MORIRE DI LAVORO

In
Giappone da qualche decennio si presenta in maniera sempre più crescente il
problema del “Karoshi”, la morte per troppo lavoro, un vocabolo apparso la
prima volta nei documenti del Ministero della salute nipponico nel 1987.
Attualmente i morti per “troppo lavoro” sarebbero circa 9.000 all’anno, in un
paese in cui il contratto di lavoro medio è di 60 ore settimanali, giudicate
legittime dalla Corte Suprema. Il “Karoshi” è ritenuto tale per le morti
improvvise di dipendenti che hanno lavorato per più di 65 ore medie
settimanali. Posto che l’etica e la concezione del lavoro in Giappone sono completamente
differenti da quelle europee, è un fatto di cronaca non da sottovalutare la
morte di un giovane stagista della City londinese stroncato dai ritmi troppo
frenetici.

  

la
Commissione

 

 

1.    Dispone
di dati numerici effettivi sul numero dei morti per “troppo lavoro” all’interno
dell’Unione Europea?

2.    Quali
misure attua a tutela della salute e del rispetto degli orari di lavoro degli
impiegati, posto che questa competenza rientra tra quelle degli Stati Membri?

3.    Ha
proposto programmi di monitoraggio o di recupero per le potenziali vittime di
“Karoshi” all’interno dell’Unione Europea?

4.    Ha
monitorato il numero, al contrario, dei suicidi all’interno degli Stati Membri
di imprenditori e dipendenti licenziati che si sono tolti la vita a causa della
crisi?


IT

E-000933/2014

Risposta di
László Andor

a nome della
Commissione

(21.3.2014)

 

 

1. La Commissione è a
conoscenza degli elementi scientifici potenzialmente atti a dimostrare che l’attività
lavorativa protratta per un eccessivo numero di ore senza adeguato riposo
rappresenti un pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Non
possiede tuttavia dati specifici riguardo al numero di decessi causati nell’UE
da un eccessivo carico di lavoro.

 

2. A livello di UE la direttiva 89/391/CEE[1] stabilisce
le prescrizioni di minima per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in
ambito lavorativo, mentre la direttiva sull’orario di lavoro[2]
definisce prescrizioni di minima specifiche riguardo all’organizzazione
dell’orario di lavoro all’interno dell’UE. In particolare, quest’ultima stabilisce
una media massima settimanale, compresi straordinari, di 48 ore (calcolate su
un periodo di riferimento di quattro mesi) nonché un periodo minimo di riposo giornaliero
(11 ore consecutive) e settimanale (24 ore ininterrotte di riposo in aggiunta
alle 11 ore di riposo giornaliero). La direttiva dà inoltre diritto a 20 giorni
di ferie annuali retribuite.

 

Queste sono
prescrizioni di minima, cosicché la legislazione nazionale può prevedere un migliore
livello di tutela dei lavoratori. Gli Stati membri possono in certi casi derogare
a queste disposizioni, ma tali deroghe devono ottemperare alle condizioni stabilite
dalla direttiva e alle norme giurisprudenziali della Corte di giustizia.

 

Il
preoccupante fenomeno giapponese karoshi
a cui l’Onorevole deputato fa riferimento è stato trattato in una relazione di
Eurofound del 2007[3].
In essa si osservava che nonostante un calo negli ultimi decenni il numero delle
ore lavorative settimanali in Giappone è superiore rispetto all’UE o agli Stati
Uniti. La media di ore lavorative settimanali nell’UE è calata progressivamente
a un minimo di 37,4 ore nel 2003, mentre la media settimanale era di 42 ore in
Giappone e di 38,4 ore negli Stati Uniti.

 

3. La Commissione non ha
proposto programmi di monitoraggio o di recupero per le potenziali vittime di karoshi nell’UE.

 

4. La Commissione non segue
le statistiche a cui fa riferimento.



[1]     Direttiva
89/391/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1989, concernente l’attuazione di
misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori durante il lavoro, GU L 183 del 29.6.1989.

[2]     Direttiva
2003/88/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003,
concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro, GU L 299
del 18.11.2003.

[3]     Working
time in the EU and other global economies – Industrial relations in the EU and
other global economies 2006-2007, Fondazione europea per il miglioramento delle
condizioni di vita e di lavoro: http://www.eurofound.europa.eu/eiro/studies/tn0804058s/tn0804058s.htm.