MISURA D’EMERGENZA GIUSTA DELLA BCE

La
decisione della BCE, che ritengo giusta e positiva, di comprare  “senza limiti” titoli europei del debito
pubblico, ha scatenato polemiche e discussioni sulla funzione della banca in
questione e sulle eventuali conseguenze della misura presa, che è una misura
d’emergenza, dovuta al fatto che
le vere cause della crisi non sono
state ancora rimosse e che le necessarie regole per controllare i flussi di
capitale a breve e per limitare le operazioni finanziarie speculative non sono
state ancora decise, né a livello europeo, né tanto meno a livello di G20. In
questo contesto è doveroso porre la massima attenzione ai possibili effetti
futuri dell’acquisto dei titoli di stato da parte della Bce. Lo farà creando
nuova liquidità, cioè stampando nuova moneta con il rischio di una inflazione
più forte. La Bundesbank
pone questo problema, ma “ lo fa – afferma “Italia Oggi” del 12 settembre
scorso in un articolo firmato da Lettieri e Raimondi  – in modo e con argomenti sbagliati. Preme
sui controlli di bilancio, sui tagli delle spese, sugli interventi automatici
in caso di mancato mantenimento degli impegni presi dai governi, prima di
concedere qualsiasi aiuto”. Tanto la
BCE, quanto la
Bundesbank  concordano,
tuttavia,  nel dare al Fondo Monetario
Internazionale un potere di controllo e un ruolo diretto nella gestione
dell’economia dei paesi beneficiari.

Assegnando al
FMI il ruolo di grande controllore,

la
Commissione

1)     
Non considera che la Bce e l’Ue ammettono ancora una volta di essere
da esso dipendenti e quindi secondi anche in casa propria?

2)     
Non ritiene che la vera questione sia quella di rimettere
in moto l’economia reale da parte dei governi con il sostegno dell’Unione?

3)     
Non le sembra inconcepibile che si possa accettare di
intervenire con migliaia di miliardi di euro per i bailout di banche decotte o per la stessa stabilità finanziaria dei
singoli paesi o dell’intero sistema e che si neghi allo stesso tempo
l’immediata creazione di un fondo europeo di sviluppo di alcune centinaia di
miliardi per finanziare le infrastrutture, la ricerca, le nuove tecnologie e
l’occupazione?

 

E-008333/2012

Risposta di
Olli Rehn

a nome della
Commissione

(31.10.2012)

 

 

  1. L’accordo sul
    coinvolgimento, laddove possibile, del Fondo monetario internazionale
    (FMI) nell’elaborazione e nel monitoraggio dei programmi di aggiustamento
    macroeconomico nel quadro dell’assistenza finanziaria agli Stati membri
    dell’area dell’euro è stato raggiunto a livello di capi di Stato e di
    Governo dell’area dell’euro e inserito nel trattato che istituisce il
    Meccanismo europeo di stabilità. Le tre istituzioni, ossia la Commissione, la Banca centrale europea
    (BCE) e l’FMI, collaborano strettamente nel monitoraggio e nell’attuazione
    dei programmi di aggiustamento macroeconomico. Per quanto concerne la
    posizione della BCE, invitiamo l’onorevole parlamentare a prendere visione
    dei commenti del presidente Draghi sulle pagine web della Banca[1].

 

  1. Per superare la crisi di
    fiducia nell’area dell’euro è necessario adottare un approccio globale che
    verte su diversi elementi, tra cui le politiche di rafforzamento della
    crescita stabilite nel patto per la crescita approvato in sede di
    Consiglio europeo, ma anche il completamento della riforma della governance economica e gli
    interventi volti a creare un assetto istituzionale per l’Unione economica
    e monetaria che consenta un buon funzionamento e solidi risultati dell’area
    dell’euro. Tali interventi mirano, tra l’altro, a una maggiore
    integrazione delle politiche finanziare, di bilancio ed economiche, come
    indicato nella relazione dei quattro presidenti del giugno 2012, cui
    seguirà una relazione intermedia in ottobre e una relazione finale in
    dicembre 2012.

 

  1. La Commissione ha presentato una strategia globale per far fronte
    alla crisi. L’impiego di strumenti di protezione finanziaria efficaci e
    dalla portata sufficientemente ampia deve andare di pari passo con
    iniziative come il patto per la crescita che contribuiscono a migliorare
    la crescita potenziale.

 



[1]     http://www.ecb.int/press/pressconf/2012/html/is120906.en.html.