L’Istituto nazionale americano della Salute ha finalmente deciso di sospendere tutte le sovvenzioni per la ricerca scientifica che riguarda le scimmie. Il direttore del NewYork Times Francis Collins ha sottolineato che “come parenti più stretti dell’uomo (i primati) meritano particolare attenzione e rispetto”. In realtà, tutti gli animali meritano rispetto, soprattutto quando a non rispettarli è la “scienza nera” della vivisezione. L’interruzione dei test sui primati negli USA è un avvenimento di grande portata, nella speranza che vengano impedite le sperimentazioni anche su altre specie, per giungere infine alla sospensione totale della vivisezione.
1. Qual è l’opinione della Commissione in proposito?
2. Può dirci se tali divieti esistono anche negli Stati dell’UE e in quali?
Non ritiene opportuno riprendere iniziative contro la vivisezione e finanziare progetti per la ricerca in vitro?
IT (27.2.2012) La Commissione è al corrente della dichiarazione rilasciata dall’Istituto nazionale di sanità americano, che ha deciso di sospendere le nuove sovvenzioni destinate alla ricerca sugli scimpanzé in attesa che l’Agenzia elabori politiche in materia. L’annuncio ha fatto seguito alla pubblicazione di uno studio commissionato dall’Istituto nazionale di sanità e realizzato dall’Istituto di medicina americano in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche. Lo studio, intitolato Chimpanzees in Biomedical and Behavioral Research: Assessing the Necessity, verte esclusivamente sull’uso degli scimpanzé a fini di ricerca. La nuova legislazione sulla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici — la direttiva 2010/63/UE[1], che sarà pienamente applicabile a partire dal 1° gennaio 2013 — rafforza e migliora in misura significativa la normativa in materia di sperimentazione animale nell’UE. La direttiva vieta l’utilizzo di scimmie antropomorfe nelle procedure scientifiche, fatta salva una clausola di salvaguardia che consente agli Stati membri di autorizzare a titolo eccezionale l’utilizzo di tali animali qualora sia in gioco la sopravvivenza stessa della specie o in caso di comparsa improvvisa nell’uomo di affezioni debilitanti o potenzialmente letali. La Commissione ritiene che l’approccio più pragmatico per ridurre gli esperimenti sugli animali consista nell’introdurre metodi alternativi destinati, a termine, a sostituire tale pratica. Ove ciò non fosse possibile si promuoverà lo sviluppo di metodi che consentano di ridurre il numero di animali utilizzati o di arrecare il minor danno possibile agli animali. Coerentemente con questo impegno, nell’ultimo ventennio l’Unione europea ha stanziato circa 200 milioni di euro a favore della ricerca sul principio delle 3 R (Replacement, Reduction, Refinement — sostituzione, riduzione, perfezionamento).
E-012676/2011
Risposta di Janez Potočnik
a nome della Commissione