ONDATA DI ESECUZIONI IN IRAN

Il
4 marzo nella prigione di Isfahan è stata impiccata Farzaneh Moradi, una
venticinquenne, nota come la «sposa quindicenne”. Il 3 marzo un giovane di 23
anni, di nome Mehrass è stato impiccato a Jooybar. Al momento dell’arresto
aveva 17 anni. Il 2 marzo un altro ragazzo di 23 anni è stato impiccato in
segreto nella prigione centrale di Zahedan. Anche lui aveva 17 anni all’epoca
del suo arresto. Il 26 febbraio sono stati giustiziati in segreto e  collettivamente sei prigionieri nella
prigione di Gohardasht a Karaj. Uno di loro. Reza Ganjloo, aveva 20 anni e ne
aveva meno di 16 quando fu arrestato. Solo tra il 26 febbraio e il 4 marzo sono
stati perciò impiccati tre prigionieri che erano minorenni al momento del loro
arresto. Nei primi 65 giorni dell’anno il numero delle esecuzioni è arrivato a
150.

 

L’Alto Rappresentante 

 

1.    Non
ritiene che rendere visita agli aguzzini che governano l’Iran contribuisca a
diffondere l’illusione di un regime moderato e incoraggi a continuare con le
esecuzioni indiscriminate?

2.    Non
considera che la visita a Teheran venga considerata come un’approvazione della
politica del massacro e della repressione violenta?

Quali iniziative intende intraprendere per
condannare il comportamento barbaro del regime e salvare tante vite umane
innocenti, colpevoli soltanto di vivere in un regime teocratico feroce, la cui
Corte Suprema ha approvato recentemente la condanna per un ragazzo a cui verrà
cavato un occhio e tagliati l’orecchio destro e il naso, come ha pubblicato il
quotidiano di Stato Shraq?

IT

E-003312/2014

Risposta dell’Alta rappresentante/Vicepresidente Catherine
Ashton

(21.5.2014) 

L’Unione europea ha una ferma posizione di condanna della
pena di morte, che vale in tutti i casi e in ogni circostanza, a maggior
ragione quando viene applicata ai minori, in violazione delle norme minime
internazionali. Questa posizione è stata sistematicamente ribadita alle
autorità della Repubblica islamica dell’Iran tramite contatti diretti, canali
ufficiali, dichiarazioni pubbliche e sostegno alle risoluzioni delle Nazioni
Unite.
 

L’Unione si è sistematicamente appellata all’Iran chiedendo
la sospensione delle esecuzioni e l’abolizione della pena di morte e in tal
senso continuerà a dar voce a una profonda apprensione per il numero elevato di
esecuzioni nel paese.
 

L’Unione conduce una politica di sanzioni contro chi commette
gravi violazioni dei diritti umani e ritiene importante impegnarsi con l’Iran
nel settore dei diritti umani. La visita in Iran dell’Alta
rappresentante/Vicepresidente lo scorso marzo è stata un’occasione per
intavolare la questione e esprimere le preoccupazioni dell’Unione.