“Sconcertano le dichiarazioni del Presidente Dini, nell’intervista lasciata ad Alberto Mattone” – ha detto Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione Commercio Internazionale del PE. “Sconcerta che Dini affermi, rispetto alla situazione libica, Siamo stati colti di sorpresa: da lungo tempo si conoscevano le condizioni indegne di vita nei campi profughi e le repressioni periodiche che avvenivano in Libia, perciò né l’Italia né l’Europa possono affermare di essere state colte di sorpresa, specie dopo gli avvenimenti in Egitto e Tunisia. Che Gheddafi, noto al mondo per la violazione di diritti umani e per le azioni da dittatore senza freni, sia stato, secondo Dini, a sua volta sorpeso perché non di aspettava la protesta del suo popolo non giustifica né l’inerzia italiana né quella europea rispetto agli appelli delle popolazioni del Nordafrica, e della Libia in particolare, per ottenere quella democrazia e quelle riforme a cui ogni popolo ha diritto.
Mentre Dini sostiene Volevamo capire meglio quale era la situazione è continuato il massacro di civili compresi donne e bambini e sconcerta che, sempre Dini, sostenga la rivendicazione di Gheddafi di aver dato dignità e ricchezza al suo paese. Siamo di fronte a un genocidio del popolo libico, preceduto da una lunga serie di delitti e prevaricazioni contro le masse di disperati e profughi arrivati in Libia dopo essere sfuggiti ai massacri dei loro paesi, prima di tutto i profughi somali.
Siamo certi che proprio l’inerzia italiana ed europea verso la tragica situazione somala, che dura da anni, siano state prodromo per il consolidamento, nell’intera area geografica, di associazioni terroristiche quali al Quaeda. Ci interessa poco che il presidente Berlusconi abbia spiegato al colonnello Gheddafi che l’Italia non ha armato i manifestanti di Bengasi, siamo invece certi che le dichiarazioni del colonnello siano anche la premessa per non rispettare gli accordi economici che, con troppa leggerezza, l’Italia ha fatto con la Libia. Il rischio sempre più forte è che il regime di Gheddafi, se sopravviverà al bagno di sangue, porti ad un congelamento degli impegni presi e dei soldi ricevuti con il rischio di nuove confische come è avvenuto nel passato. Qualunque democrazia seria dovrebbe oggi essere impegnata per dare al popolo libico una speranza di democrazia e di giustizia sociale ed essere pronta, all’interno di una politica estera europea, ad affrontare, anche con l’esercito, azioni umanitarie immediate”.
Ci auguriamo che l’Europa questa volta sia capace di azioni chiare e decise.