sull’estradizione dal Brasile di Cesare Battisti

“Condivido il contenuto della risoluzione
riguardante il caso Battisti ed osservo che ogni qualvolta le autorità
politiche prendono decisioni basate soltanto sull’ideologia e non sulla
ragione, si contravviene alle regole sottoscritte e si negano i principi
fondamentali del diritto. Il trattato tra l’Italia e il Brasile del 1989 sull’estradizione
è molto chiaro; anche le relazioni economiche, commerciali e politiche tra il
Brasile e l’Unione europea sono basate su principi condivisi quali il rispetto
dei diritti umani e la preminenza del diritto; la stessa Corte Suprema
brasiliana concedendo l’estradizione di Battisti, ha autorizzato il presidente
uscente del Brasile a consegnare il terrorista all’Italia, nel rispetto del
trattato del 1989. E´ l’appartenenza ideologica che rifiuta le regole
sottoscritte ed il diritto, creando disordine, caos e rifiuto dei principi
democratici. Ma al di là
del caso Battisti, emblematico di una situazione di carenza o di insufficienti
garanzie per i Paesi dell’Unione, considero fondamentale coinvolgere l’UE sulla
necessità di affrontare il tema di una eventuale estradizione europea nel caso
in cui uno Stato terzo sia inadempiente nei confronti di un qualsiasi Stato
dell’Unione. Mi rendo conto della diversa sensibilità delle culture nazionali
in questa materia, ma cominciare dalla questione delle estradizioni potrebbe
rappresentare il primo passo di una “cooperazione rafforzata” nel
settore della sicurezza comune per assicurare il rispetto del diritto erga
omnes nella
lotta al terrorismo. Già nel 2009, tra l’altro, un gruppo di parlamentari dei
gruppi UEN, PPE, PSE e ALDE avevano presentato una proposta di risoluzione
comune su questo tema. L’Alto rappresentante per la politica estera dovrebbe
farsi carico della questione e dialogare col Brasile a nome dell’Unione per il
rispetto dei principi fondanti dell’UE stessa e della tutela del diritto nelle
relazioni internazionali.”