PROGETTO TRANSACQUA PER IL SAHEL

A causa della siccità e della guerra,
oltre 11 milioni di persone sono minacciate dalla carestia nel Sahel. “Il
conflitto nel Mali – ha dichiarato il coordinatore umanitario dell’ONU Robert
Piper – ha sradicato migliaia di persone e sta avendo un effetto tremendo”.
L’Onu stessa, a causa della crisi siriana che ha distratto fondi, non è
riuscita a fornire aiuti d’emergenza all’altezza dei bisogni. La crisi
umanitaria miete vittime e crea grandi sofferenze ai popoli africani che
cercano di sopravvivere in quella zona, sofferenza che potrebbe essere
alleviata se si potesse far giungere acqua in quelle regioni.

 

La
Commissione

 

1.     
Conosce il progetto di trasferimento idrico denominato
“Transacqua”?

 

Sviluppato
dall’IRI nel 1972, consiste in un canale lungo 2.400 Km., che attingendo
il 5% complessivo degli affluenti del fiume Congo, scaricherebbe nel lago Ciad
70/100 miliardi di metri cubi all’anno, sufficienti a ripristinare la
dimensione originale del lago, oggi ridotto a meno di un ventesimo di quel che
era appena 50 anni fa. Oltre a ricostituire il lago, Transacqua fermerebbe
l’avanzata del deserto,  creerebbe
un’area di sviluppo agricolo larga come la Lombardia e genererebbe una notevole capacità di
produzione idroelettrica.

Nel 2010 i
Paesi del bacino del lago Ciad si riunirono a Ndjiamena per accordarsi su una
versione ridotta di trasferimento idrico. Il presidente Gheddafi partecipò
all’incontro e offri la partecipazione della Libia al progetto.

 

2.     
Può dirci se questa versione ridotta del
progetto ha avuto inizio e a che punto stanno eventualmente i lavori?

3.     
Da cosa dipende il fatto che “Transacqua” non
sia stato preso in considerazione?

4.     
Può fornirci informazioni su eventuali
interventi umanitari da parte dell’UE?

In caso negativo, può spiegarcene le ragioni?

IT

P-008774/2013

Risposta di Andris Piebalgs

a nome della Commissione

(16.8.2013) 

 

L’UE si adopera con impegno per affrontare la questioni
attinenti alla desertificazione del Sahel e alla resilienza delle popolazioni e
dei paesi, compresa la salvaguardia del lago Ciad.

Attraverso il 9° Fondo europeo di sviluppo (FES), l’UE ha
sostenuto la gestione integrata delle risorse idriche del lago erogando
2,5 milioni di euro a favore della Commissione del bacino del lago
Ciad (CBLT).

 

L’UE è al corrente del progetto di trasferimento delle acque
dell’Oubangui verso il lago Ciad (Transacqua). Gli studi di fattibilità
preliminari indicano tuttavia che il progetto comporterebbe notevoli rischi
ambientali.

 

In occasione del Forum mondiale sull’acqua tenutosi a Marsiglia
nel 2012, il presidente ciadiano ha presentato 32 proposte di progetti volti a
preservare il lago Ciad. L’UE esamina queste proposte valutandone le
potenzialità, la fattibilità e l’impatto ambientale. Una componente degli
stanziamenti dell’11° FES per il Ciad sarà destinata alla gestione delle
risorse naturali e potrebbe comprendere un contributo alla salvaguardia del
lago Ciad, la cui superficie è sempre stata caratterizzata da forti
fluttuazioni e che risente attualmente delle inondazioni del 2012. L’UE analizza altresì
il potenziale idroelettrico delle zone montuose del bacino del Logone,
affluente del lago Ciad.

 

Nel 2013 è stato concesso un aiuto umanitario di
115 milioni di euro, di cui 22 milioni di euro per il Ciad,
in risposta alla crisi alimentare in atto nel Sahel. Sono inoltre stati
stanziati 77 milioni di euro in risposta alla crisi nel Mali. L’UE
lancia costantemente un appello per la protezione dello spazio umanitario e il
rispetto dei principi umanitari affinché sia possibile raggiungere le persone
in difficoltà. Gli sviluppi sul fronte della sicurezza ostacolano gli
interventi umanitari in varie zone del Sahel.