SPECIE PROTETTE SERVITE AL RISTORANTE

Una
recente inchiesta dimostra come l’Italia fatichi ad applicare la Convenzione di
Washington, per il controllo del commercio degli animali e delle piante, in
vigore nel nostro paese dal 1980. Dal 2011 ad oggi la Forestale ha contato
oltre 2076 reati di bracconaggio, denunciando 1431 persone, arrestandone 12 e
dando il via a 538 perquisizioni e oltre 5000 illeciti amministrativi. Numeri
che danno la consistenza del problema, diffuso in tutte le regioni e che vede
come vittime animali rari, protetti o di cui semplicemente è vietata la caccia
e che sono serviti come pietanza costosa in maniera illegale da alcuni
ristoranti. Si va dalla stenella striata, il delfino italiano, al pettirosso,
dai datteri di mare agli scoiattoli, dal ghiro ai ricci di bosco bolliti vivi e
poi fritti.

 

La
Commissione

1.    Quali
misure utilizza per contrastare il bracconaggio negli Stati Membri?

2.    Può
certificare che tutti i suoi Stati Membri abbiano siglato la Convenzione di
Washington ed invitare i paesi che non hanno ancora aderito a farlo quanto
prima?

3.    Non
ritiene di dovere uniformare i controlli e le legislazioni in tema di
bracconaggio e di bando dal commercio degli animali protetti negli Stati Membri?


IT

E-014185/2013

Risposta di Janez Potočnik

a nome della Commissione

(5.3.2014) 

 

Gli Stati membri sono responsabili sia dell’esecuzione delle
normative dell’UE relative alle specie selvatiche [ad esempio l’articolo 7
della direttiva “uccelli” (2009/147/CE) sulla caccia agli uccelli] sia di
affrontare il problema del bracconaggio sul loro territorio. Per quanto
riguarda il traffico illegale di specie selvatiche, il 7 febbraio 2014 l’UE ha
pubblicato una comunicazione intesa a consultare le parti interessate sull’efficacia
effettiva della sua attuale politica volta a combatterlo e sulle possibilità e
modalità di ulteriori sviluppi.

 

I 28 Stati membri dell’UE sono parti contraenti della
Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna
selvatiche minacciate di estinzione (CITES) della quale, nei prossimi mesi, si
prevede farà parte anche l’UE.

 

L’attuazione della CITES (compresi i divieti in materia di
commercio e le misure da prendere contro il commercio illegale) è armonizzata
in tutta l’UE dal regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio e dai regolamenti di
esecuzione della Commissione. La Commissione collabora strettamente con gli Stati membri al
fine di rafforzare costantemente l’esecuzione di tali norme.

 

Nel 2007 è stato adottato un piano per
l’esecuzione delle norme sul commercio della flora e della fauna selvatiche
(cfr.
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=
OJ:L:2007:159:0045:0047:IT:PDF
).
La cooperazione sulle questioni legate al commercio illegale delle specie
selvatiche è inoltre garantita dal gruppo di esecuzione dell’UE che si riunisce
due volte all’anno sotto la presidenza della Commissione europea e raccoglie
funzionari responsabili dell’applicazione della legge provenienti da tutti gli
Stati membri dell’UE, nonché da Europol, Eurojust, Interpol, dall’Organizzazione
mondiale delle dogane e dal segretariato della CITES.