L’INFANZIA NEGATA

In molte
occasioni, anche se non a sufficienza, organi di stampa, politici ed esponenti
di mondi culturali ed associativi si sono occupati dell’infanzia negata ai
milioni di bambini che, in troppi paesi del mondo, sono costretti a lavorare
invece di giocare e andare a scuola. Milioni di bambini che soffrono la fame o
che muoiono per malattie che altrove sono state debellate da tempo. Bambini che
con il loro lavoro arricchiscono multinazionali, che non saranno mai donne e
uomini con tutte le opportunità, o almeno le speranze, di coloro che hanno
potuto studiare e che, attraverso il gioco, hanno appreso nozioni e sfumature,
capacità di socializzare che poi saranno utili da adulti. Bambini costretti
a diventare combattenti, guerrieri in realtà dove il terrorismo e la violenza
sono pane quotidiano. L’infanzia negata è un delitto consumato quotidianamente
contro tanti bambini e diventa una catastrofe per l’intera umanità che resterà
priva di tante donne e uomini che non potranno affrontare l’età adulta con
esperienze positive.

Ma
l’infanzia non è negata solo nei paesi poveri o eternamente in conflitto, l’infanzia
non è negata, avvilita, solo dall’obbligo, dalla necessità di lavorare quando
si è ancora troppo piccoli, l’infanzia ormai è negata ovunque vi sia qualcuno
che induce i bambini ad azioni, attività non adatte alla loro età, ovunque vi
sia qualcuno che abusa della loro credulità, che tramuta atteggiamenti
sbagliati in atteggiamenti comuni e di moda. L’infanzia è colpevolmente negata
se un genitore, per appagare il proprio io, condivide che bambini piccoli si
tramutino in fotocopie di star, modelle o personaggi ricchi di follower e
capaci di produrre denaro facile e veloce, ovunque un genitore, per stare più
tranquillo, abbandona nelle mani dei più piccoli strumenti che li portano a
navigare dove è pericoloso per la loro stessa sicurezza. Genitori disattenti,
insegnanti distratti, personaggi equivoci, o solo interessati al loro personale
guadagno, trasformano l’infanzia in una caricatura dell’età adulta togliendo i
tempi necessari alla crescita, le sicurezze che nascono dalla conoscenza, le
emozioni ed i sentimenti che, per svilupparsi negli adulti, hanno bisogno che i
bambini siano stati bambini. Ecco allora tutti gli episodi di bullismo e poi di
violenza feroce, le ragazzine ed i ragazzini che si prostituiscono per un
vestito o la ricarica del cellulare, le bambine che sfilano imbellettate e le
ragazzine in abiti succinti che si compiacciono dei complimenti salaci degli
adulti e le piattaforme, come Tik tok, dove ci si esibisce e dove manipolatori,
o peggio pedofili, reclutano le ingenue vittime.

L’infanzia
negata, che vediamo ogni giorno nelle strade delle nostre città, all’uscita
delle scuole, nelle denunce, spesso disattese, di chi il pericolo lo ha visto e
lo vede, è responsabilità di tutti coloro che tacciono e ammiccano
credendo che le mode siano più importanti del rispetto di noi stessi
e del futuro dei nostri figli e nipoti.