ULTERIORI RICERCHE SUL METODO DI BELLA

E’ attualmente in esame della Commissione Sanità del Senato italiano il
trattamento dei tumori con il metodo Di Bella, bocciata nel 1998 dal Ministero
della Sanità, ma somministrata in Italia a oltre 2000 ammalati curati a spese
dello Stato in seguito a sentenze della magistratura, cui si aggiungono un
migliaio di pazienti circa che si curano a proprie spese. I pazienti
interessati la maggior parte delle volte dichiarano un miglioramento e
ritengono la cura più compassionevole della molto più invasiva chemioterapia, e
anche alcuni oncologi e riviste specializzate come il British Medical Journal
si sono dimostrate interessate. Il Presidente della Commissione Sanità del
Senato, Sen. De Biasi, ha annunciato che ci saranno approfondimenti: parrebbe
dunque riaprirsi un caso mai chiuso, che vide la bocciatura tra le proteste del
Ministero della Sanità, ma che ha visto numerose aperture positive da parte
della Magistratura che ha permesso ad alcuni ammalati, la maggioranza, di
curarsi con il metodo Di Bella con riconoscimento della gratuità.

 

La Commissione:

 

1.      
Non ritiene iniquo che alcuni cittadini
italiani abbiano diritto alle cure gratuite, evidentemente basate su una bontà
scientifica riconosciuta della terapia, ed altri no?

2.      
Ha in possesso dati o ricerche della DG JRC
di Ispra che sostengano la bontà del metodo Di Bella?

3.      
E’ a conoscenza di altri Stati Membri in cui
sia somministrato il metodo Di Bella dalla sanità pubblica?

 

IT

E-00674/2014

Risposta
di Tonio Borg

a nome
della Commissione

(10.3.2014)

 

 

1. La Commissione
non può esprimersi sul trattamento di malattie individuali che rientrano nella
responsabilità degli Stati membri per quanto concerne l’organizzazione dei
servizi sanitari e dell’assistenza medica.

 

2. Il Centro comune di ricerca della Commissione sta sviluppando
un sistema di informazione sul cancro per l’Europa che elaborerà i dati sulla
popolazione provenienti dai registri del cancro. Per quanto concerne lo studio
e la valutazione dell’efficacia dei trattamenti del cancro (come il metodo Di
Bella), si dovrebbero porre in atto e realizzare studi controllati randomizzati
ad hoc. Tuttavia, i dati provenienti
dai registri del cancro sono destinati a scopi estremamente diversificati e non
possono pertanto (almeno attualmente) fornire gli strumenti adeguati per
affrontare simili questioni.

 

3. La Commissione
non sa se altri Stati membri, al di là dell’Italia, offrano il metodo Di Bella
nell’ambito del settore sanitario pubblico.