STRAGE DI LUPI IN ITALIA

Stando a fonti giornalistiche italiane, negli ultimi
giorni, sono stati uccisi in Maremma 8 esemplari di lupo e pare che nella zona,
e in altri parti d’Italia, siano state predisposte trappole mentre il lupo, e i
suoi ibridi, sono specie protetta per il rischio di estinzione. I progetti per
il ripopolamento, grazie anche ai contributi dell’Unione Europea, stanno
rinvigorendo le popolazioni di lupi, che però sono fortemente minacciate dal
bracconaggio e da una scarsa informazione da parte degli allevatori per i
metodi di prevenzione e per le richieste di risarcimento: l’Europa infatti risarcisce
gli eventuali danni subiti dagli allevatori.

 

La Commissione 

 

1. Sa dirci se gli allevatori maremmani hanno denunciato
negli ultimi mesi e settimane perdite ai loro armenti tramite gli enti
comunali, provinciali, regionali e le associazioni di categoria, e in tal caso
quanti allevatori italiani hanno presentato richiesta di risarcimento per danni
ai loro greggi e quanti eventualmente l’ hanno ottenuto, e se non l’hanno
ottenuto per quale motivo.

2. Come intende muoversi per sveltire le pratiche di
rimborso,  e qual è la documentazione
necessaria per il rimborso?

3. Non ritiene di dover vincolare il rimborso alla
presenza di cani da pastore per il pascolo e di recinti elettrificati per lo
stazionamento e di elargire un contributo alle spese per la messa in sicurezza
attraverso i fondi preposti alla tutela e alla difesa del lupo?                           

4. Come intende richiamare le associazioni di categoria e
le amministrazioni delle località con presenza di lupi ad una corretta
informazione degli allevatori sia per quanto riguarda i risarcimenti che per la
tutela del lupo e la lotta del bracconaggio?

IT

E-000086/2014

Risposta di Dacian Cioloș

a nome della Commissione

(24.2.2014)

 

 

Per quanto concerne il primo quesito, nelle ultime settimane
o mesi la Commissione
non è stata contattata da associazioni di allevatori/enti comunali, provinciali
o regionali per denunciare perdite di bestiame.

 

In merito alle restanti domande, occorre sottolineare che il
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale non può risarcire i danni nel
caso di perdite di bestiame dovute all’attacco di animali selvatici in quanto,
nell’attuale periodo di programmazione, il risarcimento dei danni è previsto
solo nei casi di ripristino del potenziale agricolo o forestale danneggiato da
calamità naturali. Tuttavia, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
può finanziare investimenti non produttivi legati al conseguimento di obiettivi
agroambientali per controllare la presenza di animali selvatici e la difesa di
colture e allevamenti nelle zone montane. Ad esempio, il programma di sviluppo
rurale della Toscana garantisce un sostegno in tal senso nell’ambito della
misura 216 – “Investimenti non produttivi”.

 

Tuttavia, il risarcimento concesso da uno Stato membro in
relazione a tali perdite può essere considerato compatibile con le norme
relative agli aiuti di Stato. In numerose decisioni in materia di aiuti di
Stato la Commissione
ha già proceduto a una valutazione di misure di finanziamento a carattere
esclusivamente nazionale, volta a risarcire i danni causati dai carnivori
direttamente a norma del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. In alternativa,
possono essere concessi aiuti agli allevatori per misure preventive e per il
risarcimento dei danni causati da carnivori, nell’ambito della norma de minimis (cfr. regolamento
1408/2013[1]).

 

Nel quadro della revisione degli orientamenti comunitari nel
settore  agricolo e forestale 2007—2013, è presa in considerazione l’integrazione
di disposizioni specifiche in materia di aiuti di Stato per i danni causati da
animali predatori.

 



[1]
    GU L 352 del 24.12.2013.