SALVATAGGIO BANCHE

Le forze politiche e l’opinione
pubblica continuano ad interrogarsi sull’evolversi della crisi finanziaria e
sulle conseguenti ricadute nella crisi economica. La mancata riforma del
sistema si è risolta in seno all’Unione con una serie di misure tendenti al
controllo ed alla vigilanza bancaria e con il progetto conosciuto come Unione
bancaria. Ma per avere elementi di giudizio concreti che possano suffragare una
scelta rispetto ad un’altra,

 

la
Commissione
 

 

1.     
Può dirci quante e quali banche in seno all’UE (e per
quali importi) sono state salvate con denaro pubblico?

2.     
E’ in grado di comunicarci le conseguenze riscontrate in
seguito a questi “salvataggi”?

3.     
Può affermare in che misura questi interventi hanno
giovato ai risparmiatori-clienti?

4.     
Il progetto dell’Unione bancaria prevede  meccanismi e/o clausole che assicurino ai
clienti che i loro risparmi non saranno messi a rischio per il salvataggio
della finanza speculativa?

5.     
A quando una norma che separi chiaramente nelle banche, a
tutela dei risparmiatori,  l’attività
speculativa da quella commerciale e generica?


IT

E-006467/2013

Risposta di Joaquín Almunia

a nome della Commissione

(26.7.2013)

 

 

Le banche che
sono state salvate (“bailed out”) grazie al sostegno pubblico, nonché
gli importi di tale sostegno, sono elencati in un’apposita tabella, disponibile
sul sito Internet della DG Concorrenza, che offre una panoramica delle
decisioni e delle indagini approfondite in corso nel contesto della crisi
finanziaria:

 

http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-12-1018_en.htm

 

La tabella contiene riferimenti ai comunicati stampa e alle
versioni pubbliche delle decisioni in materia di aiuti di Stato adottate dalla
Commissione nel corso della crisi finanziaria nel settore bancario. Le
decisioni valutano in dettaglio tutti gli elementi importanti delle misure,
compresi gli importi degli aiuti di Stato concessi.

 

L’effetto ultimo dell’intervento statale nel settore bancario
è quello di ripristinare la fiducia e il corretto funzionamento dei mercati
finanziari, il che rappresenta un presupposto indispensabile per una ripresa
dalla crisi finanziaria. In particolare, le misure di aiuto di Stato sono
concepite in maniera tale da permettere agli istituti finanziari di
ripristinare la redditività a lungo termine senza ulteriore ricorso al sostegno
statale, in modo da poter continuare a concedere prestiti all’economia reale.
Le banche non redditizie vengono sottoposte ad una procedura di risoluzione
ordinata e escono dal mercato.

 

L’Unione bancaria verrà costruita, tra l’altro, sulla base
della direttiva sulla risoluzione delle crisi nel settore bancario. La
direttiva fornisce agli Stati membri gli strumenti per intervenire in caso di
crisi bancaria, compreso lo strumento del “bail-in”, ossia la
possibilità di ridurre gli importi dovuti ai creditori non garantiti di un ente
in dissesto. I depositi inferiori ai 100 000 EUR sono esplicitamente
esclusi da questo strumento.

 

In una risoluzione del giugno 2013, il Parlamento europeo ha
invitato la Commissione
“ad adottare al più presto possibile” una proposta sulla riforma
strutturale delle banche. L’adozione della proposta legislativa da parte della
Commissione è prevista dopo l’estate 2013.