NOTIZIE PER RIFLETTERE

Il 19 marzo per circa un’ora, in tutto il
mondo, si è bloccata ogni possibilità di comunicazione su whatsapp e Instagram.
Si è parlato genericamente di problemi tecnici, altri hanno adombrato la
possibilità di un hackeraggio. Rimane il fatto che viviamo in una società ormai
completamente dipendente dalle reti informatiche per ogni tipo di
comunicazione, specie nell’era covid, e che perciò le stesse, e la loro
sicurezza e funzionalità, rivestono un’importanza vitale per lo svolgimento di
gran parte delle nostre attività essenziali, dal lavoro alle comunicazioni con
gli enti pubblici. E’ una priorità che gli Stati chiedano ai colossi della rete
garanzie sull’efficienza e riservatezza dei servizi informatici e nello stesso
tempo che non affidino completamente agli stessi la gestione dei rapporti con i
cittadini e dei dati sensibili. Infatti un blocco dei servizi, sempre
possibile, potrebbe diventare un blocco di ogni attività anche essenziale alla
sopravvivenza. Una società che si affidasse completamente alla robotica e alla
digitalizzazione sarebbe una società ad alto rischio e incapace di vivere
autonomamente. Proprio l’esempio di quanto è avvenuto col covid, virus
misterioso certamente ma che ha anche dimostrato come notizie false, o
manipolate o incomplete, possano portare danni gravissimi.

 

Siamo vicini in Italia al ritorno
dell’ora legale nonostante non sia più obbligatoria in tutta l’Unione. I
recenti dati di Terna, che gestisce la rete di trasmissione elettrica
nazionale, ci dimostrano i benefici che l’ora legale ha portato l’anno scorso
nel nostro Paese con un risparmio di 400 milioni di kWh e la conseguente
diminuzione di CO2 nell’atmosfera per circa 250 mila tonnellate. In euro il
risparmio portato dall’ora legale è di 66 milioni. Ci auguriamo che l’Italia
mantenga per sempre l’ora legale sia per un risparmio energetico ed economico
sia per contribuire al miglioramento dell’aria e perciò dell’ambiente.

Tra
le tante incertezze della vita in genere e di questo periodo in particolare, reso
ancora più pesante dalle promesse mai mantenute e dalle troppe affermazioni
smentite, qualche certezza purtroppo c’è: i morti sono sempre tanti,
troppi e bisognerebbe dire perchè questo non avviene in altri paesi europei, l’assistenza
domiciliare, salvo rare eccezioni, non funziona, alcune regioni hanno lavorato
male, Lombardia in testa, e deve essere rivisto l’assetto dell’Italia che non
può continuare ad avere cittadini con servizi efficienti e cittadini con
servizi ignobili per colpa di una divisione di competenze tra Stato e Regioni
che non garantisce uguali qualità e celerità. Finita l’era covid bisogna che lo
Stato ritrovi la capacità di fare lo Stato, senza invadere campi altrui e, soprattutto,
senza lasciare che altri assumano funzioni che solo allo Stato possono
appartenere se vogliamo finalmente abbattere le disuguaglianze.