consultazione dell’organismo d’appello per ottenere consulenza legale prima di deferire una causa all’OMC;

11. reputa che in futuro, vista la riduzione delle tariffe a livelli minimi storici, la funzione principale dell’OMC sarà garantire il mantenimento delle norme multilaterali attraverso il meccanismo per la composizione delle controversie, sulla cui base verranno valutate l’efficienza e la legittimità dell’organizzazione; interpreta tale funzione dell’OMC più come strumento per raggiungere un giusto equilibrio tra interessi e valori diversi che non un ruolo di arbitro nelle procedere di violazione delle norme;

12. sottolinea la necessità di garantire che l’organo per la composizione delle controversie interpreti le norme dell’OMC in modo da tenere in debito conto il diritto internazionale applicabile in materia ambientale e sociale e, qualora opportuno, esorta la Commissione e tutti i membri dell’OMC a modificare le norme dell’OMC a tale rispetto;

13. accoglie con favore le iniziative quali i dialoghi con la società civile su determinati temi, organizzate dall’OMC; sottolinea l’esigenza di rafforzare la presenza della società civile sulla scena della governance economica globale attraverso una sua maggiore consultazione e considerazione e chiede che siano stabilite regole più chiare intese a disciplinare la partecipazione degli attori non statali al processo decisionale dell’OMC;

14. sottolinea la necessità impellente di una cooperazione più strutturata tra l’OMC e le agenzie specializzate delle Nazioni Unite, in particolare l’UNCTAD, l’OMS e l’OIL, in quanto costituisce un passo di fondamentale importanza verso un modello di globalizzazione maggiormente sostenibile;

15. ribadisce che gli accordi commerciali devono promuovere il lavoro dignitoso; ricorda tuttavia che gli standard lavorativi devono essere adeguati al livello di sviluppo di un paese e non usati per giustificare misure protezionistiche; chiede che all’OIL sia riconosciuto lo status di osservatore in seno all’OMC e che sia istituita una commissione per il commercio e il lavoro dignitoso; suggerisce inoltre che l’OIL dovrebbe essere autorizzata a presentare “amicus curiae” ai gruppi di lavoro e all’organo di appello dell’OMC.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione 27.2.2008      
Esito della votazione finale +:–:0: 300
Membri titolari presenti al momento della votazione finale Alessandro Battilocchio, Thijs Berman, Josep Borrell Fontelles, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Thierry Cornillet, Corina Creţu, Nirj Deva, Beniamino Donnici, Fernando Fernández Martín, Hélène Goudin, Alain Hutchinson, Filip Kaczmarek, Glenys Kinnock, Maria Martens, Luisa Morgantini, Horst Posdorf, Frithjof Schmidt, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Johan Van Hecke, Luis Yañez-Barnuevo García, Anna Záborská, Mauro Zani
Supplenti presenti al momento della votazione finale Ana Maria Gomes, Fiona Hall, Manolis Mavrommatis, Linda McAvan, Ralf Walter, Gabriele Zimmer
           

  
 

<Date>{26/03/2008}26.3.2008</Date>

PARERE <CommissionResp>della commissione per i problemi economici e monetari</CommissionResp>

<CommissionInt>destinato alla commissione per il commercio internazionale</CommissionInt>

<Titre>su Verso una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio</Titre>

<DocRef>(2007/2184(INI))</DocRef>

Relatore per parere: <Depute>Gunnar Hökmark</Depute>

 

SUGGERIMENTI

La commissione per i problemi economici e monetari invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.   Riafferma l’impegno a favore del libero scambio, chiede una riduzione degli aiuti di Stato nell’ambito di un sistema commerciale multilaterale basato su norme e sottolinea che mercati aperti basati su norme trasparenti ed eque  sono cruciali per una crescita globale stabile; sottolinea tuttavia che, se non saranno sostenuti, non tutti i paesi meno sviluppati trarranno beneficio economico da una maggior liberalizzazione;

2.   evidenzia che l’OMC è l’unica organizzazione globale preposta alle norme del commercio e sarà più efficiente quanto più il suo mandato sarà semplice e limitato alla politica commerciale e all’attuazione delle sue norme;

3.   chiede un nuovo meccanismo di consultazione e di mediazione dell’OMC per rafforzarne la capacità di eliminare le sempre più significative barriere non tariffarie;

4.   ritiene che la capacità di applicare e attuare le norme comuni del libero scambio richieda forme di decisione diverse dall’unanimità all’interno dell’OMC;

5.   ritiene che un forte OMC con un sistema commerciale internazionale equo e basato su norme offra ai paesi in via di sviluppo l’opportunità di eliminare la povertà; si rammarica che le limitate risorse pongano i paesi in via di sviluppo in posizione di svantaggio durante le trattative; evidenzia che l’Unione europea dovrebbe appoggiare il rafforzamento del segretariato dell’OMC e l’accrescimento delle risorse per il supporto tecnico, specialmente per i paesi membri in via di sviluppo, affinché siano in grado di affrontare specifiche problematiche;

      6.   sollecita l’Unione europea ad esigere dai suoi partner un rigoroso rispetto delle norme concernenti gli aiuti di Stato e i sussidi all’esportazione, prevenendo in tal modo la distorsione della concorrenza, e a seguire una tendenza intesa a limitare il ricorso a tali aiuti;

7.   sottolinea che è nell’interesse dell’Unione europea che i mercati globali dei servizi siano aperti come quelli delle merci e sottolinea, a proposito, l’importanza dei mercati finanziari, e osserva che questo richiede una maggiore apertura dei mercati europei dell’agricoltura e delle merci. 

8.   sottolinea l’importanza di tassi di cambio basati sul mercato; segnala che tali tassi di cambio sono nell’interesse di tutti i partner commerciali.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione 26.3.2008      
Esito della votazione finale +:–:0: 27110
Membri titolari presenti al momento della votazione finale Mariela Velichkova Baeva, Zsolt László Becsey, Pervenche Berès, Slavi Binev, Sebastian Valentin Bodu, Sharon Bowles, Manuel António dos Santos, Jonathan Evans, José Manuel García-Margallo y Marfil, Jean-Paul Gauzès, Robert Goebbels, Donata Gottardi, Benoît Hamon, Gunnar Hökmark, Karsten Friedrich Hoppenstedt, Sophia in ‘t Veld, Othmar Karas, Wolf Klinz, Christoph Konrad, Guntars Krasts, Astrid Lulling, Gay Mitchell, John Purvis, Alexander Radwan, Eoin Ryan, Olle Schmidt, Peter Skinner, Ieke van den Burg, Cornelis Visser
Supplenti presenti al momento della votazione finale Valdis Dombrovskis, Harald Ettl, Vladimír Maňka, Thomas Mann, Janusz Onyszkiewicz, Bilyana Ilieva Raeva, Andreas Schwab, Donato Tommaso Veraldi, Kristian Vigenin
           

   

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione 26.2.2008      
Esito della votazione finale +:–:0: 1229
Membri titolari presenti al momento della votazione finale Kader Arif, Graham Booth, Daniel Caspary, Françoise Castex, Béla Glattfelder, Jacky Hénin, Caroline Lucas, Erika Mann, David Martin, Cristiana Muscardini, Vural Öger, Georgios Papastamkos, Peter Šťastný, Robert Sturdy, Gianluca Susta, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Corien Wortmann-Kool
Supplenti presenti al momento della votazione finale Stavros Arnaoutakis, Bastiaan Belder, Harlem Désir, Vasco Graça Moura, Rovana Plumb, Zbigniew Zaleski


[1] GU C 296 del 18.10.2000, pag. 121.
[2] GU C 112 E del 9.5.2002, pag. 326.
[3] GU C 177 E del 25.7.2002, pag. 290.
[4] GU C 177 E del 26.3.2004, pag. 393.
[5] GU C 92 E del 20.4.2006, pag. 397.
[6] GU C 285 E del 22.11.2006, pag. 126.

[7] GU C 293 E del 2.12.2006, pag. 155.

[8] “Il futuro dell’OMC – Affrontare le sfide istituzionali del nuovo Millennio”, relazione del Consiglio consultivo destinata al Direttore generale Supachai Panitchpakdi (OMC, gennaio 2005).
[9] “Il futuro dell’OMC – Affrontare le sfide istituzionali del nuovo Millennio”, relazione del Consiglio consultivo destinata al Direttore generale Supachai Panitchpakdi (OMC, gennaio 2005).
[10] Il futuro dell’OMC – una risposta alle sfide istituzionali nel nuovo millennio, XII – 2004.