A Calarsi (Romania) in seguito a operazioni di rastrellamento di strade della città é stato registrato un numero elevato di maltrattamenti di cani randagi, presi a bastonate, soffocati o lasciati morenti sulle strade cittadine. Quelli che riescono a sopravvivere sono portati in canili in località Dalag, dove non é permesso l’ingresso ad associazioni animalistiche quali SavetheDog Romania per evitare controlli sullo stato di salute dei cani ospitati, nonostante la società incaricata abbia l’obbligo ufficiale di rilasciare i cani sterilizzati sul territorio. Dalle immagini e i documenti riportati é evidente la violazione della Convenzione Europea per i Diritti degli animali da compagnia, ratificata dalla Romania, e dagli Stati membri dell’UE.
La Commissione
- é a conoscenza di tale situazione?
- Come pensa di agire nei confronti della Romania sul problema del randagismo e del maltrattamento degli animali da compagnia?
- Pensa di intervenire a sostegno delle associazioni animaliste in loco per bloccare tale mattanza?
Interrogazioni parlamentari | ||||||
3 agosto 2010 |
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Risposta data da John Dalli a nome della Commissione | ||||||
1. La Commissione non è a conoscenza della situazione specifica di Calarsi in Romania. Tuttavia più volte è stato sollevato in sede di Commissione il trattamento inadeguato dei cani randagi. 2. Riguardo a questi ultimi, non è in corso alcuna legislazione armonizzata a livello di UE e la questione rientra nella competenza degli Stati membri. Per ulteriori particolari, la Commissione rinvia l’onorevole parlamentare del Parlamento europeo alle interrogazioni E-3631/10 della Sig.ra Sârbu e P-4720/10 del Sig. Berlato(1). 3. Poiché del tema sono responsabili gli Stati membri, la Commissione può unicamente fornire il sostegno tecnico di iniziative generali per promuovere il possesso responsabile e un adeguato controllo della popolazione come gli orientamenti sul controllo dei cani randagi dell’organizzazione mondiale per la salute degli animali(2) o il progetto carodog citato nella sua risposta all’interrogazione P-4720/10.
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