PENSARE AL PAESE REALE PRIMA DI AGIRE

C’è un tempo per sognare ed un tempo per agire, c’è un tempo per
contestare ed un tempo per collaborare, c’è un tempo per pensare ed un tempo
per fare ma nessuno di questi vari tempi appartiene alla maggior parte di
coloro che, dalla maggioranza o dall’opposizione, dai giornali o
dalle televisioni si considerano i rappresentanti politici, culturali,
scientifici degli italiani.

C’è un tempo per tutto e, nel silenzio, i tanti in isolamento
forzato sentono crescere la rabbia per i tanti errori, le tante inadempienze commessi
e faticano a riaccendere quella speranza necessaria per potere immaginare quel
futuro che rischia di essere così diverso dalle piccole certezze che ci eravamo
conquistati.

Si fatica perché si sente ogni giorno più forte il distacco tra
il paese reale, le difficoltà quotidiane dei più e i “pasticci” di
certe banche ed operazioni finanziarie, le incongruenze di certi interventi,
dai banchi con le ruote ai sussidi per i monopattini elettrici, mentre troppe
persone non riescono a mettere in tavola il pasto o a pagare le bollette e
l’affitto.

Se la Campania andava chiusa prima è stata la camorra a far
ritardare il provvedimento? E non è forse vero che tanti contagi, malati, e
perciò anche morti, li dobbiamo alla scellerata apertura delle discoteche per
soddisfare gli interessi di alcuni? E quali sono le imprese che hanno
guadagnato vendendo quegli stessi monopattini elettrici che ora, dopo averne
finanziato l’acquisto, ci si rende conto che sono pericolosi? Quali sono i dati
reali che ci sappiano dire quante attività sono state svendute per necessità e
se chi le ha acquisite è collegato, a vario titolo, con le più note
associazioni criminali, quelle stesse che con l’usura si sono troppe volte sostituite
allo Stato? E quanto, proprio lo Stato, ha in incassato tenendo aperte, in
piena pandemia, le sale da gioco dai bingo alle sale scommessa? Quanto ha
incassato lo Stato, perdendo in salute dei cittadini, e quanto hanno incassato
le attività criminali che, in un modo o nell’altro, controllano gran parte del
gioco? Qualcuno ha pensato a quelle categorie che, nonostante le varie e
diverse chiusure delle regioni, continuano a lavorare? Dove vanno a mangiare il
cibo da asporto, l’unico che bar e ristoranti possono somministrare, ora che il
freddo e la pioggia sono arrivati? Non tutti possono farlo sul posto di lavoro
perché la loro attività non ha un ufficio! Qualcuno ha pensato che forse
occorrerebbe un aiuto alle associazioni di volontariato che in diversi modi e
realtà sfamano tante persone sempre più numerose e bisognose di attenzioni
reali ed immediate? Quante sono le categorie che i vari provvedimenti non hanno
preso in considerazione? Qualcuno sa come risolvere il problema dei vaccini
antinfluenzali che in regioni come la Lombardia ancora mancano anche per le
persone più a rischio? Qualcuno pensa e dopo aver pensato si confronta con la
realtà, acquisisce dati, esperienze altrui e poi agisce? O forse i prossimi
acquisti e sovvenzioni saranno per i banchi elettrici e i pattini a rotelle?