Relitto Cunsky

  A poca distanza da Cetraro (Cosenza) in Calabria è stato individuato sul fondo marino, a 500 metri di profondità, il mercantile Cunsky, affondato con 120 fusti velenosi nella stiva. Appare evidente la pericolosità di questo carico per l’inquinamento che potrebbe produrre, con conseguenze devastanti per l’ecosistema, anche se l’ammontare degli effetti ora non è ancora calcolabile. La Commissione ha contribuito a finanziare il progetto di costituire una base-dati per il monitoraggio e la bonifica in profondità, che ha individuato come luogo test il santuario dei cetacei, situato tra la Liguria e la Corsica, e che ha permesso di individuare oltre 500 relitti di nave affondate dalla seconda guerra mondiale in poi. Tra queste, l’anno scorso, come è noto, è stata recuperata a 75 metri di profondità davanti a Genova la petroliera Haven. Il che vuol dire che si conoscono metodi , strumenti e tecnologie di salvataggio, sperimentati in varie occasioni.

  

La Commissione

  

1.   è al corrente dei rischi rappresentati dall’affondamento della Cunsky?

 

2.   Esistono misure, e di che tipo, per prevenire questi rischi?

 

3.   Non ritiene utile la istituzione di una task-force europea che vigili sullo smaltimento dei rifiuti tossici e sul loro smaltimento via mare e via terra?

 

4.   Sono sufficienti le direttive contro l’inquinamento, a tutela anche dell’equilibrio marino, per scongiurare questi pericoli, al di là di azioni delittuose, come quella di traffico illecito di rifiuti pericolosi?

5.   E’ disposta a collaborare con il governo italiano e con la Regione Calabria per il recupero dei fusti velenosi a 500 metri di profondità?

 

 

E-4864/09 IT

Risposta di Stavros Dimas

a nome della Commissione

(17.11.2009)

 

Il grave naufragio vicinoalle coste della Calabria ha ricevuto la massima attenzione da parte dellaCommissione europea. Il 21 settembre 2009 il membro della Commissione responsabileper l’ambiente ha scritto una lettera al Ministro italiano dell’ambienteStefania Prestigiacomo chiedendo la trasmissione di informazioni da parte dell’Italiasulla natura dei rifiuti in questione, e in grado di spiegare le azioni chedovranno essere adottate per evitare effetti dannosi per la salute umana edanni ambientali.

La Commissione ritiene che la prevenzione della gestione illecita deirifiuti costituisca una della maggiori priorità della politica e dellalegislazione ambientale dell’Unione europea. Per garantire la protezione dell’ambientela legislazione europea disciplina assai severamente il trattamento e iltrasporto dei rifiuti. La normativa proibisce chiaramente lo scarico illegale deirifiuti sia a terra che in mare sul territorio degli Stati membri[1] e le spedizioni illegali di rifiuti da e versoStati membri[2].

Una disciplina normativa particolare dell’Unione europea si applica perproteggere l’ambiente marino e tutte le acque, comprese le acque costiere degliStati membri, dall’inquinamento anche quello derivante dalle navi[3]. Ad esempio, la direttiva quadro in materia diacque ha il fine di garantire il buono stato delle acque costiere. Gli Statimembri devono predisporre piani di gestione entro il 2009 e conseguire un buonostato ecologico in tutte le acque di superficie in generale entro il 2015.

L’applicazione della legislazione europea in materia di rifiuti ècontrollata periodicamente e da vicino dalla Commissione europea. Se ènecessario, la Commissione non esita a impiegare i meccanismi di cui essadispone ai sensi del trattato CE per garantirne la corretta applicazione nelcaso specifico oggetto dell’attenzione dell’onorevole parlamentare.

La Commissione ha anche istituito numerose azioni specifiche per aiutaregli Stati membri a garantire una miglior applicazione e attuazione dellanormativa comunitaria in materia di rifiuti. Ciò include, ad esempio, l’organizzazionedi eventi capaci di sensibilizzare il pubblico e riunioni periodiche di scambiodi informazioni tra le autorità degli Stati membri e la pubblicazione didocumenti di riferimento. Per quanto attiene alla legislazione dell’UE inmateria ambientale la Commissione ha sviluppato anche la cooperazione congiudici nazionali[4].

Inoltre il meccanismocomunitario di protezione civile fornisce i mezzi mediante i quali, in seguitoa una formale richiesta di assistenza delle autorità nazionali competenti, laCommissione può facilitare e sostenere la mobilitazione dell’assistenza dellaprotezione civile europea in caso di catastrofi naturali o di origine umana. Adesempio detto meccanismo potrebbe fornire l’esperienza necessaria per la valutazioneambientale a medio e lungo termine e esaminare la fattibilità della fornituradi assistenza necessaria al recupero dei fusti velenosi verosimilmentecontenuti nella Cunsky. Sebbene il Centro di informazione e monitoraggio (MIC)stia attualmente monitorando la situazione nelle acque calabre non è pervenutanessuna richiesta di assistenza dalle autorità italiane.



[1]        Direttiva2006/12/CE relativa ai rifiuti, GU L 114 del 27.4.2009 (la direttiva quadro suirifiuti, sostituita dal 12 dicembre 2010 dalla direttive 2008/98/CE, GU L312 del 22.11.2008) e la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche dirifiuti, GU L 182 del 16.7.1999. I rifiuti radioattivi non rientrano nel campodi applicazione della presente legislazione e sono invece disciplinati da altrispecifici strumenti normativi.

[2]        Regolamento(CE) n. 1013/2006 relativo alle spedizioni di rifiuti GU L 190 del 12.7.2006.

 

[3]        Direttiva200/60 (direttiva quadro in materia di acque), GU L 327 del 22.12.2000,direttiva 2005/35/CE relativa all’inquinamento provocato dalle navi eall’introduzione di sanzioni per violazioni, GU L 255 del 30.9.2005.Il terzo pacchetto, recentemente adottato in materia di sicurezzamarittima (pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 28 maggio 2009) contieneelementi in grado di rafforzare la sicurezza marittima e contribuirà aeliminare dalle acque e dai porti europei le navi non conformi alle norme.

[4]        COM(2008)773definitivo.