L’INFERNO DI DADAAB

Dadaab, il campo profughi più grande del mondo, dove 400 mila persone vivono dentro capanne di sterpi su un deserto tempestato dal vento e dalla polvere che acceca. Al confine tra Kenia e Somalia, Dadaab è diventato il simbolo più crudele si ogni calamità del Corno d’Africa. Tutti igiorni arrivano più di mille disperati che scappano dalle atrocità della follia islamista di Al Shabaab, della fame e della siccità e dei pirati che uccidono, sequestrano aiuti umanitari e rapiscono rappresentanti delle Ong.In principio sembrava che le Corti islamiche – tanto corteggiate e comprese dalle istituzioni internazionali e dalla stessa UE – hanno dato l’illusione di un forzato equilibrio. Poi la furia folle degli Shabaab ha affondato il paese nel caos, nell’orrore e nella miseria. Usano la religione come alibi, ma sparano sui poveri che accettano aiuti, mozzano braccia e gambe e terrorizzano la popolazione. Chi ce la fa fugge a Dadaab, trasferendosi da un inferno all’altro. Il personale addetto al campo non può fare miracoli e


gli ospedali organizzati con mezzi di fortuna non riescono a far fronte a tutti i bisogni che si presentano quotidianamente.


 


La Commissione:


 


1. È presente con le strutture del suo aiuto umanitario?


2. In caso affermativo, quanto personale è impegnato nelle operazioni di soccorso in questo campo?


3. Qual è il contributo finanziario concesso?


4. A quanto ammontano gli aiuti forniti alla Somalia nel 2011 e quelli impegnati per il 2012?


5. E’ in grado di monitorare gli eventuali risultati di questo sostegno?