UTERI ARTIFICIALI E OBROBRI DELLA SCIENZA

Scrive
nel suo saggio “Storia naturale del concepimento. Come la scienza può
cambiare le regole del sesso” la genetista britannica Aarathi Prasad, che
con la scienza sarà possibile fare figli senza ricorrere al sesso e senza
dovere portare avanti la gestazione, grazie all’utilizzo di un “utero
artificiale esterno”. Un’ipotesi che fa rabbrividire al solo pensiero,
portata avanti con furore ideologico dalla scienziata sostenitrice dei
“parti verginali”, secondo cui “i ruoli sessuati assegnati in
base al genere sono stati usati per opprimere le donne e giustificare i pregiudizi
contro gli omosessuali.” La ricercatrice Hung-ching Liu della Cornell
University di New York sta già lavorando alla costruzione di un utero
artificiale esterno e alla creazione di ovuli e spermatozoi artificiali. Ma che
umanità può avere la persona, se è frutto di una creazione artificiale e non
dell’amore di due genitori? Comprendiamo gli aiuti della scienza alle coppie
che non possono avere figli, ma qui si sta andando molto oltre: si sta
prefigurando un mondo in cui a dare la vita non sarà più la natura ma le
macchine, in cui la nascita di bambini e bambine sarà determinata in
laboratorio con un’eugenetica non lontana dal programma nazista Aktion 4.

 

La
Commissione

 

1.    E’
al corrente di questa situazione?

2.    Sa
dirci se questo tipo di ricerche è regolamentato all’interno degli Stati Membri?

3.    Può
garantire che non offrirà alcun tipo di finanziamento a ricerche scientifiche
di questo tipo?

Non ritiene di dovere valutare, vista la crescente
importanza della DG JRC e della Commissione stessa in questo settore,
l’apertura di un centro di studi bioetici che approfondisca e apra un dibattito
su tali temi, per evitare che tali mostruose ipotesi fantascientifiche non si
realizzino in UE?

IT

E-003090/2014

Risposta di Máire Geoghegan-Quinn

a nome della Commissione

(22.5.2014)

 

 

1-3. La
Commissione è a conoscenza della situazione alla quale fa
riferimento l’onorevole deputata. Il programma Orizzonte 2020 di ricerca e
innovazione (2014-2020) non finanzia nessuna ricerca in questo settore.

 

2. La
Commissione non dispone di informazioni sull’eventuale regolamentazione
di questo tipo di ricerche all’interno degli Stati membri. L’articolo 19
del regolamento che istituisce Orizzonte 2020
[1] stipula che “tutte le
attività di ricerca e innovazione condotte nell’ambito di Orizzonte 2020
rispettano i principi etici e la pertinente normativa nazionale, dell’Unione e
internazionale, ivi compresa la
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e la Convenzione
europea sui diritti dell’uomo e i suoi protocolli addizionali”.

 

Ai sensi dell’articolo 13 del regolamento sulle norme di
partecipazione e diffusione
[2], “le proposte che vanno
contro i principi etici fondamentali o la normativa vigente in materia o che
non sono conformi alle condizioni stabilite nella decisione n. 2013/743/UE
[3], nel programma di lavoro, nel
piano di lavoro o nell’invito a presentare proposte possono essere escluse in
ogni momento dalle procedure di valutazione, selezione e aggiudicazione”.
Al riguardo, la
Commissione sottopone sistematicamente tutte le proposte a un
esame rigoroso che naturalmente tiene anche conto delle questioni etiche.

 

4. In seno alla Commissione, il Gruppo
europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie fornisce pareri
indipendenti sugli aspetti etici della scienza e della tecnologia, in modo da
dare fondamento al sostegno programmatico che l’istituzione eroga alle attività
scientifiche.

 



[1]
    Regolamento (UE) n. 1291/2013 (GU
L 347 del 20.12.2013).

[2]
    Regolamento (UE) n. 1290/2013 (GU
L 347 del 20.12.2013).

[3]
    Decisione del Consiglio (GU L 347 del
20.12.2013).