PREVENZIONE TUBERCOLOSI

La libera circolazione delle persone garantita
all’interno della Ue si sta accompagnando e sta favorendo una libera
circolazione anche di malattie, quali la tubercolosi, che almeno nell’Europa
occidentale, meno in quella dell’Est, si consideravano finora scarsamente
preoccupanti in quanto diffuse ben al di sotto i livelli di guardia. I massicci
flussi migratori, soprattutto dall’Est Europa, dove la tubercolosi resta
diffusa, hanno invece fatto sì che la malattia si sia propagata tra le fasce
giovani della popolazione (15-24 anni), soprattutto in aree ad alta densità
abitativa. Spesso contratta nel Paese d’origine, la malattia matura nel Paese
ove si emigra in coincidenza con condizioni di vita disagiate.

 

La Commissione:

 

1.     
E’
a conoscenza di questa libera circolazione delle malattie tra Paesi Ue? E’ in
grado di quantificare la diffusione della malattia e di censirla Paese per
Paese?

2.     
Ritiene
che vi sia una normativa europea applicabile ai flussi migratori, come sotto
altro profilo è quella dettata dagli accordi di Schengen, in funzione di
prevenzione sanitaria?

3.     
Ritiene
di richiamare gli Stati dell’Unione a prevenire e contenere i pericoli sanitari
connessi alla libera circolazione delle persone?


IT

E-004428/2014

Risposta di Tonio Borg

a nome della Commissione

(3.6.2014)   

 

 

L’Ufficio regionale per l’Europa
dell’Organizzazione mondiale della sanità e il Centro europeo per la
prevenzione e il controllo delle malattie[1] hanno
elaborato congiuntamente una ventilazione per paese dei casi di tubercolosi. La
legislazione dell’UE prevede la sorveglianza della tubercolosi sulla base di
una definizione standardizzata dei casi[2]. La
legislazione prevede inoltre un sistema di allarme per i focolai transfrontalieri
di malattie trasmissibili come la TB,
una valutazione comune del rischio e il coordinamento delle misure di gestione
del rischio nell’ambito del Comitato UE per la sicurezza sanitaria.

 

Per quanto riguarda le misure alle
frontiere esterne dell’UE, il Codice frontiere Schengen stabilisce che i
cittadini dei paesi terzi possono entrare nel territorio UE se, tra le altre
condizioni, essi non sono considerati una minaccia per la salute pubblica.

 

Il Codice frontiere Schengen definisce
la nozione di “minaccia per la salute pubblica” come “qualunque
malattia con potenziale epidemico ai sensi del regolamento sanitario
internazionale dell’Organizzazione mondiale della sanità e altre malattie
infettive o parassitarie contaggiose che siano oggetto di disposizioni di
protezione applicabili ai cittadini degli Stati membri.”

 

I controlli medici alle frontiere
esterne rientrano nell’ambito di competenza degli Stati membri.

 

Secondo le disposizioni del trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, la fornitura di servizi sanitari e di assistenza medica
rientra nella responsabilità degli Stati membri.

 



[1]     Sorveglianza
e monitoraggio della tubercolosi in Europa 2014:
http://www.ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/tuberculosis-surveillance-monitoring-Europe-2014.pdf

[2]     Decisione
n. 1082/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2013,
relative alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e che
abrog la decisione  2119/98/CE.