Riduzione delle accise sui carburanti

 

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1234/08

 

di Cristiana Muscardini (UEN)

alla Commissione

Oggetto: Riduzione delle accise sui carburanti

Il continuo e vertiginoso aumento del prezzo del petrolio ha avuto gravi ripercussioni sull’economia dell’Unione europea, già penalizzata sul versante delle esportazioni per l’alta quotazione dell’euro rispetto al dollaro. L’aumento del greggio colpisce in modo particolare le piccole e medie imprese, nonché i singoli cittadini, a causa della lievitazione dei costi per il trasporto privato e, più in generale, dei prezzi dei prodotti di prima necessità, conseguenza immediata e diretta della crescita dei costi del trasporto delle merci e del consumo energetico. Intende la Commissione adottare provvedimenti per il rilancio dell’economia, quali la richiesta ai singoli Stati membri di abbattere del 10% e, per un periodo transitorio, il valore delle accise sui carburanti e sui loro derivati?

 

E-1234/08IT

Risposta data da László Kovács

a nome della Commissione

(11.4.2008)

Da vari anni la Commissione sostiene che è necessario resistere alla tentazione di controbilanciare gli aumenti dei prezzi con una riduzione delle imposte. Una manovra del genere realizzerebbe semplicemente un trasferimento di gettito fiscale verso i paesi fornitori di energia e sarebbe in contraddizione con gli obiettivi ambientali che l’Unione europea persegue e che tutti gli Stati membri condividono[1]. La tassazione dell’energia può fornire un utile contributo al conseguimento di questi obiettivi. I prezzi dell’energia hanno raggiunto livelli elevati e l’UE deve adeguarsi alla situazione. Proprio per questo la Commissione ha varato una serie di iniziative, in particolare nel settore dell’efficienza energetica, della sicurezza degli approvvigionamenti e delle energie rinnovabili. Sovvenzionare i prezzi può risultare controproducente in quanto ritarderebbe i necessari adattamenti alla nuova situazione e avrebbe effetti diffusivi in altri settori o in altri paesi. E’ utile ricordare che anche i ministri delle finanze dell’UE – già nel 2005 – avevano ritenuto inopportuno il ricorso a misure fiscali o altre iniziative con effetti distorsivi che impedissero gli adeguamenti necessari.[2]. I ministri avevano inoltre ribadito che quando vengono adottati provvedimenti a breve termine per alleggerire l’impatto del rincaro dei prodotti petroliferi sulle fasce più povere della popolazione, questi provvedimenti non devono creare effetti distorsivi. Una riduzione generalizzata delle imposte sull’energia non rappresenta – per definizione – una misura finalizzata al sostegno delle fasce più povere della popolazione.


[1] COM(2000) 631 definitivo, Comunicazione della Commissione sull’approvvigionamento petrolifero dell’Unione europea; risposta all’interrogazione scritta E-1642/01.

[2] Comunicato stampa della riunione informale ECOFIN di Manchester, 9 e 10 settembre 2005.