MONETE REGIONALI VIRTUALI

Accanto al Bitcoin, sta aumentando, in molte regioni italiane, ultima la Lombardia, la diffusione
di una moneta virtuale regionale, con un rapporto di cambio fisso rispetto
all’euro.

la
Commissione

1. Poiché l’emissione di moneta convertibile in euro equivale all’aumento
della massa monetaria in circolazione nell’Eurozona, non teme un sostanziale
aggiramento della BCE e, quindi, l’esautoramento di fatto dell’intero percorso
istituzionale di integrazione europea?

2. Ritiene di dover direttamente disciplinare, attraverso accordi con stati
membri o internazionali, l’emissione di tali valute parallele e le garanzie che
devo essere sottese a qualsiasi valuta, per la natura di veicolo fiduciario che
la valuta stessa riveste?

3. Ha motivo di
ritenere che le transazioni effettuate in valute diverse dall’euro possano
aggirare le regole di corretta contabilità cui i Paesi dell’Eurozona sono
chiamati dai Trattati? In caso affermativo, ha potere di procedere di
conseguenza e come?

4. Ritiene che l’eventuale insostenibilità di situazioni finanziarie non
espresse in euro ma in valute legate ad esso, perché emesse da Paesi
dell’Eurozona, debba essere presa in carico dalle autorità competenti, in sede
nazionale ed europea?

5. Ritiene viceversa che l’emissione di monete parallele legate all’euro sia
un fenomeno tollerabile poiché consente di attenuare le restrizioni alla
circolazione di liquidità, o che si tratti addirittura di un fenomeno indotto
dalla scarsa disponibilità del circuito del credito a fornire risorse alla
cosiddetta economia reale?

IT

E-001104/2014

Risposta di Michel Barnier

a nome della Commissione

(7.4.2014) 

L’onorevole deputato esprime preoccupazione per la
diffusione, in molte regioni italiane, di valute virtuali regionali con un
rapporto di cambio fisso rispetto all’euro.

 

Ad oggi le valute virtuali non sono regolamentate a livello
di UE. La Commissione
è membro di un’apposita task force
guidata dall’Autorità bancaria europea (ABE), cui partecipano anche la Banca centrale europea
(BCE), l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e
diversi rappresentanti degli Stati membri, con l’obiettivo di definire tali
valute virtuali e valutare la necessità di una regolamentazione. Le conclusioni
della task force sono attese per il
mese di maggio 2014.

 

Tuttavia, stando alle informazioni fornite, la Commissione è del
parere che l’iniziativa cui fa riferimento l’onorevole deputato sia diversa da
quella relativa alle monete virtuali analoghe al bitcoin, poiché sembrerebbe circoscritta a una determinata regione,
con una scarsa accettazione, nessuna vocazione di sviluppo a livello globale e
un tasso di cambio fisso solo con l’euro. Sulla base delle informazioni
disponibili, il caso sembra presentare maggiori analogie con i buoni pasto o
con buoni per altri servizi.

 

Sulla base delle informazioni disponibili sul progetto in
Lombardia ed esperienze di progetti simili come la sterlina di Bristol (Bristol Pound), la Commissione nelle
attuali circostanze non ritiene che questo tipo di progetti rischi di aggirare la BCE o di compromettere il
processo istituzionale di integrazione europea. Per quanto riguarda gli aspetti
contabili, da quanto si può dedurre dalle informazioni fornite, compete alle
autorità nazionali garantire il rispetto della legislazione pertinente,
compreso, ad esempio, il corretto versamento dell’IVA.

 

Ciononostante, la Commissione continuerà a seguire gli sviluppi in
questo settore.