Sicurezza nei trasporti

Le direttive sociali in materia di sicurezza dei trasporti hanno come obiettivo ultimo quello di assicurare un elevato standard di sicurezza stradale, oltre quello di garantire una qualità di vita decente per gli autisti. Pare tuttavia che le statistiche non confermino il raggiungimento di questo fine, mentre invece si è constatata una drastica diminuzione della produttività dei conducenti dei TIR e degli autobus. Dopo la modifica della regolamentazione dei tempi di guida e di riposo, e dopo l’introduzione del tachigrafo digitale in sostituzione di quello analogico, la disponibilità dei conducenti è stata ridotta ad un massimo di 48 ore settimanali. Il fattore tempo di lavoro, dunque, è diventato determinante per la competitività delle merci e delle imprese, costrette a lottare per la sopravvivenza in un mercato globale, dove gli effetti delle tariffe dei trasportatori dei Paesi dell’Est minano costantemente la continuità operativa. La direttiva europea è stata recepita in Italia con due anni di ritardo e sembra che le novità introdotte producano un aumento insopportabile degli obblighi burocratici. Ma il paradosso più insopportabile è fornito dalla disparità degli obblighi tra autotrasportatori per conto terzi (700 mila veicoli) e le imprese di produzione e commerciali (4 milioni di veicoli). I primi infatti sono costretti ad osservare la stringente normativa dallo scorso mese di gennaio, mentre le seconde (anche se hanno i veicoli muniti di cronotachigrafo) non sono tenute all’osservanza della normativa e non devono documentare nulla circa gli orari di lavoro dei loro autisti. La Commissione 1.      come spiega questa disparità di trattamento? 2.      Se la disparità degli obblighi produce conseguenze negative per gli autotrasportatori per conto terzi (tutte piccole imprese) non si introduce in modo surrettizio una distorsione del mercato, a vantaggio delle imprese di produzione e commerciali?3.      Le imprese di produzione d’automobili, ad esempio, approfittano di questo vantaggio?Se la situazione descritta corrisponde al vero, come è possibile che l’Unione avalli una contraddizione simile?