Emerge da un’inchiesta su un noto
giornale economico che l’Amministrazione Obama avrebbe fatto pressioni con
successo sulla Commissione per modificare l’articolo 42 della normativa sulla
privacy, che non avrebbe consentito il controllo dei dati personali dei
cittadini dell’UE, come invece sta emergendo dai recenti scandali oltreoceano.
La misura in questione avrebbe vietato agli USA di richiedere i dati personali
dei cittadini alle compagnie di comunicazione europee che li detengono e, a
quanto riporta lo stesso giornale, alcuni funzionari della Commissione
confessano che la richiesta è stata accettata per non compromettere gli accordi
commerciali USA-UE.
Di conseguenza, gli Stati Uniti
possono ora accedere liberamente ai dati dei cittadini europei, di cui erano in
molti casi già in possesso, dal momento che la maggior parte delle grandi
compagnie tecnologiche ha sede proprio negli USA. Il mantenimento dell’articolo
42 non lo avrebbe invece consentito, e avrebbe contribuito ad una maggiore protezione
dei dati dei cittadini europei.
Ciò premesso, può la Commissione confermare
la veridicità della notizia e rilasciare un commento sul caso?
Può la Commissione assicurare
che i dati personali dei cittadini europei sono protetti in virtù della
legislazione dell’UE e che nessuna agenzia di sicurezza straniera vi può
accedere senza il consenso dei cittadini?
Non ritiene di dover ripensare a
ulteriori misure a protezione della privacy dei cittadini UE, a fronte
dell’evolversi delle nuove tecnologie?
IT
E-006932/2013
Risposta di Viviane Reding
a nome della Commissione
(11.9.2013)
La Commissione è preoccupata dalle recenti notizie riportate sui media
secondo le quali le autorità degli Stati Uniti hanno accesso e hanno trattato
su ampia scala i dati di cittadini europei che utilizzano i principali provider
di servizi online statunitensi. La Commissione ha chiesto chiarimenti alle autorità
statunitensi in merito a tali notizie, soprattutto per quanto riguarda
l’impatto sui diritti fondamentali dei cittadini europei. A tal proposito, la Commissione rinvia
l’onorevole parlamentare alla propria risposta all’interrogazione scritta
E-007934/2013.
Per proteggere efficacemente i dati personali, nel gennaio
2012 la Commissione
ha proposto una riforma delle regole dell’UE sulla protezione dei dati. La Commissione ha
elaborato la proposta secondo le normali procedure, che comprendono
l’organizzazione di diverse consultazioni pubbliche, alle quali ha partecipato
una molteplicità di soggetti privati e pubblici sia all’interno che all’esterno
dell’UE. Il pacchetto di riforma proposto che è stato adottato dalla
Commissione rafforzerà i diritti delle persone fisiche e preciserà
ulteriormente gli obblighi dei responsabili e degli incaricati del trattamento
dei dati, anche quando i dati dei cittadini europei sono trasferiti al di fuori
dell’UE. Il pacchetto contiene una serie di elementi che rispondono alla
situazione descritta dall’onorevole parlamentare. Le misure garantiranno che le
imprese extra-europee, quando offrono beni e servizi ai consumatori europei,
debbano applicare appieno la legislazione UE in materia di protezione dei dati,
e assicureranno il rispetto delle norme UE attraverso appropriate sanzioni.
Inoltre, i trasferimenti potranno essere consentiti solo se rispettano le
condizioni previste nella proposta di regolamento sui trasferimenti a paesi
terzi, ad esempio, se sussistono motivi di rilevante interesse pubblico
previsti dalla legislazione di uno Stato membro o dell’Unione. Il pacchetto
stabilisce, inoltre, regole chiare e complete per il trattamento dei dati
personali per fini di applicazione della legge.