LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

Cristiana
Muscardini, Gabriele Albertini, Salvatore Tatarella, Niccolò Rinaldi, Roberta
Angelilli, Patrizia Toia, Lara Comi, Tiziano Motti, Lia Sartori, Gianluca
Susta, Carlo Fidanza, Sonia Alfano

Considerato che da recenti notizie apparse su organi d’informazione risulta
che il 72,9% delle merci contraffatte sequestrate nel 2011 dalle dogane europee
proviene dalla Cina, mentre il 7,7% da Hong Kong,  e che soltanto in Italia questo problema
comporta, secondo lo studio del Censis e del Ministero dello Sviluppo
economico, una perdita di 110 mila posti di lavoro sottratti all’economia
regolare e che la contraffazione ha fatturato 6.900 milioni di euro di cui 2
miliardi e mezzo sottratti al settore dell’abbigliamento e degli accessori; 1,1
miliardi ai prodotti alimentari ed 1,8 ai cd,dvd e software.

 

Considerato che riportare sul mercato legale la produzione di beni contraffatti
significherebbe, oltre che salvare i consumatori da una truffa, aumentare in
maniera considerevole i posti di lavoro in Europa, le imposte dirette ed
indirette, rilanciare e salvare migliaia di PMI.

 

Si chiede alla Commissione

 

  • un
    intervento urgente e non più prorogabile per contrastare la contraffazione
    e l’ingresso di merci illegali nel territorio dell’Unione europea non solo
    attraverso più armonizzati e severi controlli alle dogane ma anche con
    interventi volti specificatamente verso lo stesso governo cinese

 

  • di aprire
    un’inchiesta sulle società di esportazioni dei paesi maggiormente coinvolti
    nella fabbricazione e nell’esportazione di merci contraffatte e illegali
    nonché sui sistemi di vendita on-line per arrivare ad un sistema di
    garanzia che impedisca il continuo perpetrarsi di una truffa che in un
    momento di grave disagio economico dell’Ue procura ingenti e irreparabili
    danni agli Stati membri

IT

E-009770/2012

Risposta di Algirdas Šemeta

a nome della Commissione

(8.1.2013) 

 

Per la prima domanda posta dall’onorevole
parlamentare, la
Commissione rimanda alla risposta data all’interrogazione
E-007670/2012.

 

Per quanto riguarda la seconda domanda, la Commissione non è
competente per l’apertura di “un’inchiesta sulle società di esportazioni” in
paesi terzi e “sui sistemi di vendita on-line”.

 

Ciò detto, la Commissione conduce
negoziati in materia di future norme internazionali con i partner commerciali
dell’UE, in particolare mediante un accordo di libero scambio o a livello
multilaterale, e controlla l’applicazione delle leggi sulla proprietà
intellettuale in tali paesi attraverso appositi dialoghi sui diritti di
proprietà intellettuale.

 

La Commissione è anche
impegnata in diversi programmi di assistenza tecnica con alcuni paesi terzi, intesi
a risolvere i problemi connessi all’applicazione del quadro normativo esistente
e alla politica più recente e meno nota che può pregiudicare gli interessi dell’UE,
come il trasferimento forzato di tecnologia.