UCCISIONE DI CANI RANDAGI IN MACEDONIA

Ci
arrivano preoccupanti segnalazioni dagli animalisti nella Repubblica di
Macedonia, dove il prezioso lavoro di sterilizzazione e segnalazione tramite
microchip di cani randagi, compiuto da un gruppo di volontari, rischia di
essere compromesso: i volontari denunciano che a breve i cani randagi verranno
uccisi, per quelli di grossa taglia sarebbe già iniziata la mattanza con metodi
contrari a qualsiasi legislazione sul benessere animale, comprese le bastonate.
Il caso della Macedonia non è molto diverso a quanto accade e ho già denunciato
in un’altra interrogazione in Bosnia Erzegovina, e in uno Stato Membro come la Romania, o come avviene in
qualsiasi altro paese che debba organizzare un evento di massa come i mondiali
di calcio in Ucraina o le Olimpiadi invernali in Russia. Più volte ho
richiamato le Istituzioni Europee a tentare per quanto fosse nei loro poteri,
di tutelare i diritti e la salute degli animali anche nelle relazioni esterne
con paesi partner, ma a quanto pare questo non avviene.

 

La
Commissione

 

1.    Non
ritiene di dover consigliare alla Repubblica di Macedonia strumenti di sterilizzazione
e adozione dei cani randagi, a fronte del suo status di Candidato all’ingresso
nell’Unione Europea, nonché di vigilare sulle uccisioni di randagi?

2.    Sempre
in linea con lo status di Candidato, non ritiene che la Macedonia debba
adempiere alle legislazioni europee in tema di benessere animale?

3.    Può
chiarire quale ruolo hanno le leggi sul benessere animale nell’ambito
dell’adesione all’UE da parte di paesi terzi, o se sono considerati soltanto
indicatori economici o il rispetto dei diritti umani?


IT

E-002498/2014

Risposta di
Štefan Füle

a nome della
Commissione

(8.5.2014) 

 

La Commissione è al corrente
del problema dei cani randagi nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

 

Rinvia quindi l’onorevole deputato alle
denunce relative a questioni analoghe in Romania (risposta della Commissione
europea alla denuncia CHAP(2013) 3076 (2013/C 343/10)
[1].

 

Il benessere e la gestione delle
popolazioni di animali randagi non sono disciplinati da norme UE, rientrando
tra le competenze esclusive dei vari paesi. Il trattato sul funzionamento dell’Unione
europea, che, all’articolo 13, prevede che nella formulazione e nell’attuazione
di alcune politiche dell’UE si tenga pienamente conto delle esigenze in materia
di benessere degli animali, non fornisce una base giuridica che permette di
coprire tutte le questioni relative al benessere degli animali. La legislazione
dell’UE in materia di protezione degli animali durante l’abbattimento
[regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio] riguarda specificamente l’abbattimento
degli animali nei macelli e negli allevamenti. Gli animali abbattuti in
circostanze diverse non rientrano nel campo di applicazione di tale regolamento.

 

La Commissione sostiene il
lavoro dell’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (OIE) nell’ambito
della piattaforma regionale sul benessere degli animali in Europa, assistendo i
paesi membri dell’OIE, come l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, a
raggiungere gli standard stabiliti.



[1]     http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52013XC1123(02)&rid=1.