Studi sulla contraffazione


In uno studio finanziato dall’Unione Europea, redatto in collaborazione con il dipartimento britannico per il controllo dell’immigrazione, è stato dimostrato che la merce contraffatta, in continuo aumento sui mercati europei, faccia bene all’immagine dell’industria poiché la quantità di merce venduta, con il marchio di una casa di moda, anche se in frode, può promuovere l’azienda che li crea, facendo conoscere le nuove collezioni ad un pubblico più ampio.


Il risultato di questo studio rispecchierebbe anche la posizione britannica che ha deciso di non criminalizzare l’acquisto di merce contraffatta, a differenza di quanto avviene nel resto dell’Unione dove, ad esempio, si hanno ammende massime da 300.000 euro o tra anni di carcere, si veda la Francia o l’Italia.


 


La Commissione:


 



  1. é a conoscenza della situazione?

  2. é consapevole dell’immagine che l’Unione può avere in base al risultato di questo studio?

  3. ha intenzione di regolamentare la criminalizzazione per l’acquisto di merci illegali o contraffatte da parte dei consumatori europei?

Risposta di Cecilia Malmström


a nome della Commissione


(31.3.2011)


 


 


Per la Commissione, i diritti di proprietà intellettuale sono la pietra angolare di una società fondata sulla conoscenza creativa, competitiva e generatrice di ricchezza. La contraffazione e la pirateria sono un danno per i creatori, per le imprese, per l’occupazione, ma anche per i consumatori.


 


La Commissione intende garantire un sistema rispettoso dei diritti di proprietà intellettuale di grande efficacia, proporzionato e prevedibile, tanto all’interno del mercato interno quanto al suo esterno. Il quadro giuridico attuale prevede meccanismi che permettono di far rispettare i diritti di proprietà intellettuale in maniera giusta, efficace e proporzionata.


 


La Commissione considera le merci contraffatte una fonte importante di profitto per la criminalità organizzata. È vero che esistono disparità fra le legislazioni degli Stati membri rispetto alle misure penali in materia di contraffazione. La Commissione ritiene che rafforzando la cooperazione fra i servizi incaricati dell’applicazione della legge e di questi con Europol o Eurojust si possa rafforzare la lotta contro la contraffazione. Del resto, l’Unione europea ha preso parte ai negoziati dell’ACAC (Accordo commerciale anticontraffazione), un trattato internazionale (in via di approvazione) che include norme ambiziose in materia di sanzioni penali.


 


In mancanza di riferimenti più precisi, la Commissione non è in grado di commentare i risultati dello studio segnalato dall’onorevole parlamentare.


 


La Commissione, le cui riflessioni si inseriscono in un approccio di consultazione pubblica e valutazione d’impatto, prenderà, nell’ambito del suo prossimo piano d’azione contro la contraffazione e la pirateria, tutte le iniziative appropriate per garantire il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.