Referendum: meglio più attenzione ai problemi sociali

Legittimo in politica
cercare di confermare o aumentare il consenso personale e del proprio partito, illegittimo
farlo raccontando fandonie o sperperando soldi pubblici, specie in un momento
nel quale continuano ed aumentano i disagi di tanti cittadini.

I referendum di Lombardia e
Veneto, che avrebbero anche potuto avere un senso se utilizzati per chiedere la
revisione del sistema paese, che fa acqua da tutte le parti, non avranno altro valore
che quello di essere uno strumento per aprire anzitempo la campagna elettorale.
Ma il costo di questa iniziativa, specie in Lombardia dove il referendum
costerà  tre volte di più  che in Veneto, in un momento di crisi come
quello attuale, è quanto mai spropositato. Il costo dei tablet per votare, anche
se poi dicono che saranno regalati alle scuole, è uno sperpero mentre migliaia
di milanesi e lombardi si rivolgono ad associazioni benefiche per mettere
insieme il pasto.

Avremmo voluto la Regione
Lombardia più attenta alla tragedia dei troppi che aspettano una casa popolare
mentre non hanno dove vivere. La giunta tace sulle inadempienze della città di
Milano dove le case ci sono ma non sono assegnate e tace sulle estenuanti
liste d’attesa per certi esami che, se non fatti in tempo, non potranno servire
ad arginare la malattia. Avremmo voluto che la giunta affrontasse la campagna
elettorale forte degli interventi fatti e pronta a proporre a tutti gli
italiani un suo piano di riforma dello Stato mentre invece assistiamo al
solito balletto politico.

Giuste le parole di
Giorgia Meloni e di tutti coloro che, auspicando un centro destra capace di
affrontare anche temi sociali, di libertà e di giustizia, non si accodano ai
cori interessati. Le Regioni, i territori hanno diritto ad autonomie solo se
non creano fratture nello Stato nazionale e diseguaglianze tra i cittadini.