In
Italia le statistiche dicono che ogni cittadino spreca in media 110 Kg. di cibo all’anno,
per un totale di 6,6 milioni di
tonnellate (circa 12 miliardi di euro). Questa quantità basterebbe a sfamare
17,6 milioni di persone, vale a dire poco meno di un terzo della popolazione
italiana. Quattro giovani ingegneri del Politecnico di Torino hanno ideato un
progetto per combattere questo enorme spreco. Si tratta di una piattaforma web
gratuita (NDH-www.nextdoorhelp.it) già online
e funzionante, che permette di regalare quanto non può essere consumato prima
della data di scadenza. Il funzionamento è molto semplice: dopo la
registrazione sul sito si può gratuitamente condividere un alimento con la community o richiederne uno messo a
disposizione degli altri utenti. Gli autori hanno avviato una collaborazione
con “Slow Food”e hanno presentato ufficialmente il progetto a Torino il 19
dicembre scorso, insieme all’Assessore alle politiche per l’ambiente del comune
di Torino.
La
Commissione
1. E’
a conoscenza del progetto?
2. Potrebbe
eventualmente verificare sul sito l’utilità del progetto stesso, ai fini della
lotta agli sprechi e nel quadro delle politiche per la tutela dell’ambiente e
la sicurezza alimentare?
3. Dato
che la lotta allo spreco è anche collegata alla conoscenza degli strumenti
necessari a combatterla, non potrebbe diffondere la conoscenza di questo
progetto per contribuire ad aumentare l’impegno dei cittadini contro lo spreco
stesso?
E’ disponibile a prendere iniziative in proposito
nell’ambito delle azioni contro lo spreco?
IT
E-002733/2014
Risposta di Tonio Borg
a nome della Commissione
(6.5.2014)
La Commissione europea sta controllando attivamente le iniziative di
innovazione sociale volte a ridurre i rifiuti alimentari lungo l’intera catena
alimentare sia attraverso il suo dialogo attivo con le parti interessate[1]
sia nell’ambito di vari progetti di ricerca UE, come FUSIONS (Food Use for
Social Innovation by Optimizing Waste Prevention Strategies – Utilizzazione di
alimenti per l’innovazione sociale ottimizzando le strategie di prevenzione
della produzione di rifiuti[2]) e RESPONDER (Linking Sustainable
Consumption and Production and growth
debate – Collegare il dibattito sulla produzione e il consumo sostenibili e la
crescita)[3].
La Commissione
non è ancora a conoscenza del progetto citato dall’onorevole parlamentare
(NDH-www.nextdoorhelp.it), ma iniziative locali come questa possono svolgere un
ruolo importante nella prevenzione dei rifiuti alimentari.
Il progetto
FUSIONS ha lanciato sette studi di fattibilità nel settore dell’innovazione
sociale che verificheranno e valuteranno i modi in cui l’innovazione sociale
può contribuire a ridurre i rifiuti alimentari. I risultati di questi studi
svilupperanno l’informazione e le migliori prassi in questo ambito.
La Commissione europea sta aiutando a promuovere queste iniziative di
innovazione sociale attraverso i siti rispettivi della Direzione generale
Salute e consumatori[4] e di
FUSIONS.
Per ulteriori
informazioni sulle sue attività nella lotta contro i rifiuti alimentari, la Commissione europea
rimanda l’onorevole parlamentare alla risposta all’interrogazione scritta QE
13588/2013[5].
La Commissione
intende inoltre inserire nella prossima comunicazione sull’economia circolare una
serie di misure adottate per rispondere all’impegno preso nel quadro del
settimo programma comunitario di azione in materia di ambiente.
[1] http://ec.europa.eu/food/food/sustainability/stakeholders_en.htm
[2] http://www.eu-fusions.org/
[3] Tema
Cambiamenti climatici http://www.scp-responder.eu/
[4] http://ec.europa.eu/food/food/sustainability/good_practices_en.htm
[5] http://www.europarl.europa.eu/plenary/en/parliamentary-questions.html